Re di Numidia. Figlio di Gaia, re dei Massili, dal 212 a.C. al 206 a.C.
combatté in Spagna contro i Romani insieme ai Cartaginesi. In seguito,
nel 204, passò dalla parte dei Romani e nel 203, con la loro
collaborazione, riuscì a sconfiggere Siface, usurpatore del trono alla
morte di Gaia. Nel 202, avendo avuto un ruolo decisivo nella vittoria di
Scipione a Zama,
M. ottenne come ricompensa dai Romani la
sovranità su tutto il Regno di Numidia. Negli anni che seguirono, quindi,
si dedicò soprattutto all'ampliamento e alla riorganizzazione economica e
sociale del suo Regno. In particolare, favorì l'urbanizzazione e la
trasformazione delle popolazioni nomadi in contadine, legò a sé i
capi tribù come vassalli, introdusse culti di divinità greche e
puniche, organizzò un esercito e una flotta. Tuttavia, la politica di
espansione territoriale condotta da
M. provocò, nel 150, la
reazione armata dei Cartaginesi.
M. li sconfisse facilmente, coinvolgendo
anche i Romani in una nuova guerra contro i Cartaginesi (terza guerra punica);
tuttavia, l'intervento romano e la conseguente organizzazione di una colonia
romana in Africa impedì a
M. l'ulteriore espansione territoriale
del suo Regno, che avrebbe potuto altrimenti rappresentare una minaccia per i
Romani stessi. Fu questa l'ultima azione militare di
M. il quale, in
punto di morte, affidò all'amico Scipione Emiliano l'incarico di
ripartire i propri domini fra i suoi figli (238 a.C. circa - 149 o 148
a.C.).