Comunità religiosa vivente nella Mesopotamia meridionale e nelle regioni
finitime della Persia; cosiddetta dal nome di Manda d Hayya, il salvatore nella
religione Mandèa. La setta ha carattere gnostico e le sue origini sono
molto antiche. Progressivamente ridottisi di numero, i
M. assommano ora a
poche migliaia; parlano un dialetto aramaico, affine a quello del Talmud
babilonese; usano una scrittura propria, simile a quella siriaca. La letteratura
religiosa dei
M. è abbondante; il testo principale è il
Ginza (Tesoro), diviso in due parti, che contengono a loro volta numerosi
trattati: è un insieme di scritti teologici, mitici, lirici, giuridici.
Il sistema teologico dei
M. è dualistico. Al sommo principio
buono, denominato Vita o Luce, si contrappone il rappresentante del male e delle
tenebre, Ur. La cerimonia più importante dei
M. è il
battesimo, che si fa in acqua corrente e in più occasioni, non solo per
le persone ma anche per gli oggetti. Vi è poi una specie di comunione,
con pane senza sale non fermentato e acqua, e una segnatura con l'olio che
rassomiglia alla cresima. Numerosi sono gli interdetti, specie sui cibi e sulla
mattazione degli animali.