Mit. - Figlia di Eeta, re della Colchide, sposa di Giasone, capo degli
Argonauti. Secondo Euripide, con le sue arti magiche aiutò Giasone a
conquistare il vello d'oro, tradendo il padre; quindi fuggì con lui.
M. uccise il piccolo fratellastro Apsirto e ne gettò i pezzi nel
mare, costringendo il padre a interrompere l'inseguimento per raccoglierne le
membra. Giunta a Iolco,
M. aiutò Giasone a vendicarsi di Pelia, e
convinse le sue figlie che il vecchio re sarebbe rinato giovane e rinvigorito
se, una volta fatto a pezzi, fosse stato fatto bollire in un calderone. Ucciso
Pelia, Giasone e
M. si rifugiarono a Corinto; qui Giasone le
preferì Glauce (o Creusa), figlia del sovrano Creonte, e
M., non
sopportando il tradimento, per vendicarsi di Giasone fece morire la novella
sposa, Creonte e i due figli che ella stessa aveva avuto da Giasone.
Fuggì quindi da Corinto su un carro magico e trovò rifugio ad
Atene, presso il re Egeo. • Lett. - La leggenda di
M. fu trattata
nell'antichità in vario modo; fu ricordata nella letteratura greca da
Pindaro (
Pitica, IV), da Euripide nella tragedia omonima, da Apollonio
Rodio nelle
Argonautiche. Nella letteratura latina il tema di
M.
venne affrontato da Ennio (
Medea exul), da Ovidio, da Seneca
(
Medea) e da Valerio Flacco (
Argonautiche). Nell'età
moderna, celebrarono il mito di
M., tra gli altri, P. Corneille
(
Médée), G.B. Niccolini (
Medea), Fr. Grillparzer,
con la terza parte della trilogia classica
Il vello d'oro. • Mus. -
Tra le opere musicali citiamo
Medea (1797) di F. Cherubini e
Lunga
notte di Medea (1949) di E. Alvaro.