(dal nome del mostro mitologico). Zool. - Forma planctonica mobile dei
celenterati, di cui rappresenta uno dei due fondamentali tipi morfologici,
distinta nelle due classi degli idrozoi (V.
IDROMEDUSE) e degli scifozoi (V.
SCIFOMEDUSE). Nella forma più semplice la
m., che
può raggiungere dimensioni notevoli (fino a 2 m), ha aspetto simile a
quello di un ombrello, con la faccia superiore (
esombrello) convessa e la
faccia inferiore (
subombrello) concava. Al centro della superficie
concava si trova un prolungamento, più o meno lungo, detto
manubrio, al cui apice si apre la bocca, che mette in comunicazione con
l'esterno la cavità gastrovascolare. Numerosi tentacoli, rivolti verso il
basso e alternati ad organi di senso, sono posti ai margini dell'ombrello: su di
essi si trovano speciali organi equilibratori e particolari cellule dotate di
liquido urticante (
cnidoblasti) che, al minimo contatto con un corpo
estraneo, fuoriesce e paralizza i piccoli animali di cui la
m. si nutre;
nell'uomo esso può causare eritemi più o meno gravi. Le forme e le
caratteristiche delle
m. possono variare a seconda degli ordini ai quali
appartengono; l'aspetto gelatinoso che accomuna la maggior parte di esse
è dovuto alla cosiddetta
mesoglea, strato di materiale gelatinoso
situato fra l'ectoderma e l'endoderma. La maggior parte delle
m. vive in
acqua marina, alcune specie in superficie, altre a notevole profondità;
solo raramente si riuniscono a formare colonie.