L'ORIGINE DEI VIRUS
La
possibilità che i virus siano apparsi sulla terra prima di ogni altro
organismo vivente è del tutto improbabile perché i virus, almeno
nelle loro forme attuali, sono incapaci di riprodurre sé stessi fuori
delle cellule. Tutti i virus hanno come costituenti essenziali le
emeleoproteine, cioè l'acido desossiribonucleico (ADN o DNA) e l'acido
ribonucleico (ARN o RNA). E poiché le emeleoproteine si trovano soltanto
nelle cellule, sembra naturale pensare che i virus derivino da queste.
L'associazione fra cellula e virus nella produzione e liberazione di cellule
virali è così stretta da far ritenere come altamente probabile che
i virus siano originati durante le diverse fasi della crescita, della divisione
o dell'invecchiamento delle cellule.
ANGINA INFETTIVA
È causata dallo streptococco
emolitico. I primi sintomi insorgono sotto forma di crisi con brividi, febbre,
mal di testa, a volte vomito. Poi la febbre aumenta, la gola e le tonsille si
arrossano e si coprono di placche le quali possono confluire in una falsa
membrana; altri sintomi sono senso di gonfiore alla nuca e prostrazione
generale. Nella media dei casi la febbre cade dopo quattro o cinque giorni. La
malattia dura da 10 a 14 giorni. Complicazioni dell'angina infettiva sono
polmonite, nefrite, debolezza cardiaca, setticemia. Per evitare contagi,
è opportuno un isolamento di circa 10 giorni dopo la
guarigione.
BLENORRAGIA
Detta anche gonorrea, è
la malattia venerea più frequente, che viene sempre contratta attraverso
il contatto sessuale ed è provocata dal gonococco. Colpisce la mucosa
uro-genitale, ma può estendersi anche alla congiuntiva oculare e alle
articolazioni. Il periodo di incubazione va dai 3 ai 10 giorni, dopo di che
nell'uomo si manifesta una uretrite anteriore acuta con scolo purulento e
bruciori nell'urinazione; nella donna i sintomi meno evidenti, consistono in una
uretro-cervicite acuta con aumento di frequenza delle urinazioni che danno una
sensazione di bruciore; talvolta vi sono anche perdite purulente. La blenorragia
trascurata diventa cronica. Nell'uomo si propaga all'uretra posteriore
(provocando aumento di frequenza delle urinazioni e presenza di sangue nelle
urine) poi alla prostata alle vescicole seminali e all'epididimo. Ne conseguono
vari disturbi urinari (frequente una ritenzione molto dolorosa),
sterilità e scolo mucoso soprattutto mattutino. Nella donna, la
blenorragia cronica porta a una serie di infiammazioni dei genitali come
bartolinite (infiammazione delle ghiandole del Bartolino), cervicite,
salpingite: questa, in particolare, e le sue complicazioni, sono una delle cause
importanti di sterilità.
La donna può
trasmettere la blenorragia più facilmente dell'uomo perché in essa
i sintomi della malattia sono inizialmente meno evidenti. Malgrado l'uso
massiccio degli antibiotici, la blenorragia è in aumento: ciò a
causa sia della frequenza delle infezioni e delle reinfezioni, sia della
mancanza di immunità e dell'apparizione di nuovi ceppi di gonococchi che
si dimostrano resistenti agli antibiotici.
[Figura:
Gonorrea femminile e maschile: Inf. femminile :1) infezione dell'uretra; 2)
infezione dell'apertura e del collo dell'utero che si diffonde alle sue membrane
mucose (a), ai dotti ovarici (b), alle ovaie (c), al tessuto circondante (d); 3)
infezione delle ghiandole del Bartolini; 4) infezione del
retto.
Inf. maschile: 1) infezione dell'uretra; 2)
infezione della parte superiore dell'uretra che si diffonde agli ureteri (a),
alla prostata (b), alle vescicole spermatiche (c), alle ghiandole del Cowper
(d), al dotto spermatico (e), ai testicoli (f).]
Gonorrea femminile e maschile
DIFTERITE
Malattia prevalentemente
infantile. L'agente infettivo è il bacillo difterico. Dopo un periodo di
incubazione variante da 1 a 5 giorni, si manifestano i primi sintomi: mal di
gola con leggere placche grigiastre sulle tonsille. Poi la malattia si evidenzia
con raucedine, tosse, febbre, gonfiore delle ghiandole degli angoli mascellari,
respirazione difficile, forte spossatezza generale, placche di false membrane
sulle tonsille e nella gola che spesso si estendono fino alla laringe e cadono
in 10 giorni circa. La malattia dura da 10 a 25 giorni. Complicazioni della
difterite sono a carico del naso, del cuore, dei reni (nefrite) e dei nervi
(polinevrite). La contagiosità cessa quando, per almeno due giorni, nelle
secrezioni nasali e della gola risultano assenti i bacilli difterici.
L'isolamento è obbligatorio per circa due settimane, cioè fino al
momento in cui le secrezioni nasali e della gola non sono prive di bacilli
difterici.
EPATITE VIRALE
Detta anche epatite epidemica o
epatite catarrale, è una infezione provocata da ultra-virus e
caratterizzata da lesioni degenerative del fegato. Dopo un periodo di
incubazione variante da 3 a 6 settimane si manifestano dolori articolari e
febbre con mal di testa, nausea, diarrea. Dopo 2-3 giorni, la febbre discende,
poi risale. Quindi appare l'itterizia (colorazione gialla della pelle e delle
mucose), la febbre tende a diminuire ma gli altri sintomi persistono le urine
sono cariche, le feci decolorate, i dolori in corrispondenza del fegato sono
talvolta molto forti, il prurito è frequente, la prostrazione del malato
piuttosto accentuata.
L'itterizia scompare in 2-3
settimane, e così quasi tutti gli altri sintomi. Ma ciò non
è ancora indizio di guarigione. La convalescenza è spesso molto
lunga e le prove di funzionalità epatica restano per settimane e anche
per mesi. L'epatite virale colpisce soprattutto i giovani ed è più
frequente in autunno. La mortalità, del 3 per mille circa, può
aumentare durante epidemie, in individui anziani o affetti da una malattia del
fegato (in seguito ad alcoolismo) o delle vie biliari (calcolosi). Tra i postumi
dell'epatite virale si annoverano: astenia fisica e psichica che può
durare mesi ed è molto frequente; dispepsia, epatite subacuta, cirrosi
epatica o biliare. L'epatite virale può essere trasmessa anche da persone
sane; oppure attraverso una trasfusione sanguigna, un siero, un vaccino, un ago
o una siringa infetti (epatite serica). L'isolamento del malato e del
convalescente deve essere rigoroso e durare 21 giorni o
più.
ERISIPELA
È causata dallo streptococco
emolitico. L'incubazione va da 12 ore a 3 giorni. I primi sintomi sono
malessere, brividi, febbre leggera; poi la febbre aumenta, insorgono male di
testa, esagerata sensibilità cutanea, edema e arrossamento della pelle:
l'eruzione rosso chiaro, a volte rosso cupo, parte dal viso al secondo giorno e
persiste per 48 giorni. La malattia dura 10-25 giorni; regredisce con
abbassamento rapido della temperatura e desquamazione della cute. La durata
della contagiosità è di una settimana dalla scomparsa
dell'eruzione; Ì isolamento è di 4 giorni. Complicazioni sono edema della
glottide, nefrite e cancrena.
INFLUENZA
È provocata dal virus
influenzale. Dopo una incubazione variante da qualche ora a 2-3 giorni, si
manifestano spesso sintomi simili a quelli di un raffreddore comune, con tosse e
dolori generali. Poi insorge la febbre, la tosse e il malessere aumentano,
accompagnati da forte depressione generale, debolezza cardiaca, a volte disturbi
intestinali. Poi la febbre diminuisce e infine scompare gradualmente con la
tosse e gli altri sintomi. L'influenza dura da una a 3 settimane. Il periodo
infettivo scompare insieme ai sintomi. Complicanze influenzali sono otite,
sinusite, polmonite, debolezza cardiaca,
deperimento.
Ricostruzione schematica del virus influenzale
MENINGITE
Il germe patogeno è il
diplococco. L'incubazione di 2-10 giorni. Sintomi iniziali: male di testa,
brividi, febbre leggera, inappetenza, malessere. Poi male di testa e febbre
aumentano, la nuca diventa rigida, gli occhi non sopportano la luce a volte
insorge il delirio. Si manifesta anche una eruzione rossastra o purpurea con
lesioni erpetiche alle labbra. Poi la malattia regredisce con diminuzione
graduale della febbre, scomparsa dell'eruzione cutanea e degli altri sintomi. La
durata della contagiosità è di 2 settimane dall'inizio della
malattia; altrettanto quella dell'isolamento. Complicazioni e postumi della
meningite cerebro-spinale sono cecità, sordità,
paralisi.
MORBILLO
Malattia infantile dovuta a un
virus. L'incubazione è di 7-15 giorni. La malattia esordisce con
raffreddore, tosse, congiuntivite, malessere, chiazze bianche all'interno delle
guance; poi si presenta con aumento dei fenomeni catarrali accompagnati da
febbre. Dal primo al quinto giorno appare una caratteristica eruzione cutanea
costituita da piccoli punti rossicci che formano placche prima sul viso, quindi
sul resto del corpo. Poi la temperatura si abbassa, gli altri sintomi si
attenuano, l'eruzione impallidisce e la pelle si desquama. Il morbillo ha una
durata di 2-3 settimane. La guarigione conferisce una immunità
permanente. La durata della contagiosità è di 14 giorni, e
così anche dell'isolamento. Complicazioni e postumi: sinusite, otite,
polmonite, tubercolosi.
ORECCHIONI
O parotite epidemica, è
una malattia infantile che ha come agente causale un virus. L'incubazione
è di 3 settimane circa. I primi sintomi sono malessere, sonnolenza,
febbre leggera, a volte vomito. Poi, mentre la febbre persiste, la malattia si
manifesta con gonfiore e dolore alle mascelle, masticazione difficile. La
parotite epidemica dura 1-2 settimane con scomparsa graduale dei sintomi. La
guarigione conferisce una immunità permanente. La contagiosità
è di 2 settimane dopo la scomparsa del gonfiore; altrettanto la durata
dell'isolamento. Blefarite (infiammazione delle palpebre) sordità,
orchite (infiammazione dei testicoli) e ovarite (infiammazione delle ovaie) sono
le complicanze e i postumi della parotite epidemica.
PERTOSSE
Malattia infantile provocata da
un bacillo in eventuale associazione con un virus. La durata dell'incubazione
è di 2 settimane circa. La malattia esordisce con raffreddore e tosse per
circa 8 giorni, poi si manifesta con parossismi penosi di tosse ululante che
spesso terminano con vomito. La pertosse dura da 3 a 6 settimane e la tosse
diminuisce progressivamente, perde le sue caratteristiche e alfine scompare. La
guarigione conferisce una immunità permanente. Il periodo contagioso
è di 5 settimane; è più forte nel primo periodo, quando non
si sono ancora manifestati gli accessi di tosse e all'inizio di questi. La
durata dell'isolamento è di una settimana o più. Complicazioni e
postumi: emorragie palpebrali, enfisema polmonare, polmonite catarrale,
tubercolosi.
ROSOLIA
Malattia infantile causata da
un virus, con incubazione di 10-21 giorni. All'inizio, leggero malessere con mal
di testa prolungato. In seguito, modica febbre, eventualmente mal di gola e
raffreddore, gonfiore alle ghiandole della nuca, nel primo e nel secondo giorno,
eruzione cutanea costituita da macchie rosa prima sul petto, poi sull'intero
corpo. La malattia evolve in 3 giorni con scarsa o nessuna desquamazione; dura
ancora una settimana circa dopo la scomparsa dell'eruzione e guarendo conferisce
una immunità permanente. La contagiosità dura 7 giorni a partire
dalla scomparsa dell'eruzione; l'isolamento è di 3 settimane. La rosolia
è temibile per la donna nei primi 3 mesi di gravidanza perché il
virus può attaccare l'embrione provocando lesioni e
malformazioni.
SCARLATTINA
Malattia infantile provocata
dallo streptococco emolitico. Incubazione da 1 a 7 giorni. Esordio improvviso
con mal di testa, mal di gola febbre alta, talvolta vomito e convulsioni. Poi la
febbre aumenta, e con essa gli altri sintomi; tipica la lingua «a
fragola». Evoluzione, in 16-24 ore, con macchioline puntiformi rosso-chiare
prima sul petto, poi sul resto del corpo. Dopo 10-12 giorni, caduta la febbre,
scomparsa dell'eruzione e spelatura a grandi lembi. La scarlattina può
durare fino a 4-5 settimane e la sua guarigione conferisce una immunità
permanente. La contagiosità è di 3-4 settimane dall'eruzione;
l'isolamento di 14 giorni o più. Eventuali complicazioni e postumi della
scarlattina sono otite, nefrite, cardiopatie, reumatismi.
SIFILIDE
Detta anche lue, ha come agente
causale il «treponema pallido» o «spirocheta pallida». Fra
le malattie veneree e' la piu' temibile perche' puo' produrre lesioni
infiammatorie e distruttive in quasi tutti i tessuti, soprattutto quelli dei
vasi sanguigni, con manifestazioni cliniche molto varie e periodi di apparente
guarigione che possono durare anni. Il contagio avviene, di regola, per contatto
sessuale, oppure attreverso lesioni della pelle e delle mucose. Il periodo di
contagiosita' e' durante la fase primaria e secondaria. La sifilide evolve in
tre fasi: primaria, secondaria e terziaria.
SIFILIDE PRIMARIA
Invasione e diffusione del
treponema. Sintomo principale, ma che sovente passa inosservato, è il
sifiloma cioè un rilievo papuloso, rosato, a volte leggermente ulcerato,
che a un esame superficiale può sembrare un foruncolo, ma privo di
suppurazione e indolore. Di regola, il sifiloma è localizzato agli organi
genitali esterni dell'uomo o della donna; a volte alla parete posteriore della
vagina e al collo dell'utero (sifiloma occulto). I sifilomi extra-genitali sono
di solito localizzati alle labbra, alla lingua, alle tonsille, alla mucosa
anale. La sola diagnosi sicura di sifilide primaria è la visione,
all'ultramicroscopio, della spirocheta nel materiale prelevato, raschiando il
sifiloma. Le reazioni sierologiche, in particolare quella di Wassermann,
diventano positive solo a distanza di 15-20 giorni dalla comparsa del
sifiloma.
SIFILIDE SECONDARIA
Inizia verso il
25°-30° giorno e le spirochete provocano lesioni distribuite senza
alcun ordine, superficiali, spontaneamente risolutive, che durano da 2 a 3 anni,
e in circa la metà dei casi passano inosservate. Fra in sintomi generali
si annoverano cefalea, mal di gola, dolori ossei e articolari, febbre. I
linfonodi si ingrossano, diventano duri ma sono indolori e senza suppurazione.
La pelle è sede di lesioni varie (come roseole, macchie lenticolari
rosee), papule psoriasi, alopecia; così anche la mucosa della bocca,
della faringe, dei genitali e dell'ano, sotto forma di placche opaline,
papulo-erosive o papulo ipertrofiche (condilomi piani). Piuttosto frequenti sono
anche le lesioni epatiche. Le reazioni sierologiche sono positive in tutti i
casi di sifilide secondaria.
SIFILIDE TERZIARIA
Inizia 2-3 anni dopo il
sifiloma iniziale e colpisce la pelle, il sistema nervoso centrale, le ossa, la
lingua, i testicoli, i reni, l'aorta, il cuore. Le conseguenze più gravi
sono lesioni distruttive delle ossa craniche, lesioni epatiche, nefrosi,
aortite, insufficienza aortica e coronarica, lesioni meningee e vascolari,
paralisi progressiva.
SIFILIDE LATENTE
La sifilide primaria e
secondaria, se curata in tempo, guarisce senza postumi. Se non è curata,
in un terzo dei casi guarisce spontaneamente; in un altro terzo passa alla fase
terziaria; nell'ultimo terzo passa alla forma di sifilide latente che è
contagiosa nei primi 34 anni, può durare molti anni e portare a lesioni
tardive più o meno gravi. La diagnosi di sifilide latente si pone quando
la reazione sierologica positiva è la sola prova; o quando, se la
reazione è negativa, si è verificata in precedenza una sifilide
mal curata; oppure quando una donna ha un figlio malato di sifilide
congenita.
SIFILIDE CONGENITA
Detta anche, impropriamente,
sifilide ereditaria o eredo-lue. Il feto si infetta dopo il 5° mese se la
madre è una sifilitica recente non curata, o si ammala di sifilide
durante la gravidanza. La sifilide in gravidanza può ultimarsi con un
aborto spontaneo, con un nato morto, o con un neonato infetto, prematuro o a
termine. La sifilide congenita può manifestarsi alla nascita, o qualche
tempo dopo, oppure tardivamente, di solito verso il 7° anno, in casi
eccezionali verso il 30° anno.
TETANO
È una malattia infettiva acuta
provocata dalla tossina del bacillo tetanico che penetra nell'organismo
attraverso una comune ferita, anche lieve. L'incubazione va da 2 a 60 giorni.
Sintomi iniziali sono trisma (contrattura dolorosa dei muscoli masticatori) che
rapidamente si intensifica e si estende ai muscoli dell'esofago e a quelli della
nuca, febbre, dolori generali, malessere, polso accelerato. Dopo 24-48 ore, le
contratture muscolari si diffondono a tutto il corpo, diventano permanenti,
dolorose, e soggette a recrudescenze parossistiche, la febbre sale, la
respirazione è accelerata, irregolare, difficile. La prognosi è
meno grave quanto più lungo è stato il periodo di incubazione e
precoce la terapia. Dopo il 10° giorno, esistono buone possibilità
di sopravvivenza. La mortalità è del 40% circa. La guarigione non
lascia alcun postumo.
TIFO ADDOMINALE
Detto anche febbre tifoidea,
è una malattia infettiva generalizzata provocata da bacilli detti
«salmonelle». L'incubazione dura, in media, 15
giorni.
Sintomi iniziali: stanchezza, mal di testa,
insonnia, emorragie nasali, lievi disturbi gastro-intestinali, febbre
progressiva che in 5-6 giorni raggiunge i 40° C. Poi la malattia si
manifesta con forte spossatezza, sonnolenza, a volte delirio, febbre continua
intorno ai 40, inappetenza totale, diarrea giallo-ocra, lingua arrossata,
macchiette rosee lenticolari sull'addome e sulla base del torace. All'inizio o
alla fine della terza settimana si manifestano spesso oscillazioni della febbre
che infine cessa in 8-10 giorni con gli altri sintomi. La convalescenza è
lunga e penosa. Le ricadute sono frequenti. Complicazioni del tifo addominale
sono: l'emorragia intestinale, pseudo-occlusione intestinale, talvolta
perforazione intestinale, malattie cardio-vascolari, epatite e colecistite.
Isolamento di 28 giorni dopo la guarigione clinica.
TUBERCOLOSI
Malattia infettiva molto
frequente ed estremamente contagiosa provocata dal «bacillo di
Koch».
Può essere acuta o cronica,
localizzata o generalizzata. Nella maggior parte dei casi, la lesione
tubercolare iniziale si localizza nei polmoni, e da qui il bacillo può
diffondersi nell'organismo per via linfatica, sanguigna o bronchiale. Nella
tubercolosi si osserva una infezione primaria, molto comune, soprattutto nei
bambini e nei giovani, il cui focolaio si trova quasi sempre nei polmoni ed
è soprattutto una manifestazione linfoghiandolare; nel 60-80% dei casi,
l'infezione primaria tubercolare è priva di sintomi o determina sintomi
molto modesti; comunque la prognosi è nel complesso favorevole e la
guarigione è la regola.
La forma più
frequente della malattia (85% di tutte le forme di tubercolosi) è la
polmonare, e precisamente la tubercolosi ulcero-caseosa dell'adulto, che
è una tubercolosi da reinfezione caratterizzata da una minima
partecipazione linfoghiandolare, una tendenza alla formazione di cavità o
caverne polmonari e da una estrema cronicità. In circa la metà dei
casi la malattia inizia insidiosamente con stanchezza fisica e psichica, febbre
inizialmente modesta che sopraggiunge soprattutto alla sera, tachicardia se la
febbre aumenta dopo uno sforzo moderato; sintomi più evidenti, ma
tardivi, sono dimagrimento, inappetenza, sudori notturni, disturbi delle
mestruazione e soprattutto tosse (all'inizio secca, modica, intermittente, ad
accessi, di mattina al momento di alzarsi dal letto), espettorazioni che quando
si sono formate cavità tubercolari diventano abbondanti, purulente,
giallastre, in genere non maleodoranti.
Fra le
complicazioni della tubercolosi polmonare si annoverano, oltre l'ottisi, la
pleurite secca o fibrinosa, la pleurite siero-fibrinosa, la pleurite purulenta,
la tubercolosi tracheo-bronchiale, la tubercolosi laringea, la perforazione
pleuro-polmonare. La prognosi della tubercolosi polmonare è spesso
difficile perché questa malattia può avere aggravamenti rapidi e
imprevisti, regredire o anche guarire a livello dei polmoni e manifestarsi in
altra sede (per esempio nelle meningi) con una lesione fatale. Nel bambino e
nell'adolescente, la prognosi è sempre più grave che nell'adulto.
Comunque è migliore nei malati di ogni età che si curano
abbastanza precocemente e con assiduità. Nonostante i progressi della
terapia, la tubercolosi polmonare è però ancora una malattia
grave: si registra, in media, un decesso all'anno su 5-10 casi di tubercolosi
polmonare evolutiva.
VARICELLA
Malattia infantile provocata da
un virus. Dopo 10-12 giorni di incubazione, si hanno i primi sintomi costituiti
da un leggero malessere seguito e accompagnato da febbre leggera; al secondo
giorno eruzione cutanea al pomo o generale, dapprima a macchiette simili a
quelle del morbillo, poi a papule e a vescichette contenenti un liquido giallo
chiaro che seccano in 2-3 giorni lasciando croste le quali cadono
progressivamente in una settimana circa. La malattia regredisce con la
diminuzione graduale della febbre e la scomparsa dell'eruzione. Complicazioni e
postumi sono molto rari. La durata della contagiosità è di 12-14
giorni o fino alla scomparsa delle croste. Isolamento: 21-25
giorni.