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Maiòlica.

(dal nome dell'isola di Maiorca). Tipo di ceramica a pasta tenera e porosa, ricoperta di smalto, a base di stagno e zinco che può essere bianco o colorato, opaco o trasparente con riflessi metallici e vetrosi. La materia di partenza, di natura argillosa, viene forgiata a piacere e quindi sottoposta a una serie di cotture e raffreddamenti che portano il prodotto finito ad assumere le note caratteristiche di resistenza alle temperature elevate e agli agenti corrosivi. Per questo, la m. viene impiegata nei rivestimenti delle stufe, degli articoli sanitari e igienici, ma è anche altrettanto usata con intento puramente ornamentale per piastrelle e oggetti d'arte (V. OLTRE). ║ Oggetto realizzato in m. • Artig. - M. verniciate: composte di una pasta grossolana a base di argilla con impurità calcaree e silicee, rivestite di una vernice piombifera incolore o colorata, facilmente intaccabile dagli acidi. I pezzi, generalmente stoviglie, vengono cotti a bassa temperatura, verniciati e quindi introdotti nuovamente nel forno per la cottura definitiva. ║ M. smaltate o comuni: usate soprattutto per mattonelle di rivestimento da pareti, sono composte di una pasta uguale alla precedente, ma ricoperte di un rivestimento più resistente agli acidi. La decorazione può essere fatta sullo smalto crudo, prima della seconda cottura, oppure sullo smalto cotto, prima della terza cottura. ║ M. fini o terraglie: composte di una pasta bianca a base di argilla con aggiunte di caolino e rivestite di vernice trasparente e incolore; la decorazione viene fatta sotto la vernice e la formatura dei pezzi avviene per stampaggio o colatura. ║ Mezza m.: terracotta ricoperta di vernice piombifera. • Arte - Tecnica probabilmente conosciuta dai Persiani che approdò in Occidente con il tramite degli Arabi. Qui la voce m. si è legata sin dall'età medievale all'isola di Maiorca, centro di produzione ammiratissimo che esportò i suoi manufatti dovunque, anche in Italia dove si avviarono liberamente vere e proprie scuole con caratteri diversi per stile e soluzioni cromatiche. La città di Faenza fu certamente il centro più famoso per la produzione della m. (e tuttora è molto attivo), tanto che anche oggi il suo nome risulta essere sinonimo di m. all'estero. Scarse sono le notizie sull'opera dei primi artigiani maiolicari: un Petrus orzarolus lavora nel 1142 a Faenza; un Martinus orciolarius nel 1195 a Firenze; un Petrus vascellarius nel 1211 a Orvieto. Sulla base dell'evoluzione del gusto si possono distinguere vari stili: lo stile severo è il più antico, caratterizzato da ornati geometrici e figure; ad esso fece seguito il primo istoriato con decorazione a grottesche e il secondo istoriato o stile bello, ispirato a Raffaello. Oltre a Faenza, i principali centri che si specializzarono in decorazione su m. furono: Urbino, Casteldurante, Gubbio, Deruta, Città di Castello, Pesaro e in area toscana Cafaggiolo, Montelupo, Siena e Firenze. Ognuno si distinse dall'altro per il gusto del dettaglio: i vasi decorati "a foglia di quercia" erano appannaggio di Firenze, quelli "a graffito" erano tipici di Città di Castello, mentre Faenza prediligeva il motivo "del garofano" e così via. Pur diffondendosi in tutta la penisola, l'arte della m. prese piede soprattutto nel Nord che raggiunse, specie nel Settecento, dei risultati eccelsi: le botteghe di Milano, Lodi, Treviso, Venezia, Savona (celebre per le sue figure monocrome in azzurro) furono conosciute in tutt'Europa e contribuirono a esportare i modelli italiani all'estero. In Francia (Lione, Rouen, Nevers, Strasburgo), in Olanda (Delft), in Svezia (Marieberg) e in talune zone della Germania e dell'Inghilterra si crearono centri manifatturieri di m. che seppero fondere la loro tradizione autoctona con le novità decorative italiche. Numerosi furono i maestri italiani chiamati a lavorare nelle botteghe straniere (basti ricordare l'opera dei fratelli Corradi a Nevers). Se il Settecento può considerarsi il secolo d'oro della m., dopo quest'antica arte dovrà fare i conti con l'affermarsi della porcellana e si troverà a contrastare il suo sopravvento. La m., vinta dalla dura battaglia economica come manufatto d'arte a largo smercio, continua ad essere impiegata per oggetti dal gusto popolaresco (m. rusticane) o per prodotti raffinati da eseguirsi a imitazione di antichi capolavori. • Geol. - Denominazione di un calcare organogeno compatto, frequente in Lombardia, di colore bianco a grana finissima, scheggioso, caratterizzato da vene spatiche denticolate. ║ Formazione che presenta questo tipo di calcare e dalle sue varietà. In Veneto prende il nome di biancone.