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Melk.

Centro (5.074 ab.) dell'Austria, nell'Austria Inferiore; è situata a 228 m s/m., sulla riva destra del Danubio. Agricoltura (viti); industrie metallurgiche. Centrale elettrica. • St. - La storia di M. è legata a quella dell'abbazia che sorge su uno sperone roccioso a picco sul Danubio. Fu fondata nel 1113, quando il margravio d'Austria Leopoldo III il Pio trasformò il castello dei Babenberg, già sede di una piccola comunità di canonici regolari addetti alle funzioni di corte, in un'abbazia, destinata a diventare, nel XV sec., un famoso centro religioso e culturale. Da essa infatti prese avvio il movimento di riforma monastica promosso dall'abate Nicolò Seyringer di Subiaco, che coinvolse numerose abbazie benedettine dando origine alla prima congregazione di M. Dopo un periodo di decadenza, l'abbazia conobbe un nuovo momento di splendore soprattutto nei secc. XVII-XVIII quando, ricostruita in forme barocche, vide affermarsi un nuovo movimento di riforma (denominato seconda congregazione di M.) per iniziativa dell'abate Raniero di Landau e divenne fulcro di attività culturali e scientifiche. Dal 1941 al 1945 fu soppressa dai nazisti e riaperta subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. Tra le opere pubblicate dalla congregazione di M. sono da ricordare il Chronicon mellicense (1702) dell'abate Anselmo Schramb e l'Austria ex archivis mellicensibus illustrata (1722). • Arch. - Il vasto complesso architettonico dell'abbazia benedettina si articola in diversi cortili entro i quali sorgono gli edifici: la biblioteca; la sala marmorea affrescata da Troger; la chiesa, al cui interno sono visibili pitture di Rottmayr, Fanti e Troger, che occupa una posizione arretrata e presenta un'alta cupola e due torri a guglie; la cappella dei prelati e il padiglione del parco, costruito da Munggenast e affrescato da Bergl. Il Tesoro e il museo conservano raccolte di manoscritti e oggetti di oreficeria.