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Maièutica.

(dal greco maieutiké (téchne): (arte) ostetrica). Ostetricia, arte della levatrice, professione della madre di Socrate, Fenarete. • Fil. - Metodo attraverso il quale Socrate, anziché cercare di inculcare negli altri la verità, induceva il proprio interlocutore a ritrovare in sé stesso e a esprimere da sé la verità. Nei dialoghi di Platone, Socrate è rappresentato nell'atto di esercitare la m. e l'oporetica. Dall'insieme risulta che egli si serviva di tale metodo induttivo non tanto per raggiungere una conoscenza definitiva e sicura, quanto per porre in chiaro i problemi morali richiamandosi alle induzioni più comuni della vita quotidiana (da ciò i numerosi esempi tratti dalle operazioni dell'artigianato) e invitando a compiere simili induzioni per raggiungere la definizione dei difficili concetti dell'etica. Su questo piano, la definizione non veniva raggiunta dagli interlocutori e Socrate faceva così vedere l'impossibilità di ridurre la vita morale a un astratto schema teoretico. L'interlocutore normale, interrogato da Socrate, credeva di conoscere il bene, ossia di possedere il bene in una astratta definizione. Di fronte a tale pretesa, il metodo socratico è puramente negativo e mira a far confessare agli interrogati che sono ignoranti. Dal non sapere, che è in realtà abbandono delle definizioni false e della pretesa di ridurre la morale a conoscenza, nasce il vero sapere, concepito come consapevolezza della propria ignoranza e, quindi, come ricerca costante del bene e come sua attuazione. Il metodo tende quindi all'abbandono delle definizioni sbagliate e alla liberazione dagli errori e dal male. Socrate dunque purificava l'interrogato dal negativo e quando tale negativo era inconsapevole lo portava alla luce (metodo m.). Il fine ultimo del metodo socratico era un evangelo morale, il far sì che l'interrogato, riconoscendosi ignorante e libero dagli errori, non trovasse altra soluzione che il rinnovamento etico. A tal fine, mira anche l'ironia, cioè la finzione di accettare la tesi dell'interrogato per farla riconoscere assurda dall'interrogato stesso.