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Manìa.

Psicosi caratterizzata da euforia, accelerazione psicomotoria, esaltazione tumultuosa, considerata come una fase della psicosi maniaco-depressiva. Il termine era un tempo usato come sinonimo di pazzia; passò poi a indicare deliri sistematizzati e forme ossessive. Il termine fu inoltre usato per indicare tendenze impulsive o istintive. Oggi prevale la tendenza a designare con tale termine le psicosi affettive. La sintomatologia è caratterizzata da iperattività motoria e mentale che porta a eccitamento, insonnia, accelerazione della ideazione e fuga di idee, ossia a una rapidità di pensiero in cui le connessioni tra un'idea e quella successiva sono basate su associazioni superficiali, deboli, non logiche; alterazioni dell'umore, la cui intonazione è fondamentalmente euforica, senza però escludere la facile irritabilità e le esplosioni di collera. Caratteristiche sono pure le turbe del linguaggio espressivo: il flusso verbale diventa incessante, oltre che accelerato. L'immaginazione incontrollata può tradursi in fantasie sostenute da idee di grandezza e, a volte, compare un vero e proprio delirio di megalomania. Sono descritte forme acute, periodiche, transitorie e croniche, anche se raramente la m. assume un decorso cronico. Stati maniacali possono alternarsi a stati depressivi e, in tal caso, si ha la psicosi maniaco-depressiva. La terapia è in genere basata su elettroshock e farmaci sedativi.