(o
Massora; dall'ebraico
massōrāh: tradizione).
L'insieme dei lavori di carattere filologico che i masoreti (cioè i dotti
rabbini) compirono dal V sec. al X sec. sul testo ebraico dell'Antico
Testamento, per fissarlo e assicurarne la corretta pronuncia nella lettura
sinagogale, mediante l'aggiunta di punti diacritici indicanti le vocali e gli
accenti. Si distinguono due scuole di masoreti: quella orientale o di Babilonia
e quella occidentale o di Tiberiade (Palestina) che si differenziano per i segni
particolari utilizzati per il sistema di vocalizzazione e di accentuazione. La
scuola di Tiberiade si impose nel X sec. grazie all'opera della famiglia Ben
Asher che elaborò il testo comunemente accolto. La
m. ha grande
importanza nella traduzione del testo biblico e per la sua interpretazione. Tra
le versioni più antiche ricordiamo il
Codex Cairensis (859),
relativo ai Profeti, il
Codex Leningradensis (1009), e il codice di
Aleppo (XI sec.).