Filosofo romano. Nato sul Mar Nero da una famiglia agiata, la stessa del vescovo
di Sinope, si recò a Roma durante l'Impero di Antonino Pio e donò
alla chiesa della città un'ingente somma che gli fu restituita quando
divenne promotore del movimento che da lui prese il nome di Marcionismo
(V.). Esso si legava in buona parte alla dottrina
gnostica (che
M. mitigò per quanto riguarda la pretesa della gnosi
di sostituire la conoscenza alla fede e di trasformare il Cristianesimo in una
religione filosofica, ma conservò integralmente per quanto concerne il
dualismo tra bene e male) e al docetismo, la dottrina che negava la
realtà carnale e umana del corpo di Cristo, sostenendone la forma
apparente.
M. e i suoi seguaci professavano idee religiose eterodosse,
specie in riferimento all'interpretazione del Vecchio Testamento, considerata
inconciliabile con il messaggio di Cristo: al Dio dell'Antico Testamento,
demiurgo crudele, imperfetto e di intelligenza inferiore, contrapponevano
infatti il Dio buono e superiore del Vangelo, rivelato da Cristo, venuto sulla
Terra non come uomo, ma come puro spirito con sembianze mortali e fatto
crocifiggere dalla divinità maligna. Da una simile teologia derivava una
morale rigidamente ascetica, per la quale la materia, opera del demiurgo, doveva
essere combattuta.
M. fece inoltre proprio il principio gnostico della
lotta tra bene e male che coinvolge l'uomo; questi poteva vincere in se stesso
il male attraverso una pratica di severa mortificazione della carne e degli
istinti, seguendo il
triplice sigillo: 1) digiuni prolungati e rigorosa
dieta vegetariana, con assoluta astensione dai cibi animali; 2) astensione dalla
proprietà e dal lavoro; 3) astensione dai rapporti sessuali, anche nel
matrimonio. Questa dottrina gli valse la scomunica. Fondò allora (144)
una propria Chiesa che ebbe vasta diffusione e continuò a esistere sino
al V sec., quando si disgregò in varie sette. Le opere fondamentali di
M. non ci sono note direttamente, ma mediante l'
Adversus
Marcionem, composto da Tertulliano in polemica con il Marcionismo e i suoi
seguaci. Conosciamo così l'
Antitesi e l'
Instrumentum: la
prima raffrontava l'Antico col Nuovo Testamento, dimostrandone
l'incompatibilità; il secondo conteneva quello che a suo parere doveva
essere considerato il vero testo sacro, costituito da una versione epurata del
Vangelo di san Luca e da dieci lettere di san Paolo, anch'esse epurate (Sinope,
Asia Minore 85 - Roma 160 circa).