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Mauritŕnia.

Stato (1.030.700 kmq; 2.817.000 ab.) dell'Africa nord-occidentale. Confina a Nord-Ovest con il Sahara Occidentale, a Nord-Est con l'Algeria, a Est e a Sud con il Mali, a Sud-Ovest con il Senegal e ad Ovest si affaccia sull'Oceano Atlantico. Capitale: Nouakchott. Città principali: Nouadhibou, Néma, Cansado, Rosso, Atar. Ordinamento: Repubblica presidenziale. Il potere esecutivo spetta al presidente della Repubblica, eletto ogni cinque anni a suffragio universale; il potere legislativo spetta all'Assemblea Nazionale i cui membri sono eletti ogni cinque anni. Il Paese è diviso in 12 regioni più il distretto della capitale Nouakchott. Moneta: ouguiya. Lingua ufficiale: arabo; sono usati il francese e i dialetti berberi. Religione: musulmana sunnita. Popolazione: l'etnia prevalente è quella dei Mauri, di origine araba e berbera, che rappresenta l'81% della popolazione; la restante parte è composta da popolazioni negre. Il 90% degli abitanti è concentrato nelle più ospitali zone meridionali, dove si trovano anche i maggiori centri urbani; complessivamente le città accolgono il 42,1% della popolazione, mentre il fenomeno del nomadismo, che negli anni Sessanta coinvolgeva ancora il 65% della popolazione, sta progressivamente diminuendo.

GEOGRAFIA

Attraversato dal Tropico del Cancro, il territorio della M. è occupato per buona parte dal Sahara, le cui distese sabbiose arrivano, a Occidente, fino all'ampia fascia costiera pianeggiante. Nella zona centrale il territorio si eleva in due vasti tavolati (il Tagant e l'Adrar) interrotti da formazioni collinari di modesta altitudine (500 m). La M. presenta la tipica idrografia sahariana: pochi e brevi corsi d'acqua, spesso a carattere stagionale. Fa eccezione il fiume Senegal che solca il Paese lungo il confine senegalese. Il clima è caratterizzato da temperature ovunque piuttosto elevate, con medie che si aggirano sui 30°C, e da scarsissime precipitazioni (inferiori a 100 mm annui), più frequenti nei mesi estivi e nelle regioni meridionali e costiere (dove si raggiungono anche i 300-400 mm annui). Di conseguenza la vegetazione è assai povera e concentrata nella zona meridionale dove predomina la savana con acacie (specie da gomma) e baobab, che lasciano il posto ad arbusti e piante grasse man mano che si va verso l'interno.
Cartina della Mauritania


ECONOMIA

Paese tradizionalmente povero, la M. ha visto aggravare la sua situazione economica negli anni Settanta a seguito delle vicende politiche che l'hanno vista protagonista. Gli anni Ottanta hanno segnato un deciso punto di svolta grazie a piani di sviluppo economico-sociale finanziati da capitale straniero (arabo e francese). Nonostante gli enormi successi riconosciuti anche a livello internazionale, l'economia della M. rimane estremamente fragile e segnata dalla dicotomia fra le poverissime zone del Nord e quelle più avanzate del Sud. L'allevamento (cammelli, ovini, caprini, bovini, equini), tradizionale attività delle popolazioni berbere, è praticato da un numero sempre minore di nomadi; i pascoli vengono strappati al deserto tramite lo sfruttamento dell'acqua del sottosuolo. L'agricoltura, confinata nel bacino del Senegal e nelle oasi, interessa solo lo 0,2% del territorio nazionale, ed è caratterizzata da colture di sussistenza: miglio, sorgo, leguminose, datteri, patate. L'edificazione di due grandi dighe e di canali di irrigazione lungo il corso del fiume Senegal ha permesso l'introduzione della coltura del riso. Le foreste, non molto estese, offrono gomma oltre che modesti quantitativi di legname. Durante gli anni Ottanta, attraverso interventi volti a estendere il monopolio di Stato sulla pesca e la lavorazione del pesce, si è cercato di valorizzare l'ingente patrimonio ittico del Paese: il pesce e i suoi derivati rappresentano infatti circa la metà delle esportazioni totali del Paese. La principale ricchezza della M. è legata al sottosuolo: sono abbondanti i giacimenti di ferro, rame, gesso, fosfati e ilmenite. L'attività industriale, nonostante gli interventi governativi degli anni Ottanta volti a favorirne la crescita, è piuttosto modesta: essa rimane legata a piccoli impianti per la lavorazione del pesce, dei prodotti agricoli e zootecnici affiancati da modesti zuccherifici, cementifici, una raffineria di petrolio e una miniacciaieria.

STORIA

Abitato fin dall'epoca preistorica, nel territorio oggi occupato dalla M. si insediarono gruppi di berberi nomadi (Tuareg) dediti all'allevamento che, assimilandosi agli autoctoni, diedero origine ai Mauri o Mori. I Mauri introdussero il dromedario nelle steppe sahariane e, dopo la sedentarizzazione avvenuta nel III sec. d.C., si dedicarono al commercio attraverso il Sahara, mettendo in contatto il Maghreb con l'Africa Nera. Islamizzati dagli Almoravidi nell'XI sec., vennero a far parte del loro Impero che si estendeva dal Senegal alla Spagna. Le successive lotte interarabe per l'egemonia e i conflitti tra Arabi e neri del Sud portarono alla suddivisione del territorio in numerosi emirati, nei quali la popolazione era organizzata in caste e i neri si trovavano in una posizione di sottomissione. La penetrazione europea nella regione cominciò a partire dal 1434, quando i Portoghesi fecero la loro comparsa sulle coste della M. fondando la stazione commerciale di Arguin, dove argento e tessuti venivano scambiati con oro, gomma arabica e schiavi. Nonostante la violenta opposizione dei Mauri contro gli stanziamenti europei, anche Olandesi, Inglesi e Francesi crearono sulle coste le proprie stazioni commerciali, dedite soprattutto al traffico degli schiavi. Tra il XVII e il XVIII sec. i Francesi posero le basi della propria egemonia sulla regione, diventando padroni indiscussi del mercato della gomma. La conquista vera e propria si compì tra il 1854 e il 1865, quando il generale Faidherbe costrinse l'emiro di Trarza ad accettare il protettorato della Francia, progressivamente esteso a gran parte della M. Nel 1920 la M. entrò nella Federazione dell'Africa Occidentale Francese (AOF) con il regime di colonia; a seguito del referendum del 1958 optò per l'autonomia nell'ambito della Comunità francese. Rivendicata dal Marocco come parte integrante del proprio territorio, la M. proclamò l'indipendenza il 28 novembre 1960 con il nome di République Islamique de Mauritanie. Nel maggio 1961 entrò in vigore la Costituzione di tipo presidenziale; Moktar Ould Daddah, eletto presidente nello stesso anno, rimase alla guida del Paese per 18 anni, mentre tutti i partiti confluirono nel Partito del popolo mauritano (PPM) che si costituì come partito unico. Numerosi furono i problemi che la M. post-coloniale si trovò ad affrontare, primo fra tutti quello del contrasto inter-etnico tra i neri di ceppo senegalese e i Mauri (arabo-berberi), che ebbe il suo acme nel 1966 a seguito dell'introduzione dell'insegnamento obbligatorio della lingua araba. La fine degli anni Sessanta fu altresì segnata da agitazioni animate dalla sinistra e da una grave siccità; in questa difficile situazione maturò la svolta del presidente Daddah, contrassegnata da una ridiscussione dei rapporti con la Francia e dall'avvicinamento all'ideologia socialista, concretizzatasi con la nazionalizzazione di alcune industrie. Nel 1975, a seguito della rivendicazione dell'adempimento degli accordi siglati con il Marocco e la Spagna per la spartizione del Sahara occidentale spagnolo, la M. si trovò ad affrontare la strenua resistenza del Fronte di liberazione del Sahara occidentale, contrario all'annessione. Gli indipendentisti sahariani, raccolti nel Fronte polisario, riuscirono (con l'appoggio dell'Algeria) a tenere in scacco la M. fino al 1979. Le sconfitte militari e il conseguente aggravamento delle condizioni economiche furono alla base del colpo di Stato militare del 1978 guidato dal maggiore J. Ould Saleck, che portò alla destituzione del presidente Ould Daddah. Dopo anni di incertezza, contrassegnati da regimi militari e avvicendamenti nella guida del Paese, nel 1984 il colonnello Manya Ould Sid Ahmed Taya salě al potere con un colpo di Stato, ponendosi l'obiettivo di realizzare una maggiore stabilità politica e di migliorare i rapporti con gli altri Paesi (attraverso alcune missioni in Tunisia, nel Mali e in Libia). I gravi disordini verificatisi fra maggioranza maura e minoranza negra nella valle del Senegal a causa della spartizione delle terre bonificate, coinvolgendo anche il Paese confinante, determinarono l'interruzione dei rapporti tra i due Paesi (1989-92) e scontri militari (1991). Incidenti fra le due etnie si verificarono in M. nell'ottobre del 1986, mentre nel 1989, come risposta a un eccidio di Mauri in Senegal, seguì un massacro di negri a Nouakchott. Nel luglio 1991 fu approvata la nuova Costituzione multipartitica per garantire la trasformazione del Paese da regime militare in Stato democratico e nel gennaio 1992, anno segnato da rivolte causate dalla svalutazione della moneta, si tennero le prime elezioni libere in seguito alle quali Ould Sid Ahmed Taya fu rieletto presidente. Il 1994, in un clima di grande tensione contrassegnato da rivolte di piazza e dall'arresto dei maggiori leader dei partiti di opposizione, vide il riaffacciarsi sulla scena politica del Paese del padre dell'indipendenza mauritana Mokhtar Ould Daddah. Nel gennaio 1994, però, i partiti di Governo trionfarono nelle elezioni amministrative, anche se i rappresentanti dell'opposizione lanciarono l'accusa di brogli. L'anno seguente, migliaia di manifestanti sconvolsero Nouakchott, bruciando automobili e saccheggiando negozi, in seguito all'aumento dei prezzi provocato dall'introduzione dell'imposta sul valore aggiunto. In giugno, i creditori della Mauritania accettarono di rinegoziare il debito pubblico, che fu parzialmente cancellato. In questo clima rovente, nel gennaio del 1996, il presidente Taya nominò primo ministro El Avia Ould Mohamed Khouna, fino a quel momento ministro della Pesa; successivamente, la maggior parte dell'opposizione boicottò le elezioni di aprile per la formazione di un nuovo Senato in cui il Partito Repubblicano Sociale e Democratico (PRSD) conquistò la maggioranza. Il PRSD trionfò anche nelle elezioni legislative di ottobre, in cui ottenne 71 dei 79 seggi dell'Assemblea nazionale. Nel dicembre del 1997, il presidente Taya fu rieletto con quasi il 90% dei voti e nominò primo ministro Mohamed Lemine Ould Guig. Nel settembre 1999 fu insignita del premio internazionale per i diritti umani di Norimberga Fatimata M'Baye, la prima donna avvocato della M., piů volte arrestata per aver criticato l'atteggiamento tollerante del Governo nei confronti della schiavitů, che interessa ancora il 40% circa della popolazione. Le elezioni per il rinnovo dell'Assemblea nazionale tenutesi nell'ottobre 2001 terminarono con la vittoria del Partito repubblicano democratico e sociale del presidente Taya. Le elezioni presidenziali tenutesi nel novembre 2003 confermarono il presidente uscente Taya, giunto al suo terzo mandato presidenziale. Ma i rapporti tra Taya e la maggioranza islamica della popolazione diventarono sempre piů tesi soprattutto a causa della "virata" attuata in politica estera: sostenitore negli anni Ottanta dei progetti egemonici di Saddam Hussein in Medio Oriente, in occasione della prima guerra del Golfo Taya diventň uno dei piů fedeli alleati degli Stati Uniti; a questo si aggiunse il riconoscimento di Israele, che causň molti problemi a Nouakchott nei rapporti con gli altri membri della Lega Araba. Scampato, tra il 2003 e il 2005, a ben tre falliti colpi di Stato, nell'agosto 2005 Taya venne deposto dai militari mentre si trovava in Niger; salě al potere il colonnello Ely Ould Mohammed Vall. Nel giugno 2006 i cittadini della M. approvarono, tramite referendum, la nuova Costituzione. Tra le nuove disposizioni, la Costituzione limitava a cinque anni il mandato presidenziale, rinnovabile una sola volta, mentre la precedente Carta non indicava limiti.