Stats Tweet

Mass-Media.

Voce inglese: mezzi di massa. • Sociol. - Termine che indica il complesso degli strumenti di comunicazione (radio, televisione, cinema, stampa, manifesti, ecc.), caratterizzati dall'elevato numero di destinatari e dall'estrema ampiezza del loro raggio di azione e di distribuzione. Oggetto della diffusione dei m. possono essere le informazioni e i prodotti culturali di qualunque tipo e natura. Pur essendo sempre esistita nella civiltà umana una qualche forma di comunicazione di massa, il concetto e il fenomeno mass-mediatico si è imposto alla riflessione sociologica in epoca industriale e, in particolare, nel secondo dopoguerra, quando le innovazioni tecnologiche hanno mutato qualitativamente il potere della comunicazione, in virtù dell'enorme estendersi del raggio di diffusione della stessa fra le masse. Se da un lato i m. possono essere considerati come fattori di emancipazione e di integrazione sociale, dal momento che favoriscono la partecipazione e la condivisione dei costumi e della cultura e la conoscenza delle informazioni essenziali alla vita di una determinata comunità, ugualmente ad essi si può imputare l'assunzione da parte di settori della società stessa di comportamenti devianti, quando diffondono su vasta scala modelli esistenziali divergenti da quelli tradizionalmente approvati e applicati. In tutti i casi è evidente l'indotto di potere che si collega al controllo di tali mezzi, sia esso esercitato da un singolo individuo o da partiti politici e gruppi di pressione. La questione centrale, relativamente all'uso dei m., è infatti il contenuto delle informazioni: mediante un'analisi dei messaggi è possibile cogliere non solo gli elementi espliciti di una comunicazione, ma anche quelli occulti o, inversamente, scegliere opportunamente quale contenuto si voglia diffondere e in che modo. L'analisi mass-mediologica rende riconoscibili sia i rapporti stabili tra m. e destinatario (vale a dire ciò che si presume il destinatario voglia ascoltare, leggere o vedere), sia i rapporti dinamici tra pregiudizi e stereotipi culturali acquisiti e la spinta al cambiamento esercitata su di essi dalle tecniche stesse della comunicazione di massa. È dunque possibile, partendo dai messaggi mass-mediologici, ricavare un indice dei valori culturali e psicologici esistenti e predominanti in una data società e, pur se entro limiti abbastanza ristretti, formulare previsioni circa l'evoluzione della società in oggetto e la possibilità di influenzarla. Gli effetti dell'azione dei m., che cominciarono ad assumere dimensioni degne di nota nell'America degli anni Venti, spinsero numerosi intellettuali ad esprimere la loro opinione in proposito, di modo che si crearono, per così dire, due correnti di pensiero. L'una, in difesa di una concezione elitaria della cultura e dell'arte, imputò ai m. il deterioramento del gusto estetico del pubblico (Nietzsche, Eliot), l'altra, di ispirazione marxista, individuò nell'industria culturale il più pericoloso strumento di inibizione politica e di controllo sociale esercitato dai gruppi di potere ai danni delle masse lavoratrici. Il problema degli effetti della comunicazione di massa, in grado di condizionare l'opinione pubblica in misura sempre crescente, è certamente rilevante ma, a causa della sua estrema complessità, di assai difficile valutazione. Se la maggior circolazione delle informazioni, infatti, può suscitare speranza in vista di una più omogenea integrazione dei differenti gruppi sociali, d'altra parte è ugualmente incombente il pericolo di una omologazione ed eterodirezione delle masse. La ricerca sociologica, infatti, ha rilevato quanto difficilmente i m. si assumano il rischio di entrare in conflitto con idee e tendenze socio-culturali dominanti (König), fatto che sembrerebbe deporre per un sostanziale assoggettamento degli stessi nei confronti dei gruppi di potere. Tuttavia, proprio la tendenza alla "globalizzazione" teorizzata da Marshall Herbert MacLuhan (V.), non ha comportato in realtà una totale indifferenziazione bensì, accanto a fenomeni innegabili di appiattimento dell'opinione pubblica, il facile accesso alle informazioni ha favorito la crescita di precise identità culturali, tanto più incisive quanto maggiore è la coscienza del ruolo centrale e attivo che può essere assunto dai singoli o dai gruppi nel processo comunicativo.