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Massonerìa.

(o frammassonerìa; dal francese franc-maçonnerie, der. di franc-maçon: libero muratore). Associazione segreta dei "liberi muratori", fondata a Londra agli inizi del XVIII sec., con fini di speculazione esoterica e spiritualistica. ║ Fig. - Consorteria o gruppo di persone che agiscono sui pubblici poteri solo in favore degli interessi privati dei singoli componenti del gruppo, che si proteggono reciprocamente. • St. - Accanto alla documentazione tradizionale di cui si avvale la ricerca storica, esiste un patrimonio di conoscenze sotterranee, che risalgono alla matrice esoterica della m. stessa. Sembra ormai appurato che le origini della m. debbano ricercarsi nelle corporazioni medioevali dei maestri comacini, dei costruttori di cattedrali e degli artigiani (muratori, scalpellini, tagliatori di pietre, carpentieri, maestri architetti), che ebbero una particolare diffusione in Francia. I muratori "franchi" o "liberi", cioè autorizzati al libero esercizio del mestiere, o francs-maçons, si riunivano in corporazioni professionali che, al di là del carattere propriamente tecnico ed economico (ars aedificatoria), si occupavano anche di problemi morali, religiosi, filosofici ed erano al servizio della militia templi. L'obbligo del segreto, inizialmente circoscritto alle tecniche di costruzione, si allargò sino a coprire l'intero campo di attività delle associazioni, che andarono elaborando un ricco patrimonio sapienziale caratterizzato da una particolare simbologia. Esemplari, in questo senso, sono i complessi architettonici di Chartres, di Reims, di Bourges, le cui proporzioni e decorazioni corrispondono a valori simbolici segreti, evocanti concetti filosofici e misterici. Tale simbolismo derivava dalle speculazioni di intellettuali e filosofi dei secc. XIII-XVII, come Raimondo Lullo, Giordano Bruno, Robert Fludd, per i quali gli invisibili legami tra il mondo sensibile e quello metafisico-divino erano rivelati da rapporti magico-alchemici. Intellettuali e filosofi, nonché personalità influenti della società e della vita politica, erano accolti come membri onorari, grazie a particolari cerimoniali di ammissione, accanto ai membri attivi, cioè a coloro che esercitavano il mestiere; già alla fine del XVI sec. i membri onorari predominavano e nel periodo successivo le associazioni persero ogni carattere professionale per acquisirne sempre più uno iniziatico-settario e si dedicarono ad attività civili e sociali. Nel 1598 in Scozia furono istituiti gli Statuti della corporazione dei muratori (masonry, da masons), ma la storia della m. vera e propria inizia il 1717, anno in cui quattro Logge (la loggia è la cellula di base di ogni sistema massonico) di Londra si fusero, dando vita a una Grande Loggia, che fu inaugurata il giorno di San Giovanni Battista, acclamato pertanto suo protettore. La Grande Loggia londinese pubblicò nel 1723 i suoi statuti o costituzioni (The Charges of a Freemason), ad opera di James Anderson e Jean Théophile Désaguliers, che vennero poi modificati nel 1738 (The Old Charges of the Free and Accepted Masonry), e segnarono il distacco definitivo dalle antiche forme associative: non più corporazione di mestiere, né teosofica, la m. acquistò una chiara connotazione politica (i membri pricipali erano nobili della corte inglese). Il suo codice prescriveva solidarietà, segretezza e sottomissione al potere civile, senza richiedere una esplicita fedeltà alla Chiesa cattolica, ma raccomandando solo una forma di deismo e di biblismo. Era bandita ogni intolleranza religiosa in nome di concezioni filantropiche, ispirate al razionalismo e al riformismo settecentesco e ai principi di una fratellanza morale universale. Si operava nel segreto per sfuggire all'opposizione del potere ecclesiastico, adottando un ricco cerimoniale di riti, prove iniziatiche, contrassegni segreti, parole d'ordine, che si è conservato sino ad oggi. Tra i vari simboli tratti dall'arte muratoria figuravano il martello, insegna del Maestro venerabile, il filo a piombo, la squadra, il compasso. Il "libero muratore" doveva partecipare alla costruzione della loggia (tempio di Salomone) e contribuire alla realizzazione di una società unita e libera dove gli uomini potessero vivere felici, indipendentemente dalle diversità in materia religiosa. Gli ordinamenti ispirati agli statuti della Grande Loggia londinese erano semplici e contemplavano tre gradi simbolici: apprendista, compagno e maestro. La trasformazione del profano in iniziato veniva descritta come la trasformazione della "pietra grezza" in "pietra cubica". Gli aderenti si impegnavano a coltivare l'amore fraterno, considerato "il fondamento e la pietra maestra". Numerose logge inglesi aderirono alla Grande Loggia londinese, e altre furono fondate come la Grande Loggia irlandese, costituitasi a Dublino (1730), e quella scozzese a Edimburgo (1736); quest'ultima si differenziò da quella inglese, adottando un proprio rituale e riconoscendo come patrono Sant'Andrea. Frattanto le logge massoniche si erano andate diffondendo anche nel continente europeo, a Firenze (1731) e Roma (1735), in Svezia e Portogallo (1735), ad Amburgo (1737), dove la m. ottenne il favore degli Hohenzollern ed ebbe come seguaci anche Lessing, Goethe e Fichte. In Francia, tra il 1725 e il 1730, alcuni giacobiti inglesi, ossia seguaci del deposto re Giacomo III, avevano divulgato gli ideali massonici. La prima Grande Loggia francese, Grand Orient, fu costituita a Parigi nel 1721; tra coloro che vi aderirono si annoverano anche Voltaire e Rousseau. Contemporaneamente la m. si era diffusa anche in America a seguito della colonizzazione inglese, ed ebbe un grande sviluppo dopo la fondazione della prima Loggia a Boston nel 1733. Tuttavia, accanto alla Grande Loggia londinese, si costituì un altro ramo massonico, detto di York (o della Vecchia M.), che non voleva riconoscere l'autorità della nuova loggia londinese, provocando una scissione tra gli Ancient Masons, caratterizzati da una maggiore religiosità e da un rituale di stampo confessionale, e i Modern Masons. Questa divergenza si risolse successivamente nel 1815 con la formazione del nuovo organismo della Gran loggia unita di Inghilterra-Gran loggia madre del mondo. Assai più complessi di quelli inglesi furono gli ordinamenti che le logge massoniche svilupparono nel continente, soprattutto in Francia, dove, durante la guerra di secessione austriaca, si formarono logge militari, che trasformarono "l'ordine di società" in un "ordine di cavalleria". Determinante fu lo scisma avvenuto nel 1742, ispirato dai maestri scozzesi che arricchirono il rito francese creando la m. dei gradi o scozzese o rossa (blu infatti era la m. inglese, basata su tre gradi simbolici). Tale rito aggiungeva ai tre gradi originari, 30 nuovi gradi suddivisi in capitolari o rossi (dal 4° al 18°), filosofici o neri (dal 19° al 30°) e amministrativi o bianchi o sublimi (dal 31° al 33°). Si ebbe ovunque una moltiplicazione di ordini e di gradi, basati su un sistema di tipo cabalistico. Così avvenne anche in Germania, dove maturò il sistema detto di Wilhelmsbad e dove prevalse un orientamento spiritualista e aristocratico, rivendicante la discendenza dall'Ordine Templare. In Italia la m. si andò evolvendo in senso anticlericale, accentuando le proprie componenti politiche liberaleggianti. La m. diede un notevole contributo alle rivoluzioni liberali e nazionali, a partire da quella spagnola del 1820, sostenendo le istituzioni economiche e politiche della borghesia. Le stesse società segrete liberali e nazionali dell'Ottocento si modellarono sulle logge massoniche, dalle quali derivarono gran parte del rituale e dei contrassegni segreti. Anche rivoluzionari quali Buonarroti, allievo di Babeuf, si servirono della m. come di una facciata per le proprie attività cospirative. Fu condannata come eretica in vari documenti pontifici, a partire dalla bolla In eminenti Apostolatus specula di Clemente XII, emanata nel 1738, fino all'enciclica di papa Leone XIII del 1884; solo con il Codice di Diritto Canonico del 1983 la m. non è più oggetto di condanna e di scomunica. Fu perseguitata dai regimi dittatoriali del XX sec., dai Governi fascisti e nazisti. ║ La m. in Italia: notevole fu il contributo dato al processo di unificazione nazionale dalla m. italiana, che si era costituita nel Grande Oriente nel 1805. Presto però insorsero rivalità tra le varie logge massoniche e profonde divergenze che ne resero precaria l'unità, soprattutto dopo il 1860. Tre erano i principali raggruppamenti: il Grande Oriente di Torino, di ispirazione governativa, il Grande Oriente di Palermo, repubblicano e separatista, e il Grande Oriente di Napoli, anch'esso di ispirazione repubblicana. Nel 1887, il Gran Maestro Lemmi riuscì a ristabilire l'unità massonica creando il Grande Oriente d'Italia, detto anche "di palazzo Giustiniani", dal nome della sua sede romana. Grandissima era allora l'influenza della m. tra la classe politica italiana, costituita per la quasi totalità da anticlericali. Massoni dichiarati erano Depretis, Crispi, Spaventa, Di Rudini, Cavallotti e lo stesso re. Nel 1908 la m. italiana si divise nuovamente in due branche, facenti capo una alla Loggia di Palazzo Giustiniani in Roma e l'altra alla Grande loggia nazionale italiana, che si riconosceva nel Supremo Consiglio di rito scozzese. Sin dal 1923, consapevole dell'importanza di guadagnarsi l'appoggio dei clericali, Mussolini, in contrasto con Farinacci, affermò che entrambe le sette della m. italiana erano incompatibili col Fascismo e prima delle elezioni del 1924 decretò la soppressione della m. Dopo il decreto ufficiale di scioglimento (1925) e l'entrata in vigore delle leggi eccezionali nel 1926, non pochi furono i massoni che subirono il carcere e il confino. Ancora vitale dopo la caduta del Fascismo, la m. ricostituì le sue sedi e, attraverso l'azione dei propri membri più influenti, riprese a tessere le file in importanti settori della vita politica e finanziaria. Nel 1981 la loggia P2 (Propaganda 2), di cui Licio Gelli era il Gran Maestro, fu sciolta dal Governo, al termine di un'inchiesta parlamentare che aveva dimostrato il coinvolgimento di alcuni membri della loggia segreta in operazioni politico-finanziarie illegali.