Colossale statua mutila di Roma, che ritrae una divinità fluviale
giacente (forse il Tevere). Databile al I sec., la statua fu così
chiamata perché rinvenuta nel corso del Cinquecento nel Foro di Marte.
Venne installata inizialmente ai piedi del Campidoglio; dal 1644 è
conservata nei Musei Capitolini. Nel Seicento e nel Settecento i Romani usavano
appoggiare alla statua biglietti recanti satire ed epigrammi anonimi, tramite i
quali intessevano una sorta di dialogo ideale con la statua di Pasquino, davanti
alla quale posavano biglietti simili.