Stato insulare (298 kmq; 289.480 ab.) dell'Asia, nell'Oceano Indiano, al largo
delle coste sud-occidentali del Deccan. L'arcipelago consiste di 20 atolli per
complessive 1.087 isole coralline, di cui 220 abitate. Le isole maggiori sono
quelle di Male, Addu, Suvadiva. Capitale: Male. Ordinamento: Repubblica
presidenziale. Il presidente della Repubblica è eletto ogni 5 anni ed
esercita il potere esecutivo, coadiuvato da un Consiglio dei ministri. Il potere
legislativo è affidato al Parlamento, costituito da 48 membri. Fa parte
del Commonwealth. Moneta: rupia delle Maldive. Lingua ufficiale: dialetto
singalese. Religione: musulmana. Popolazione: deriva dalla mescolanza di un
gruppo indiano e di un gruppo arabo.
GEOGRAFIALe
M. sono un gruppo di isole di origine corallina che poggiano su un'ampia
piattaforma in piena area equatoriale. Il loro clima caldo-umido favorisce lo
sviluppo delle foreste.
Cartina delle Maldive
ECONOMIA
Attività principali sono la coltura delle noci di cocco e della frutta,
in buona parte esportati; altre risorse economiche sono costituite dalla pesca, dai
trasporti marittimi e, soprattutto, dal turismo.
STORIAIl fatto di
essere disseminate nell'Oceano Indiano, a circa quattrocento miglia dallo Sri
Lanka, consentì alle
M. di salvaguardare la propria indipendenza
nel corso dei secoli. Furono tuttavia mantenuti costanti legami culturali ed
economici con lo Sri Lanka, di cui è originaria la popolazione delle
isole. Queste furono sottoposte a frequenti incursioni (XVI-XVII sec.) da parte
dei pirati del Malabar e vennero trascurate dalla colonizzazione portoghese. Si
posero poi volontariamente sotto la protezione olandese, costituendosi in
sultanato. Sottoposte a protettorato britannico nel 1887, furono unite
all'amministrazione coloniale di Ceylon che, divenuta indipendente nel 1948, ne
rivendicò il possesso in nome degli antichi e nuovi legami. Le
autorità inglesi si limitarono a concedere al sultanato la piena
autonomia amministrativa per gli affari interni, sotto la sovranità del
sultano Al Amir Mohammed Fari Didi, nominato nel 1954. Poiché la
popolazione maldiva rivendicava la piena indipendenza, si ebbe tutta una serie
di contrasti che raggiunsero la fase culminante nel 1957. Nel gennaio di
quell'anno, era stato siglato un accordo tra il sultano e la Gran Bretagna per
la concessione, a quest'ultima, di una base aeronovale nell'isola di Gan,
nell'atollo di Addu. Pochi mesi dopo, in seguito all'elezione a primo ministro
del nazionalista Ibahim Nasir, i lavori di costruzione cominciarono a essere
osteggiati dal Governo che giunse a vietare ai lavoratori locali di prestare la
propria opera per la costruzione della base. Alle pressioni del Governo
centrale, la popolazione dell'atollo Addu, economicamente favorita
dall'installazione della base aereonavale, rispose mettendo in atto la minaccia
di secessione, e dando vita alla minuscola Repubblica Unita delle Suvadive. Nel
febbraio 1960 si arrivò a una soluzione di compromesso tra il Governo
delle
M. e la Gran Bretagna che, in cambio della cessione per un
trentennio della base di Gan, si impegnava a non riconoscere altra
autorità all'infuori del Governo di Male. Tuttavia, in seguito al rifiuto
del Governo secessionista di sottomettersi all'autorità centrale, si ebbe
un ulteriore aggravamento dei rapporti con Londra. Solo nel settembre 1963 si
arrivò alla firma di un accordo conclusivo, con cui la Gran Bretagna si
impegnava a ristabilire l'autorità del Governo centrale sulle isole
ribelli e a concedere al sultanato la completa indipendenza, proclamata il 26
luglio 1965. Nel marzo 1968 un referendum istituzionale detronizzò il
sultano e nel novembre dello stesso anno venne proclamata la Repubblica. Nel marzo
1975 la vita politica del piccolo Stato venne turbata da un incruento colpo
di forza da parte del presidente della Repubblica Amir Ibrahim Nasir, che
portò alla destituzione del primo ministro Ahmed Zaki, accusato di aver
governato con scarsa onestà. Nasir abolì inoltre la carica di primo ministro,
assumendone personalmente le funzioni. Nel 1978 fu eletto il progressiata Abdul
Gayoom che, nonostante i due tentativi di colpo di Stato nel 1980 e nel 1988, è ancora
al potere, dopo essere stato riconfermato nel 1983, nel 1988, nel 1993, nel 1998 e nel
2003. Ampliato il proprio Consiglio consultivo, dichiarò di voler proseguire le riforme
sulla strada della democrazia. Ma la mancata attuazione di questo programma accrebbe
il malcontento verso l'Esecutivo che, nell'agosto 2004, sfociò in una manifestazione
nella quale si reclamava maggiore democrazia nel Paese. La protesta, ammutolita
dall’esercito per mezzo di gas lacrimogeni, portò all’arresto di un centinaio di
persone. Nel dicembre 2004 il violento tsunami che devastò molti Stati del Sud-Est
asiatico colpì marginalmente anche le
M., causando decine di vittime.
Nel luglio 2005 il Parlamento votò all'unanimità una riforma politica che consentì il
multipartitismo. Nonostante ciò, il Partito democratico delle Maldive (MDP), all'opposizione,
denunciò a più riprese l'autocrazia del presidente Gayoom, in carica dal 1978, e
la costante violazione dei diritti umani, chiedendo riforme in senso democratico.
Il maremoto che ha colpito gli Stati del sud-est asiatico il 26 dicembre 2004