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Malawi.

Stato (118.484 kmq; 11.937.934 ab.) dell'Africa sud-orientale. Confina a Nord con la Tanzania, a Ovest con lo Zambia, a Est e a Sud con il Mozambico. Capitale: Lilongwe. Ordinamento: Repubblica di tipo presidenziale, membro del Commonwealth. Il potere esecutivo è esercitato dal presidente, quello legislativo dall'Assemblea nazionale. Moneta: kwacha. Lingua ufficiale: inglese; sono in uso i vari idiomi bantu, il più diffuso dei quali è il chichewa. Religione: animista; minoranze cristiane e musulmane. Popolazione: le etnie principali sono tre: i Nyanja, gli Ngumi e gli Yao.

GEOGRAFIA

Il territorio del M., morfologicamente molto vario, è in prevalenza montuoso e presenta profonde depressioni provocate dai movimenti tettonici che diedero origine alla Rift Valley. L'elemento idrografico più importante è il Lago Niassa, lungo 550 km e largo da 25 a 35 km, il cui immissario principale è lo Shire, che collega il Niassa con lo Zambesi. Il clima, temperato nelle alte terre occidentali, si fa più caldo e umido in quelle basse, digradanti verso il lago. Le piogge sono concentrate fra novembre e dicembre. La savana domina sugli altipiani; lungo i fiumi tributari del Niassa e presso il lago prevale la foresta a galleria.
Cartina del Malawi


ECONOMIA

Il M. è tra gli Stati più poveri dell'Africa. L'economia è rimasta immutata dall'epoca coloniale e si basa principalmente sull'agricoltura. Per quanto riguarda la produzione agricoltura (mais, di cui il M. è uno dei maggiori produttori, sorgo, riso, patate, manioca, arachidi, tabacco, tè, cotone), il Paese ha raggiunto l'autosufficienza; modesto l'allevamento bovino e caprino. Dalle foreste si ricavano legni pregiati (mogano, teak, cedro), in gran parte esportati, che alimentano l'industria del legno. Arretrate le industrie, ancora di tipo artigianale.

STORIA

La regione intorno al lago Niassa fu probabilmente toccata da navigatori portoghesi all'inizio del XVII sec., ma le prime notizie sicure si ebbero solo dopo l'esplorazione compiuta nel settembre 1859 da una spedizione guidata dall'inglese David Livingstone. Divenuta nel 1878 zona di operazione dell'Africa Lakes Company, nel 1891 assunse lo status di Protettorato britannico del Nyasaland. Con l'avvio del processo di decolonizzazione, entrò a far parte, nell'agosto 1953, della Federazione dell'Africa Centrale (Rhodesia-Nyasaland). Fallito il tentativo federativo, il 6 luglio 1964, sotto la guida di Hastings Kamuzu Banda, acquistò la piena indipendenza, assumendo l'attuale nome e divenendo, due anni dopo, Repubblica presidenziale associata al Commonwealth. Si trattò tuttavia di un'indipendenza più formale che sostanziale, dati i condizionamenti imposti al nuovo Stato dalla sua sfavorevole posizione geografica. Il M. infatti dipende dai Paesi vicini, sia per i collegamenti, sia per il rifornimento di alcuni alimenti base, sia per il mercato del lavoro. Con il passare degli anni il M. si andò sempre più legando ai regimi "bianchi" dell'Africa meridionale oltre che per esigenze di natura economica, anche per una precisa scelta politica. Nel 1971 Banda divenne presidente a vita, concentrando nelle sue mani tutto il potere. L'istituzione del partito unico, il Malawi Congress Party (MCP), non eliminò i dissidi emersi all'indomani dell'indipendenza, che portarono a vari tentativi di colpo di Stato. La dura repressione poliziesca non riuscì, tuttavia, ad annientare l'opposizione. Non tenendo conto delle opposizioni interne ed esterne, Banda rese sempre più stretti e amichevoli i rapporti con il Sudafrica. Nel maggio 1970, il primo ministro sudafricano Vorster compì una visita ufficiale nel M., ricambiata nell'agosto del 1971 da Banda, la cui politica collaborazionista coi regimi "bianchi" lo portò anche a solidarizzare col Portogallo nella lotta contro i guerriglieri del Mozambico. L'indipendenza delle colonie portoghesi, comunque, non modificò la politica di Banda. Negli ultimi anni Settanta continuò a concedere asilo politico ai dissidenti mozambicani e a sostenere la lotta dei ribelli zimbabweani contro il Fronte patriottico. Con l'indipendenza dello Zimbabwe il M. dovette rivedere la sua linea per evitare l'isolamento politico. Infatti Banda, pur mantenendo rapporti amichevoli con il Sudafrica, ritenne opportuno allacciare relazioni diplomatiche con i nuovi Governi dei Paesi confinanti. Nel maggio 1992, un'ondata di manifestazioni contro il regime, la più consistente dall'indipendenza, fu duramente repressa dal presidente Banda. Successivamente il presidente fu costretto a rintrodurre il multipartitismo (1993) e a concedere una nuova Costituzione di tipo presidenziale (1994). In occasione delle libere elezioni tenutesi nel 1994 fu eletto presidente Bakili Muluzi, esponente del Fronte democratico unito (UDF). Nelle elezioni legislative il suo partito, il Fronte Democratico Unito (United Democratic Front), ottenne 84 dei 117 seggi disponibili. In settembre Banda, il cui partito aveva conquistato solamente 55 seggi, decise di abbandonare l'attività politica. Durante tutto l'anno il M. subì, però, le conseguenze di una grave siccità, che provocò scarsità di generi alimentari. Nel quadro di una situazione sociale sempre più difficile, l'Esecutivo proseguì con una politica di riduzione della spesa pubblica. Il presidente Muluzi, rieletto nel 1999, nel 2000 destituì l'intero Governo e assunse ad interim la gestione di tutti i ministeri. Il premier motivò questa manovra sostenendo che in questo modo avrebbe frenato la corruzione dilagante nella pubblica amministrazione. Le elezioni, che avrebbero dovuto svolgersi nell'aprile 2001, furono rinviate a data da destinarsi, a causa delle violenze scoppiate tra i sostenitori del presidente Muluzi e l'opposizione, guidata da Gwanda Chakuamba, leader del MCP.