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Magnetòfono.

Dispositivo che consente di registrare su nastro magnetico i segnali acustici (voci e suoni) e che permette la loro successiva riproduzione. Il nome m., depositato nel 1943 dalla società tedesca AEG per il primo registratore magnetico, si è generalizzato nel mondo. Un m. può essere considerato composto da due parti che caratterizzano le due operazioni essenziali che esso deve compiere: la registrazione dei suoni e la loro successiva riproduzione. Per la prima operazione è necessaria la presenza di un microfono, che converte in correnti elettriche i segnali acustici esterni, correnti che vengono successivamente amplificate in un amplificatore per audiofrequenze in modo da elevare il loro livello a intensità sufficienti a compiere il processo di registrazione. La corrente amplificata è inviata nell'avvolgimento di un minuscolo elettromagnete (testina magnetica) e ogni sua variazione produce una variazione proporzionale nel campo magnetico fra i due poli della testina; su di questi è fatto scorrere a velocità costante un nastro ricoperto di vernice magnetica, il quale è così sottoposto all'azione del flusso magnetico variabile proporzionale alla corrente fonica circolante nella bobina dell'elettromagnete. Lo stato magnetico del nastro viene pertanto alterato e resta in esso un magnetismo residuo proporzionale al flusso che lo ha attraversato, cioè, in definitiva, alla corrente fonica. L'intensità del magnetismo residuo conservato dal nastro riproduce così l'intensità del segnale acustico da registrare. L'operazione di riascolto è effettuata facendo scorrere il nastro precedentemente impressionato fra i poli di un elettromagnete (testina di lettura), che, in genere, coincide con la testina di registrazione. Il magnetismo residuo del nastro genera un campo magnetico a esso proporzionale fra i poli della testina, nel cui avvolgimento (in cui, in precedenza, circolavano le correnti foniche) si induce ora una tensione proporzionale al flusso magnetico, cioè al magnetismo del nastro e, in definitiva, ai segnali acustici registrati. Amplificando tali tensioni indotte e inviandole in un altoparlante si completa il processo di riproduzione dei segnali registrati. Mediante un commutatore è possibile escludere l'altoparlante (e includere il microfono) in fase di registrazione e, viceversa, includere l'altoparlante (ed escludere il microfono) in fase di lettura del nastro.