Regione (23.850 kmq; 9.039.299 ab.) dell'Italia settentrionale. Confina a Nord
con la Svizzera, a Est con il Trentino-Alto Adige e il Veneto, a Sud con
l'Emilia Romagna e a Ovest con il Piemonte. È compresa tra il crinale
delle Alpi centrali, il medio corso del Po, il Ticino, il Sarca, il lago di
Garda e il Mincio. Capoluogo: Milano. Amministrativamente è divisa in 12
province: Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Monza e Brianza, Pavia,
Sondrio e Varese. Lecco e Lodi sono stati istituiti capoluoghi di provincia in
seguito alla legge n. 142 del 1991 sull'ordinamento delle autonomie locali. Analogamente,
con le Leggi n. 146, 147 e 148 dell'11 giugno 2004, veniva istituita la provincia di Monza
e Brianza. In precedenza, la città di Lecco era compresa, amministrativamente, nella
provincia di Como; mentre le città di Lodi e di Monza facevano parte della provincia
di Milano. • Geogr. -
Morfologia: la
L. è costituita
da una zona montana, da una limitata fascia collinare e da una vasta area
pianeggiante. La zona montuosa comprende le Alpi Lepontine orientali e le
Retiche meridionali; in esse numerose le cime elevantesi oltre i 3.500 m: il
Pizzo Bernina (4.052 m), l'Ortles (3.899 m), il Cevedale (3.778 m), il monte
Disgrazia (3.678 m), l'Adamello (3.554 m). A Sud delle Alpi si trovano le
Prealpi Lombarde (Bergamasche e Bresciane), il cui punto più elevato
è il Pizzo di Coca (3.052 m). La fascia collinare è costituita da
un complesso di ondulazioni formate da materiali terrosi e ciottolosi disposte
in archi concentrici, gli anfiteatri morenici, fra i quali si trovano piccoli
laghi, come quelli di Varese, Comabbio, Pusiano. La vasta pianura lombarda, di
origine alluvionale, è divisa dalla linea delle risorgive in due parti
dai caratteri dissimili. La zona settentrionale, costituita da terreno ghiaioso,
ha scarsa vegetazione; la zona meridionale, argillosa e irrigata dalle acque
abbondanti di fiumi e canali, è invece assai fertile. La pianura prosegue
al di là del Po (Oltrepò Pavese) per un breve tratto, fino a
giungere ai primi rilievi appenninici dai quali è formato l'estremo lembo
di
L. incuneantesi tra il Piemonte e l'Emilia. ║
Idrografia:
tutti i fiumi della
L. convogliano le loro acque verso il Po, il quale
per lungo tratto del suo percorso ne attraversa o delimita a meridione il
territorio. I maggiori corsi d'acqua sono: il Ticino, immissario ed emissario
del Lago Maggiore; l'Adda, che dopo aver attraversato la Valtellina, entra nel
lago di Como, di cui è anche emissario; l'Oglio che forma il lago d'Iseo;
il Mincio, emissario del lago di Garda. I laghi principali, oltre i già
menzionati sono: il lago di Lugano (in parte in territorio svizzero) e il lago
d'Idro. ║
Clima: è possibile distinguere due aree
climatiche, abbastanza ampie e definite. La zona della pianura presenta un clima
continentale di tipo moderato (media estiva 23,2 °C; media invernale 2,9
°C); la zona dei rilievi ha invece un clima propriamente alpino. •
Econ. - Nel quadro dell'economia italiana la
L. è sempre stata una
delle forze trainanti del sistema produttivo, non soltanto perché
è tra le regioni più industrializzate, ma anche perché
è all'avanguardia in tutte le attività economiche,
dall'agricoltura al commercio. Nonostante il numero poco elevato di addetti
all'agricoltura, la
L. ha un'elevata produzione agricola. Ciò
è dovuto alla fertilità del suolo, ai moderni sistemi adottati per
coltivarlo, alla ricchezza di acque. Le province dove l'agricoltura è
più prospera sono quelle di pianura: Mantova, Pavia, Milano, Cremona. Le
colture principali sono quelle dei cereali (riso, frumento, granoturco), degli
ortaggi, dei legumi, delle barbabietole da zucchero, dei foraggi. Presso i laghi
si coltivano ulivi, aranci e viti. La coltivazione della vite è assai
diffusa nella provincia di Pavia (Oltrepò Pavese), nella Valtellina e
nella zona collinare del Bresciano. In montagna si coltivano patate e cereali;
estesi i castagneti, i boschi e i pascoli. Considerevole è la produzione
zootecnica e l'industria casearia a essa collegata. L'attività
industriale in genere e quella commerciale sono assai intense. Il settore
manifatturiero sta assumendo un'importanza sempre maggiore grazie
all'introduzione di nuove tecnologie e forme di automatizzazione. L'industria
tessile, che ha tradizioni molto antiche, presenta in
L. grossi complessi
cotonieri nelle valli dell'Olona, del Serio, del Brembo, nella Brianza. La zona
del Comasco è rinomata per la lavorazione della seta. Importanza non
minore hanno le industrie siderurgiche e metalmeccaniche (Milano, Brescia,
Varese, Bergamo, Como), elettriche, chimiche, della carta, del legno
(Cantù), del cuoio, dei laterizi. Notevoli quelle farmaceutiche, della
gomma, dell'arredamento e dell'abbigliamento, editoriali e tipografiche, del
vetro e della ceramica. Attivissima l'industria turistica e alberghiera. Il
sottosuolo fornisce metano (Lodi e Cremona), ferro, piombo, zinco; cave di
marmo. • St. - La prima civiltà apparsa in
L. fu quella
Eneolitica, come attesta il sepolcreto di Remedello di Sotto, nel Bresciano, con
cadaveri e corredi funebri, armi litiche e di rame. Le palafitte si svilupparono
negli anfiteatri morenici dei laghi (Maggiore, di Como, d'Iseo) tanto
nell'Eneolitico, che agl'inizi dell'Età del bronzo. Alla civiltà
del bronzo appartengono gli abitati capannicoli di Monte Lonato (Brescia). In
una fase più recente si diffusero le terramare e comparvero i primi
sepolcreti di cremati. Famoso quello di Fontanella di Casalromano (Mantova),
appartenente però a una fase di transizione tra la civiltà enea e
la civiltà del ferro. Dopo il periodo preistorico si insediarono nella
regione i Celti, divisi in varie stirpi, tra cui quella degli Insubri. Dal nome
di questi ultimi i Romani, avendo esteso il loro dominio all'intera regione, in
età repubblicana la denominarono
Insubria. Nel V sec. a.C. in
L. si stanziarono i Galli. La conquista romana risale per la parte
meridionale al 22 a.C.; per la parte alpina all'età augustea. In seguito
calarono i Longobardi, che ebbero per capitale Pavia. Dal VII sec. la regione
che andava fino all'Adda, prima chiamata
Liguria e poi
Neustria,
prese il nome di
Longobardia. Le sue città furono tra i primi
Comuni d'Italia; Milano divenne ben presto signoria. I Visconti riuscirono nel
XIV sec. a unificare tutta la
L. eccetto Mantova, e ad allargarne i
confini sino ad Asti, Genova, Bologna e parte della Toscana. Nel XV sec. il
ducato di Milano, ridotto nei primitivi confini, dovette abbandonare a Venezia,
Bergamo e Brescia, ma acquistò il Novarese, il Tortonese, l'Alessandrino,
Parma e Piacenza. Ulteriormente ridotto nel XVI sec., il ducato passava agli
Spagnoli, i quali lo tennero dal 1535 al 1700. Passò poi agli Austriaci,
perdendo le terre oltre il Ticino e acquistando il Mantovano e più tardi,
con la costituzione della Repubblica Cisalpina, la Valtellina. Dopo aver formato
il Lombardo-Veneto mediante l'unione con Venezia (1815), la
L. entrava a
far parte del Regno d'Italia dopo la guerra del 1859. • Arte - La
penetrazione gallica in
L. nei secc. V e IV a.C. (gli Insubri occuparono
la zona di Milano, i Cenomani quella di Brescia) ha lasciato una documentazione
archeologica piuttosto scarsa (falene argentee di Menerbio al Museo di Brescia,
necropoli del Canton Ticino) più abbondante nelle zone alpine e
prealpine, occupate per ultime dai Romani. Purtroppo non molti monumenti romani
della
L. restano oggi in vista, anche se alcune città come Como,
Brescia, Pavia conservano il reticolato antico. L'importanza di Cremona, colonia
romana già nel 218 a.C., è attestata solo dai suoi ricchi mosaici;
a Milano restano le Colonne di San Lorenzo del II sec. d.C. e qualche tratto
delle mura massimianee, mentre grandiosi edifici come il teatro, l'anfiteatro,
il circo, una lunga via porticata e alcuni edifici termali si conservano in
parte nel sottosuolo. A Brescia si possono ammirare il complesso del Capitolium,
del teatro e altri edifici del Foro; a Sirmione restano le grotte di Catullo, la
più grande villa romana dell'Italia settentrionale. Si aggiungano per
l'età repubblicana l'edificio sacro a più celle sotto il
Capitolium bresciano, adorno di pitture e mosaici, e per l'età romana
più tarda la grandiosa villa palazzo a mosaici del IV sec. d.C. di
Desenzano del Garda. La scultura è rappresentata da alcune opere notevoli
(
La Vittoria alata, Brescia, Museo archeologico; ritratti di marmo e
bronzo) e da interessanti stele funerarie di vigorosa arte locale. Ricche
fabbriche di vetri ebbero le zone del Pavese e, nel Canton Ticino, di Locarno.
Notevole esempio di toreutica è la patera argentea di Parabiago, forse
già di età teodosiana (Milano, Museo archeologico). Nella seconda
metà del IV sec. Milano, capitale dell'Impero Romano d'Occidente,
diventò uno dei massimi centri dell'arte paleocristiana. Il vescovo
Ambrogio promosse un'edilizia religiosa che presenta caratteristiche
particolari, dovute a ragioni di culto (S. Nazzaro, S. Simpliciano, S. Lorenzo).
Ma più dell'architettura e della pittura restano testimonianze della
scultura e delle arti applicate, attestanti una ripresa del fasto classicistico.
Nei secc. VII e VIII, con la dominazione longobarda, sorsero palazzi e chiese,
per lo più perduti, a Corteolona, Pavia, Monza, Castelseprio, Brescia. I
lapicidi dei laghi lombardi crearono una caratteristica scultura in rilievo, in
cui la tradizione paleocristiana è reinterpretata con un senso nuovo
della linea in tensione. Cospicue sono pure le testimonianze della oreficeria
longobarda. Al periodo longobardo risale infine, con ogni probabilità,
anche l'eccezionale ciclo di affreschi della Chiesa di S. Maria Foris Portas di
Castelseprio. Alla fine del XII sec. e agli inizi del XIII le chiese cistercensi
(Chiaravalle Milanese, Cerreto Lodigiano) e i broletti comunali (Milano, Pavia,
Como, Brescia) posero le premesse dell'architettura gotica lombarda,
caratterizzata dal gusto della parete piana, dall'uso pittorico del cotto, dai
sostegni sottili degli interni delle chiese (XIII sec.: cattedrali di Crema,
Lodi, Cremona; XIV sec.: San Gottardo di Milano, duomo di Mortara, chiesa del
Carmine di Pavia). A sé sta il duomo di Milano (fondato nel 1386), in
parte opera di maestranze tedesche della cerchia dei Parler. Nella scultura
dominarono i maestri campionesi; in pittura fu decisivo il soggiorno milanese di
Giotto chiamato da Azzone Visconti e dei giotteschi senesizzanti Stefano e
Giusto dei Menabuoi. Su questi esempi si sviluppò una scuola lombarda di
pittura, che per l'attenzione ai dati di costume, il tono descrittivo, la
finezza del colore e del chiaroscuro, prepara il gotico internazionale (Giovanni
da Milano: cicli anonimi di Mocchirolo, Lentate, Lodi) che ha il suo più
efficace mezzo di diffusione nelle miniature di Giovannino dei Grassi, Michelino
da Besozzo, Belbello da Pavia. L'architettura del rinascimento si affermò
in
L. a ondate successive. Dapprima le novità importate dagli
architetti toscani (Filarete, Michelozzo) vennero realizzate in modo riduttivo
da maestranze gotiche. Nei decenni successivi un gruppo di architetti locali
dette vita a un "rinascimento lombardo" che innestò il lessico
classicheggiante in una struttura ancora tardo gotica, con un effetto di
pittoresco decorativismo (l'Amadeo a Bergamo e a Pavia, i Rodari a Como). Infine
una generazione di architetti formatisi sul Bramante lombardo (Dolcebuono,
Bramantino) diffuse in
L. edifici "bramanteschi" a pianta centrale. Anche
in scultura prevalse a lungo un goticismo più o meno ammantato di forme
classiche (Amadeo), talora con ingerenze nordiche (Mantegazza). Invece in
pittura il bresciano V. Foppa, formatosi nell'ambiente donatelliano di Padova,
non solo ruppe con il decorativismo tardo-gotico, ma superò le stesse
premesse del razionalismo fiorentino per una pittura atmosferica e
illusionistica. La pittura atmosferica, che è conquista lombarda,
influenzò lo stesso Leonardo, a Milano nel 1482-99. Per il XVI sec.
più che al gruppo dei leonardeschi (A. de Predis, C. da Sesto, M.
d'Oggiano) conviene fare riferimento al Bramantino e a Gaudenzio Ferrari che,
per influsso dell'arte d'Oltralpe, si fecero esponenti di un precoce manierismo.
A Cremona si formò una scuola locale che risente dell'Emilia (Boccaccio e
C. Boccaccino, i Campi); a Brescia e a Bergamo una scuola legata a quella veneta
(Palma il vecchio, G. Savoldo, Romanino, Moretto). La seconda metà del
XVI sec. e la prima del XVII furono dominate dalle figure dei cardinali Carlo e
Federico Borromeo, che fecero di Milano, anche sotto il profilo artistico, il
centro più vivo della controriforma in Italia. Mentre nella seconda
metà del Cinquecento prevalse un manierismo esteriore di diretta
derivazione romana (gli architetti G. Alessi, P. Tibaldi e M. Bassi; i pittori
A. Figino, G. Lomazzo, e lo stesso Pellegrini; lo scultore Leone Leoni) nei
primi decenni del XVIII sec. fiorì in
L. la più importante
scuola neomanieristica italiana, legata all'ultimo manierismo internazionale
(Cerano, Morazzone, G.C. Procaccini, Francesco del Cairo). In architettura F.
Maria Richini e Fabio Mangone svilupparono gli esempi cinquecenteschi. Una
caratteristica dell'arte lombarda cinque-seicentesca sono i Sacri Monti (Varese,
Varaldo) in cui pittura, scultura e architettura si fondarono in complessi di un
realismo "popolare" e di grande efficacia illusionistica. Dopo la peste del 1630
la pittura lombarda cessò di avere una reale importanza. Solo nel primo
Settecento essa recuperò l'antica vocazione al realismo, ma in
un'accezione nuova, illuministica (il bergamasco fra' Galgario, il bresciano
Giacomo Ceruti, detto Pitocchetto). Una brillante architettura rococò si
sviluppò a Milano, Lodi, Crema, Pavia e nelle zone di villeggiatura, come
la Brianza, i laghi, la campagna bresciana. Con la dominazione austriaca, poi
con Napoleone e nuovamente come capitale del Lombardo-Veneto, Milano non solo
accentrò ogni attività artistica della regione ma si pose come
centro culturale di importanza nazionale. • Ling. - I dialetti dominanti
in tutta la regione sono quelli lombardi, prescindendo da qualche infiltrazione
del ladino dei Grigioni e dell'Engadina nei dialetti della Val di Livigno e di
Valfurva. Il gruppo dei dialetti lombardi si inserisce nel sistema dei dialetti
italiani settentrionali. I dialetti lombardi si dividono in due sezioni, una
occidentale e una orientale, separate geograficamente dall'Adda. Nella sezione
occidentale, caratteristico è il rotacismo di
l intervocalica
(
ara: ala), in quella orientale la scomparsa di
n finale o
preconsonantica (
pa: pane;
dèt: dente).
Cartina della Lombardia
Il Duomo di Milano
Milano: il Castello Sforzesco
Milano: Piazza del Duomo, Piazza della Scala e della Galleria Vittorio Emanuele II
Monza: il Duomo
Mantova: Palazzo del Capitano
Il Duomo di Vigevano (Pavia)
La Certosa di Pavia
Brescia: piazza della Loggia
Bergamo, città alta: piazza Vecchia
Tour virtuale della città di Bergamo
Scorcio di Bellagio (Como)
Veduta del lago di Como