Imperatore bizantino. Stratego delle milizie d'Oriente, dopo aver sconfitto i
Persiani nel 581 fu scelto da Tiberio II Costantino come suo successore e nel
582, alla morte dell'imperatore, salì al trono. Risolto il problema delle
pressioni esercitate dai Persiani in Oriente (attraverso una pace vantaggiosa
ottenuta da Cosroe II in cambio dell'appoggio fornitogli nella lotta alla
successione),
M. dovette far fronte alla minaccia rappresentata dagli
Avari; nonostante le vittorie conseguite dal suo generale Prisco, non seppe
impedire che essi si stabilissero in territorio bizantino. Dimostrò,
tuttavia, notevoli doti di organizzatore politico-militare: creò gli
esarcati d'Italia e d'Africa e fu autore dello
Strategicon, trattato
sull'arte militare. Nel suo testamento, con l'intenzione di riaffermare la
continuità dell'Impero e di attribuire anche a Roma un ruolo di rilievo,
divise il potere tra i quattro figli, assegnando al primo l'Oriente, al secondo
Roma e le "isole occidentali", al terzo l'Illirico, al quarto la Tracia.
Tuttavia le sue disposizioni non vennero rispettate. Infatti, in seguito alla
rivolta delle truppe danubiane,
M. e i figli furono uccisi; in quella
circostanza l'esercito proclamò imperatore il semibarbaro centurione Foca
(602) (Arabisso, Cappadocia 539 circa - Calcedonia 602).