Divinità degli indiani d'America. Il termine
m. era usato da una
sola tribù, quella degli Algonchini, mentre altre tribù lo
chiamavano
gsupà, magspè, wakan, ecc.
M. non
presiedeva un preciso sistema teologico e neppure poteva essere considerato come
una entità soprannaturale nel senso proprio alle religioni del vecchio
mondo: era piuttosto un modo per raffigurare il potere magico che permeava la
natura; a questa entità veniva riferito tutto quanto appariva misterioso,
fatale, spaventoso. Solo presso alcune tribù, questo tipo di religione
naturalistica si evolse fino a identificare
m. con un ente supremo;
è solo in queste tribù che gli verranno attribuiti a seconda dei
casi gli appellativi di Grande Mistero o Grande Spirito. Più spesso
m. è il Sole o il Padre del Cielo che si univa alla Madre Terra
nel tuono o nel fulmine e nella pioggia. Soprattutto durante il periodo delle
guerre contro i bianchi si presentò con una raffigurazione originale:
quella di un eroe dall'aspetto umano che veniva in aiuto all'uomo oppresso e
liberava la terra dai mostri o di un eroe culturale che insegnava agli uomini le
arti e i mestieri, come ad esempio il Vecchio Uomo Coyote della tradizione
religiosa dei Crow. Se la presenza di
m. permeava la natura, non per
questo gli indiani ne coltivarono un culto particolare; oggetto di culto era
infatti solo la miriade di spiriti tutelari che accompagnavano la vita di ogni
uomo.