Stato (1.248.574 kmq; 11.950.000 ab.) dell'Africa nord-occidentale. Privo di
sbocco al mare il
M. confina a Nord con l'Algeria, a Ovest con la
Mauritania e il Senegal, a Sud con la Guinea e la Costa d'Avorio, a Est con il
Burkina Faso e il Niger. Capitale: Bamako. Ordinamento: Repubblica
presidenziale; il potere legislativo è esercitato dall'assemblea
nazionale; il potere esecutivo spetta al presidente della Repubblica. Il Paese
è diviso in 7 regioni, a cui si aggiunge il distretto urbano di Bamako.
Moneta: franco della Comunità Finanziaria Africana. Lingua ufficiale:
francese; molto diffuse le lingue e i dialetti locali. Religione:
prevalentemente musulmana; sono presenti minoranze animiste e cristiane.
Popolazione: sono presenti varie etnie; i Bambara (32%), i Fulbe (14%), i
Songhai (7%), i Sarakote, i Dogon.
GEOGRAFIAIl
territorio è formato a Nord da ampie pianure che fanno del Tanezrouft
parte del deserto del Sahara; questa zona è interrotta dal massiccio
dell'Adrar des Iforas, che raggiunge l'altezza di 853 m. La sezione intermedia
è caratterizzata da una zona depressionaria attraversata dal fiume Niger
che alla confluenza con il Bani forma un delta e una serie di isole fluviali e
di laghetti. La parte Sud-Ovest è interessata dalle propaggini del Fouta
Djalon, che si eleva a circa 900 m, ed è percorsa dal fiume Senegal. Data
la posizione geografica, il
M. è interessato da un clima in
prevalenza steppico-desertico; alla stagione asciutta (novembre-giugno) segue la
stagione delle piogge, provocata dai monsoni. La vegetazione spontanea, limitata
a radi cespugli nella regione sahariana, si trasforma verso Sud in steppe e
savane, arricchite in talune zone da essenze arboree (mogano, baobab).
Cartina del Mali
ECONOMIA
Il
M., con un reddito medio annuo estremamente basso, è uno dei Paesi
più poveri del mondo: ha dovuto ricorrere ripetutamente all'aiuto
internazionale. L'agricoltura, ostacolata da lunghi periodi di siccità,
è insufficiente a soddisfare le richieste del mercato interno. I
principali prodotti sono: riso, miglio, mais, sorgo; fra le piante industriali,
cotone e arachidi. Nelle aree steppiche è diffuso l'allevamento ovino,
caprino, bovino, che incrementa un vivace commercio di bestiame vivo e di pelli.
La pesca, praticata nel Niger, costituisce una notevole risorsa economica,
fornendo prodotti per l'esportazione. Giacimenti di sale a Taondenni (Sahara).
Il settore industriale più sviluppato è quello dell'energia
elettrica, nel quale il
M. ha raggiunto l'autosufficienza. Vi sono poi
impianti tessili per la produzione dello zucchero e per la lavorazione della
pelle. Carente la rete delle comunicazioni terrestri.
STORIAL'attuale
territorio del
M. fece parte dei grandi imperi sudanesi Ghana (IV sec.
1077), Mali (1240-1464), Songhai (1492-1594), noti per la loro potenza, che
intrattennero stretti legami col mondo musulmano dell'Africa settentrionale, di
cui condividevano la religione, pur preservando numerose usanze precedenti e il
principio della discendenza matriarcale. Nel 1594, con la fine dei grandi imperi
sudanesi, il territorio cadde sotto la dominazione marocchina e,
successivamente, venne diviso in vari regni che, nella seconda metà del
XIX sec. furono costretti ad accettare il protettorato francese, costituendo poi
la colonia del Sudan francese. Iniziatosi il processo di decolonizzazione,
nell'aprile 1956 il territorio sudanese ottenne una più ampia autonomia
nell'ambito dell'Unione Francese e, col referendum istituzionale del 28
settembre 1958, assunse lo status di repubblica autonoma nell'ambito della
Comunità Francese (
Repubblica Sudanese) avviandosi verso la totale
indipendenza sotto la presidenza di Modibo Keita. Nel gennaio 1959, dopo lunghe
trattative con i rappresentanti del Senegal, nacque la
Federazione del
M., primo nucleo costitutivo di una più ampia federazione di Stati
dell'Africa occidentale. Nel giugno 1960, il leader senegalese L.S. Senghor fu
eletto presidente della Federazione, ma l'approfondirsi dei contrasti tra i
rappresentanti dei due Stati portò, nell'agosto successivo, al ritiro del
Senegal e alla creazione della Repubblica indipendente del
M., sotto la
presidenza di Modibo Keita. La vita del nuovo Stato, privo di sbocchi al mare e
tenuto dalla Francia fuori dai piani di sviluppo economici coloniali, si
presentò tutt'altro che facile. L'avvicinamento di Keita alle posizioni
dell'Africa rivoluzionaria, espresse da Nkrumah e Sékou Touré,
presidenti rispettivamente del Ghana e della Guinea, portò il
M. a
costituire, insieme con questi due Paesi, l'unione degli Stati Africani (UEA) e
a rompere ogni rapporto con la Francia, così da provocare l'isolamento
dai vicini Paesi francofoni, soprattutto dal Senegal di cui il
M.
rappresenta l'entroterra naturale. L'esperimento rivoluzionario fu reso
particolarmente difficile dalla grande povertà e arretratezza del Paese,
assai carente in fatto di infrastrutture, lacerato da divisioni tribali e
caratterizzato da un diffuso nomadismo. Nonostante la drammatica situazione
economica e le divergenze di indirizzo all'interno del partito unico, Union
Soudanaise, e del Governo, la dirigenza politica maliana riuscì a
mantenere il controllo della situazione e, con l'istituzione di milizie popolari
nel marzo 1966, a scongiurare per qualche tempo un colpo di Stato militare.
Quando ormai sembrava che la fase più critica fosse stata superata, i
militari, capeggiati dai capitani Yoro Diakité e Moussa Traoré (19
novembre 1968), si impadronirono del potere, ponendo fine a uno degli ultimi
caposaldi del nazionalismo africano. Epurazioni e arresti continuarono a
colpire, anche negli anni seguenti, quanti fossero sospettati di simpatia verso
il passato regime, mentre la situazione economica registrava scarsi
miglioramenti e, nonostante le ripetute asserzioni di provvisorietà, i
militari continuarono a tenere le redini del potere. Andarono inoltre
manifestandosi disaccordi tra i giovani militari al potere, tali dissensi
provocarono vari rimaneggiamenti nel Governo, tra cui particolarmente ampio fu
quello attuato nel settembre 1969. In quell'occasione, Yoro Diakité, da
capo del Governo, fu retrocesso a ministro dei Trasporti, mentre Traoré
cumulava le cariche di capo dello Stato e del Governo. Nell'aprile 1971 venne
data notizia di un fallito colpo di Stato capeggiato da Yoro Diakité,
vicepresidente del Comitato militare di liberazione nazionale (CMLN) e da Malik
Dialo ministro delle Informazioni, ai quali tuttavia non furono inflitte gravi
pene e rimasero tra le personalità più in vista del regime. Nel
settembre 1976 Traoré creò l'UDPM (Unione Democratica del Popolo
del
M.) che in breve, nonostante la sua politica tesa a limitare il
potere dei militari, diventò l'unico partito del Paese. Le elezioni del
1979 videro un nuovo successo di Traoré a cui seguivano agitazioni
studentesche contro la politica governativa. Queste proteste culminarono nel
1980 con scontri armati che portarono alla cattura del leader dell'opposizione
studentesca Camara, morto poi in carcere per le torture subite. Tali avvenimenti
non ebbero però nessuna ripercussione sull'influenza di Traoré che
venne riconfermato presidente (col 98% dei voti) nelle elezioni del giugno 1985.
Traoré nel 1988, allontanato il suo vice Bada Diatra, ottenne il
controllo totale del partito. In campo economico si tentò una parziale
privatizzazione, che comunque non portò ad apprezzabili risultati anche a
causa della dilagante corruzione. Nel 1990 il
M. fu posto sotto accusa
dalla comunità internazionale per la repressione della popolazione nomade
dei Tuareg. Nel marzo 1991, un colpo di Stato pose fine alla dittatura del
presidente Traoré. Nel 1992 il Paese si diede istituzioni democratiche,
approvando mediante referendum una nuova Costituzione fondata sul
multipartitismo. Venne nominato presidente della Repubblica Alpha Oumar
Konaré, esponente dell'Alleanza per la democrazia del Mali (ADEMA), poi
rieletto nel 1997. Per tutti gli anni Novanta il
M. fu travagliato da
violenti conflitti politico-sociali, che nel 1997 portarono alle momentanee
dimissioni del primo ministro Ibrahim Boubacar Keità, anch'egli
esponente dell'ADEMA. Keità fu definitivamente sostituito alla
guida del Governo nel 2000 da Mande Sidibe. Nel settembre 2001 le piene provocate da insistenti piogge distrussero migliaia di abitazioni ed ettari di terreno destinato alle coltivazioni. Le elezioni presidenziali del 2002 decretarono la vittoria del generale Amadou Toumani Toure.