Stato insulare (2.045 kmq; 1.150.000 ab.) dell'Oceano Indiano, nell'arcipelago
delle Mascarene; sorge 900 km a Est del Madagascar. Comprende, oltre all'omonima
isola principale, anche le dipendenze delle isole Rodrigues, Agalega e il gruppo
dei Cargados Carajos. Capitale: Port Louis (146.499 ab.). Città
principali: Beau Bassin-Rose Hill, Curepipe, Quatre Bornes, Vacoas-Phoenix.
Ordinamento: capo dello Stato è il sovrano di Gran Bretagna,
rappresentato da un governatore generale; il potere esecutivo è
esercitato dal Governo, con a capo il primo ministro responsabile nei confronti
dell'Assemblea legislativa (70 membri, di cui 62 eletti a suffragio diretto ogni
cinque anni e 8 nominati dal Governo per riequilibrare la composizione etnica).
Moneta: rupia di Mauritius. Lingua ufficiale: inglese; idiomi prevalenti sono
però il creolo, un dialetto derivato dal francese, e, tra la popolazione
indiana, l'hindi. Religione: induista e cristiana; esistono, inoltre, minoranze
islamiche e buddhiste. Popolazione: è formata in gran parte da Indiani;
consistente anche la colonia bianca e quella dei
meticci.
Cartina dell'isola di MaurizioGEOGRAFIAMorfologia:
l'isola di
M. è formata da una serie di rilievi vulcanici ormai
spenti e spianati dall'erosione, che costituiscono la parte emersa della dorsale
sottomarina delle Mascarene. L'isola è attraversata all'interno da brevi
catene montuose che superano di poco gli 800 m (Piton de la Rivière
Noire, 827 m) e che si vanno spianando in un vasto tavolato centrale. Le coste
sono in genere alte, caratterizzate da falesie e circondate quasi interamente da
scogliere coralline. Presentano anche alcune ampie baie, tra cui la più
importante è quella che a Nord-Ovest ospita la capitale, Port Louis. I
fiumi (Grand River South East, Black River) hanno carattere torrentizio. ║
Clima: è tropicale umido, con temperature elevate e costanti
(26-27°C). Le precipitazioni, frequenti soprattutto tra ottobre e
aprile, cadono in particolare sul versante orientale. Tra gennaio e marzo
l'isola è spesso interessata da violenti cicloni. ║
Flora:
le rigogliose foreste subtropicali che caratterizzavano l'aspetto dell'isola
anteriormente alla sua colonizzazione sono state notevolmente ridotte a causa
dello sfruttamento forestale e dell'espansione della coltivazione della canna da
zucchero. Lembi delle antiche foreste di ebano che ricoprivano in origine il suo
territorio restano attualmente solo nella parte meridionale. ║
Fauna: ha subito gravissimi danni in seguito all'introduzione di nuove
specie animali e vegetali. Famosi sono i casi dell'estinzione del dodo, uccello
senza ali il cui ultimo esemplare fu esposto a Londra alla fine del XVIII sec.,
e la quasi totale scomparsa delle tartarughe
giganti.
ECONOMIAL'economia
è di tipo agricolo ed è basata, in particolare, sulla coltivazione
della canna da zucchero (introdotta ai tempi della colonizzazione portoghese nel
XVI sec.), che viene ampiamente esportata. A partire dagli anni Settanta
tuttavia è stata posta in atto una politica economica che mira a
diversificare la produzione agricola allo scopo di sottrarre il Paese alle
condizioni di estrema vulnerabilità economica che derivano da un regime
di monocoltura. Altre colture rivolte all'esportazione sono il tè, la
vaniglia, il tabacco, il caffè. Crescente rilevanza vanno acquistando
l'allevamento (bovini, caprini, volatili da cortile), la pesca e l'agricoltura,
destinate a coprire il fabbisogno interno, anche se restano tuttora
insufficienti a soddisfare le necessità di una popolazione che è
cresciuta nel corso dei secoli fino a raggiungere una densità tra le
più alte del mondo. Notevole impulso ha avuto negli ultimi decenni anche
l'industria, favorita dalla creazione di una zona franca, comportante esenzioni
doganali e fiscali, che ha attirato gli investimenti esteri. Accanto alle
industrie di trasformazione dei prodotti del suolo (zuccherifici, tabacchifici,
distillerie di alcool, fabbriche di birra) si stanno espandendo i settori
chimico, petrolchimico, tessile e dell'abbigliamento. Fiorente il turismo, che
registra un incremento notevolissimo, anche se non sufficiente a riequilibrare
la bilancia commerciale, che resta gravata da un pesante passivo. Gli scambi
commerciali avvengono in primo luogo con la Gran Bretagna, seguita da Francia,
Repubblica Sudafricana e Stati
Uniti.
STORIAConosciuta
e frequentata fin dal X sec. dai mercanti arabi, che vi avevano fondato
insediamenti costieri, l'isola di
M. fu toccata da navigatori portoghesi
nel 1505. Nel 1598 divenne base commerciale degli Olandesi che la battezzarono
con l'attuale nome in onore del principe d'Orange Maurizio di Nassau e
introdussero la coltivazione della canna da zucchero. Per alcuni decenni
(1638-1710) l'isola di
M. fu sede operativa della Compagnia Olandese
delle Indie, ma nel 1715 passò alla Francia che la ribattezzò
Ile de France unendola amministrativamente alla vicina isola Rodriguez. I
Francesi incrementarono la coltura della canna da zucchero, favorita anche da
una copiosa importazione di schiavi negri dall'Africa. Nel 1810, durante le
guerre napoleoniche, la Gran Bretagna per prevenire eventuali attacchi all'India
assediò l'isola con un corpo di spedizione e la costrinse a capitolare,
garantendo però ai coloni francesi la pratica della loro lingua e
religione. L'isola passò quindi definitivamente sotto l'amministrazione
inglese con il Trattato di Parigi nel 1814, quando venne decretata ufficialmente
colonia della Corona britannica. Dopo l'abolizione della schiavitù nel
1834, l'amministrazione coloniale inglese favorì l'immigrazione di coloni
indiani impiegati nelle piantagioni di canna da zucchero. Da queste vicende
storiche deriva la struttura etnica composita della popolazione dell'isola, che
vede ancora oggi una maggioranza indiana e tra gli Europei una prevalenza
francofona. Il processo di decolonizzazione ebbe inizio nel 1958 con l'adozione
del suffragio universale e l'allargamento del Consiglio legislativo, creato nel
1825 e dotato dal 1947 di una maggioranza elettiva. Il diritto di voto
candidò gli Indiani alla dirigenza in una prospettiva di indipendenza,
mentre nettamente più favorevoli a mantenere rapporti di dipendenza
politica con la Gran Bretagna, anche per ragioni di autodifesa, furono i creoli
e i franco-mauriziani (meticci cattolici di lingua francese discendenti da
schiavi). In questo clima di antagonismo tra i diversi gruppi etnici si svolsero
le elezioni generali del 1967, che diedero la maggioranza all'Independence Party
capeggiato dal laburista Seevoosagur Rangolaam, cui si contrappose il Partito
socialdemocratico del giovane Gaëtan Duval. Il 12 marzo 1968
M.
divenne Stato indipendente nell'ambito del Commonwealth. La vita politica dopo
l'indipendenza fu caratterizzata dal pluralismo, con partiti modellati in gran
parte sui gruppi etnici e linguistici, ma anche sugli interessi sociali. Se da
un lato il Partito socialdemocratico di Duval abbandonò l'iniziale
ostilità e iniziò un'intensa collaborazione con la maggioranza
sino ad entrare nel 1969 a far parte di un Governo di unità nazionale
sotto la presidenza di Rangolaam, dall'altro i franco-mauriziani e i creoli, per
iniziativa di Paul Bérenger, fondarono un partito radicale, il Mouvement
Militant Mauricien (MMM), che fece registrare una netta affermazione nelle
elezioni del 1976 (le prime dall'indipendenza), presentate come scelta fra
"democrazia" e "comunismo". Nonostante ciò il primo ministro Rangolaam
mantenne la maggioranza in Parlamento. Il MMM-PS, forte dell'appoggio popolare,
organizzò numerose manifestazioni di piazza, culminate con lo sciopero
dell'agosto 1979 in violenti scontri tra dimostranti e forze dell'ordine. Nel
1982 ci fu un capovolgimento politico: le elezioni assegnarono il 63% dei voti
alla coalizione MMM-PS e venne creato un Governo presieduto da A. Jugnauth con
Bérenger al ministero delle Finanze. Nel 1983 la coalizione entrò
in crisi quando Bérenger propose la lingua creola come lingua nazionale
nonostante la preponderanza di popolazione di ascendenza indiana; Jugnauth, che
aveva fondato il movimento socialista militante (MSM), formò una nuova
coalizione di destra insieme al socialdemocratico Duval e al vecchio leader
laburista Rangolaam, la quale vinse le elezioni del 1983 confinando
Bérenger all'opposizione e governò nel corso degli anni Ottanta,
pur dovendosi destreggiare tra i problemi dell'inflazione e della disoccupazione
e un grosso scandalo legato al traffico di droga. Nel 1990 il partito guidato
dal premier Jugnauth ruppe con gli altri componenti dell'alleanza e strinse un
accordo con il Movimento mauriziano militante (MMM). La nuova coalizione ottenne
ampi consensi alle elezioni parlamentari del 1991, presentando il progetto di
proclamare la Repubblica mediante un emendamento costituzionale. Il 12
marzo 1992,
M. si trasformò da Monarchia costituzionale in
Repubblica; in giugno Cassam Uteem divenne il primo presidente del Paese. Gli
indicatori sociali di
M. migliorarono a partire dal 1996. Nel giugno
1997, il MMM abbandonò la coalizione di Governo; pochi giorni dopo, il
Parlamento rielesse presidente Uteem. Nel marzo 2000 il Governo strinse una
serie di accordi bilaterali con l'India nei settori del commercio, delle
tecnologie informatiche, dei sistemi di sorveglianza costiera. Le elezioni
legislative anticipate del settembre 2000 decretarono la vittoria
dell'opposizione, rappresentata dal MSM di Anerood Jugnauth, diventato il
nuovo primo ministro, e dal MMM. Alla fine del 2000,
M. divenne membro
del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
LETTERATURASolo nel
XIX sec. apparve in
M. una letteratura scritta, in gran parte riflesso di
quella francese. Crogiolo di razze e culture,
M. sino a quel momento
possedeva infatti una cultura orale (fatta di racconti, leggende e proverbi)
fortemente legata al folclore creolo e tramandata grazie al dialetto creolo
degli schiavi importati dall'Africa e dal Madagascar. Il primo a discostarsi da
una letteratura di imitazione per ispirarsi al folclore locale fu il narratore
Ch. Baissac (1831-1891), seguito dal poeta L. L'Homme (1857-1928) che, con il
suo dramma
L'ultimo tributo (1883), aprì la strada al teatro
nazionale. All'indomani della guerra, l'élite intellettuale si
riunì intorno al futuro fondatore dell'Accademia Mauriziana (1964), il
critico Camille de Rauville (1910). Il poeta Robert Edward Hart (1891-1954)
riuscì a fondere nella sua opera le diverse componenti presenti ancora
oggi in
M., quelle anglosassone, francese, asiatica e africana. La
cultura mauriziana è infatti estremamente cosmopolita: oltre al francese,
anche l'inglese e le lingue orientali (hindi, hakka e cantonese) sono infatti
lingue letterarie. Ma, quale che sia la loro origine, razza e lingua, gli
scrittori di oggi si sentono innanzitutto mauriziani e nelle loro opere parlano
della storia, dei costumi, delle bellezze e dei problemi della loro terra. Tra i
più importanti narratori ricordiamo André Masson, Marcelle Lagesse
e Alexis d'Unienville, mentre tra i principali poeti André Legallant,
Magda Mamet, Raymond Chasle, Pierre-Georges Téléscourt e Kenneth
Nathaniel. Esiste anche il movimento della Negritudine, rappresentato da Jean
Erenne, Édouard Maunick (1938) e Jean-Georges Prosper. Al filone della
letteratura politicamente impegnata appartengono Anand Mulloo e Clifford Ng.
Kwet Chan.