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Maschio.

Biol. - Negli organismi a sessi separati, si definisce m. l'individuo che elabora i gameti maschili destinati a fecondare i gameti femminili in vista della riproduzione (V.). In molte specie il m. differisce dalla femmina per vari caratteri somatici, fisiologici, psichici, (detti caratteri sessuali secondari). In genere il m. è di dimensioni maggiori e più combattivo, mentre la femmina è più piccola e mansueta, tranne nel caso in cui debba difendere i propri piccoli. In casi sporadici, invece, il m. è più piccolo e la femmina, in particolare se piena di uova, risulta più voluminosa. • Tecn. - L'estremità di un pezzo avente una forma tale da poter essere inserita in una cavità corrispondente (nel pezzo che si chiama femmina). ║ Utensile per eseguire filettature all'interno di fori del diametro massimo di 60 mm. ║ Nell'industria estrattiva, utensile conico filettato, utilizzato per recuperare, dopo una rottura, pezzi di aste dal foro del sondaggio. • Arch. - Nelle costruzioni civili, la parte continua del muro di sostegno con contrafforti a contatto con il terrapieno da sostenere. ║ Nei castelli medioevali e nelle rocche del Rinascimento è la torre principale (detta anche mastio) contenente gli ambienti più importanti della fortezza, come l'abitazione del castellano, il tesoro, talora le prigioni e simili. Di pianta generalmente rotonda o quadrata, ebbe una grandissima diffusione fino al principio del XVI sec. In seguito perse la sua utilità difensiva per l'evolversi di artiglierie sempre più potenti in grado di demolirla facilmente. Venne allora denominata m. la parte del castello in cui si apriva il ponte levatoio. • Anat. - M. astragalico: la porzione della troclea astralgica che colma il mortaio tibio-fibulare, nell'articolazione tibio-tarsica.