Latitudinarismo.
Latitudinarismo. Teol. - Corrente teologica manifestatasi nella Chiesa anglicana dopo la restaurazione del 1660. I latitudinari miravano a una discriminazione tra fondamentale e accessorio nel corpo delle credenze cristiane, una discriminazione tra quello che è verità e quello che è opinione. Sorto come reazione all'intransigenza puritana, con Hales e Chillingworth, il l. assunse carattere di mediatore tra di essa e la teologia compromissoria di quel gruppo di teologi anglicani, quali Andrews, Land, Hooker, Taylor, che vengono riuniti sotto la comune denominazione di teologi carolini, anche se non tutti fiorirono sotto il regno di Carlo I (1625-1641). Sotto la spinta del razionalismo, esso diventò presto la filosofia religiosa, a carattere etico e antidogmatico, del centro moderato: se ne fecero portatori i platonici di Cambridge. La larga diffusione del l. portò alla costituzione della Broad Church. Teològico. Relativo alla teologia. L'insieme dei fedeli e l'edificio dove si esercita il culto cristiano. ║ La C. come società religiosa: la C. cattolica. Il termine deriva da una voce greca, che nel suo significato classico indicava un'assemblea politica. Le corrispondenti voci ebraiche individuavano una società religiosa e politica insieme. L'originaria voce greca, nell'uso dei cristiani, indicò sia l'assemblea dei fedeli sia il luogo di culto. Descritta nel Vangelo come "Regno di Dio" sulla terra, da San Paolo come il "corpo di Cristo" in cui si riuniscono e vivono gli uomini, la C. è composta di un fattore soprannaturale (la grazia) e di un fattore umano (i fedeli santificati dalla grazia). Si sono manifestate nei secoli varie concezioni della C., che si differenziano per la diversa importanza data a questi due fattori e per il modo di concepire la loro interdipendenza. Ora si dà preminenza all'aspetto soprannaturale, definendola "comunità di grazia" o "società dei santi", per lo più visibile e mistica; ora si insiste sull'aspetto visibile, sulle sue strutture gerarchiche, sulle sue attribuzioni giuridiche di società perfetta e indipendente da ogni ingerenza civile. Queste diverse concezioni della C. sono all'origine delle varie separazioni tra i cristiani. Secondo la tradizione cattolica, è teologicamente e canonicamente esatta la definizione data dal Bellarmino: "La riunione degli uomini che sono uniti per la professione della stessa Fede, la partecipazione agli stessi sacramenti e la guida degli stessi pastori e in particolare del romano pontefice, unico vicario di Cristo in terra". Essa tuttavia trascura l'aspetto invisibile della C., come la fondamentale comunione di grazia e di carità e la possibilità di un'appartenenza invisibile ad essa, che sola può giustificare l'assioma: Extra ecclesiam, nulla salus. Il concilio Vaticano I la definisce "la casa del Dio vivente", in cui i fedeli sono vincolati da una sola fede e carità. Il concilio Vaticano II la descrive come "il popolo di Dio" e come il sacramentum magnum con cui Dio si dona agli uomini. La C. è quindi opera di Dio e prosegue l'opera di Cristo nel mondo fino alla fine dei tempi; ha lo scopo di recare all'umanità intera la grazia della redenzione e della Salvezza. Questo richiama il carattere composito della C., che, pur fondata da Dio e ricca quindi dei suoi tesori, è però formata da uomini e appesantita dalle loro manchevolezze. Voluta dal Padre, fondata da Cristo, vivificata dallo Spirito Santo, la C. appare così come un popolo aggregato all'unità della Santissima Trinità. Dunque i fedeli sono vincolati da questa unione soprannaturale con Cristo in una solidarietà reciproca che trascende le divisioni razziali e affratella in Cristo tutti gli uomini, figli di Dio con pari diritti. ║ Missione e finalità: la missione della C. è di continuare quella di Cristo, da lui affidata agli apostoli, cioè di comunicare all'umanità la vita divina. Questo si esplica in tre funzioni: a) profetica o di magistero, in quanto la C. è depositaria della fede e della verità e ha il diritto e il dovere di insegnarla alle genti in nome di Cristo; tutti devono perciò credere alle sue proposizioni, rivelate sia col magistero ordinario (lettere pontificie, insegnamento dei vescovi), sia col magistero straordinario (definizioni solenni del papa o del concilio ecumenico); b) sacerdotale o di ministero propriamente detto, che comporta il culto di Dio e l'elargizione dei sacramenti che conferiscono ai fedeli la grazia santificante; c) regale o di giurisdizione, che significa sia instaurazione nel mondo di una convivenza fondata sulla verità, sia come vero e proprio potere giurisdizionale, con podestà legislativa, giudiziaria e coattiva, che è il mezzo con cui la C. può raggiungere il fine della carità. Questa potestà viene direttamente da Dio e il pontefice romano la esercita in modo supremo e pieno su tutti i battezzati, sia riguardo alle verità di fede che alla disciplina e al governo della C. nel mondo. La missione della C. è quindi un impegno all'amore di Cristo e alla dedizione per la salvezza di tutti gli uomini. Essa è dunque per definizione missionaria, ma (secondo la dichiarazione dottrinaria) si astiene dalla preghiera e dalla predicazione finché i popoli che posseggono di Dio solo un'inconscia esigenza o un'immagine imperfetta non sono giunti alla pienezza della fede cristiana. ║ Costituzione gerarchica e struttura visibile: affinché potesse esplicare la sua missione terrena, Gesù Cristo diede alla c. una precisa costituzione gerarchica, la quale ne assicura il funzionamento interno e costituisce una struttura esteriore riconoscibile da tutti. Si distingue innanzitutto tra C. docente e C. discente (rispettivamente clero e laicato), basandosi sul sacramento dell'ordine. Il vertice della gerarchia è costituito dal papa, vicario di Cristo; attorno a lui gravita l'intero organismo, rappresentato dal collegio espiscopale (vescovi), sacerdoti, religiosi, laicato: il tutto costituisce il volto umano e visibile del corpo di Cristo, attraverso cui si irradia sul mondo il mistero di Dio. Nel simbolo niceno-costantinopoliano sono enumerate le quattro note specifiche che distinguono la C. dalle altre contraffazioni umane: a) l'unità: la verità è una sola, quindi è doveroso accettarla e possibile raggiungerla e riconoscerla; ci si separa dalla C. con l'eresia (rifiuto di fede) o con lo scisma (rifiuto di obbedienza); b) la santità: questo non significa che i membri della C. siano più santi degli altri gruppi religiosi, ma che, poiché scopo della C. è la santificazione degli uomini, santa è la dottrina e mezzi sicuri di santità sono i suoi sacramenti; c) la cattolicità: cioè l'universalità: il messaggio di Cristo è valido per tutti gli uomini di ogni tempo; d) la apostolicità: la predicazione del Vangelo fu affidata da Gesù agli apostoli e ai loro successori, dunque la c. ne è la sola depositaria. ║ C. e Stato: il modo di concepire i rapporti tra la società civile e quella religiosa, che ha sempre avuto gran peso nel corso della storia, si può riassumere in due schemi opposti: l'unione e la separazione. Unione: in questo caso può verificarsi la subordinazione o la coordinazione. Esempi storici di subordinazione della C. allo Stato sono: a) il Cesaropapismo, secondo cui il governo della C. è un settore dell'amministrazione statale; b) il giurisdizionalismo, che, pur non riunendo nella stessa persona il duplice potere civile e religioso anzi concedendo privilegi e favori, si riserva però di invadere l'opposta sfera, pesando sulla nomina dei vescovi, la divisione delle circoscrizioni, l'amministrazione dei beni cioè sul settore esteriore e temporale della C. Rientrano in questo schema il gallicanesimo in Francia, il febronianismo e il giuseppinismo in Austria, il regalismo in Spagna, il leopoldismo in Toscana, tutti risalenti agli ultimi secoli. Riguardo alla subordinazione dello Stato alla C. si distinguono invece: la potestas directa (teocrazia), per cui tutti i poteri toccano al papa, e quelli vicini vengono esercitati dallo Stato per semplice delega; la potestas indirecta, che assegna al papa la sola potestà di correggere e abrogare le leggi civili, eventualmente dannose alla vita spirituale dei fedeli; la potestas directiva, che assegna al papa la sola possibilità di disapprovare leggi ritenute nocive e di raccomandare ai governanti il rispetto dei diritti di tutti e quindi anche C. La coordinazione si verifica invece quando C. e Stato si riconoscono reciprocamente sullo stesso piano, riservandosi ciascuno il proprio campo d'ingerenza (rispettivamente spirituale e temporale). Sui problemi non chiaramente circoscritti all'uno o all'altro campo (le res mixtae) le due autorità vengono a una soluzione comune in uno spirito di mutua collaborazione (sistema del concordato). Separazione: in genere questo sistema è definito dall'assenza di vincoli giuridici formali tra C. e Stato, per cui la prima deve conformarsi al diritto comune in vigore, senza privilegio alcuno. In pratica in questo modo la C. viene posta alla mercé di eventuali governanti senza scrupoli, ma d'altra parte le rimane la più completa libertà spirituale per l'esercizio della sua missione. Il sistema concordatario invece, se salvaguarda i diritti della C. come società terrena e sovrana, può renderla o farla apparire connivente con la politica del potere costituito. La C. cattolica preferisce ufficialmente il sistema concordatario, ritenendolo il più adatto alla sua natura di società sovrana e indipendente; dove le circostanze storiche lo richiedono accetta però anche una forma di tollerante adattamento alle condizioni esterne. Sul piano teorico, dopo la teoria medioevale del potere diretto la curia romana si è orientata verso una forma di potere indiretto, stante la subordinazione del fine temporale al fine spirituale, che naturalmente rimane preminente. In Italia i Patti Lateranensi costituiscono il concordato che regola i reciproci rapporti. - Arch. - ║ La C. come edificio sacro: sin dalla più antica architettura cristiana tali edifici si dividono in due tipi fondamentali: a pianta longitudinale o basilicale e a pianta centrale; essi sono derivazioni e adattamenti di precedenti edifici romani (cioè la basilica romana e il mausoleo o il tempio pagano). Un terzo tipo sorse più tardi dalla fusione di questi due: ebbe pianta cruciforme, e cupola posta sull'incrocio del braccio longitudinale (navata) con quello trasversale (transetto). I due tipi fondamentali sono ben distinti nel periodo paleocristiano, in cui l'edificio a pianta longitudinale, con una o due navate, è utilizzato per i riti di culto, e quello a pianta centrale (quadrata, ottagonale, ecc.) per la somministrazione del battesimo. I migliori esempi di questo periodo si trovano a Roma (Santa Sabina, Battistero Lateranense) e a Ravenna (Sant'Apollinare Nuovo, Battistero degli Ortodossi). Successivamente l'architettura carolingia predilesse gli edifici a pianta centrale, usandoli anche per il culto. Ma la più comune pianta che si ritrova nei periodi seguenti, tra le numerose variazioni dei tipi fondamentali, è quella a croce latina, di facile costruzione e di evidente valore simbolico. In periodo romanico al soffitto architravato si sostituiscono le volte; una cupola con tiburio compare alla sommità dell'edificio; compaiono cappelle laterali e il deambulatorio dietro il presbiterio. L'architettura gotica elabora maggiormente l'edificio, gli conferisce leggerezza, grande slancio verticale per mezzo delle tipiche volte, ricca ornamentazione; introduce più absidi con cappelle radiali. Nel Rinascimento, benché la pianta centrale venga rivalutata come modello di perfezione architettonica, restano prevalenti le piante longitudinali, provviste di una grandiosa cupola (come la basilica di San Pietro a Roma). Durante il Barocco si accolgono in parte questi schemi rinascimentali, respingendo però ogni elemento di simmetria e di armonia: la pianta centrale viene elaborata su pianta ellittica, con strutture libere (San Carlino alle Quattro Fontane, Sant'Ivo, a Roma). Un ritorno alle forme classiche (colonnati, frontoni, ecc.) si verifica fuori d'Italia nel '600-'700, e la C. ricorda l'aspetto dei templi pagani. L'Ottocento vede in tutta l'Europa un ritorno al gusto dei secoli addietro, ma le opere realizzate non vanno oltre la fedele imitazione. La C. contemporanea, dopo qualche insoddisfacente esempio ispirato al razionalismo e al funzionalismo, si conforma a linee libere e originali, più vicine alle arti figurative che all'architettura vera e propria. La storia della decorazione degli edifici sacri vede, nel periodo paleocristiano, un prevalere del mosaico o della pittura a fresco, con intenti illustrativi e didattici. Il mosaico rifiorì nell'architettura bizantina (secc. XI-XIV). Nel periodo romanico e in quello gotico soprattutto acquista importanza l'ornamentazione plastica interna (transenne e capitelli) ed esterna (statue e rilievi): le C. gotiche sono interamente e riccamente decorate (Duomo di Milano). Nel Rinascimento la decorazione, di tipo pittorico, prevale all'interno, dove si conservano cicli di affreschi dei più grandi pittori italiani, raffiguranti storie sacre o fatti e personaggi dell'epoca. Nel Barocco la decorazione pittorica viene concepita in funzione architettonica, cioè usata per ottenere particolari e sorprendenti effetti spaziali di tipo illusionistico. La copia delle decorazioni raggiunge livelli di esuberanza e spesso di aberrazione con il Rococò (specie in Francia e Austria), dopo di che si riduce ai soli spazi degli altari, absidi e cappelle, come nella C. contemporanea. - Dir. can. - Secondo la definizione del Codex iuris canonici la C. è l'edificio sacro che serve principalmente a tutti i fedeli per l'esercizio del culto pubblico. Queste sono le principali norme giuridiche sulla C.: la sua costruzione deve avere il consenso del vescovo, che ne stabilisce i criteri di massima, conformemente ai principi tradizionali dell'arte sacra. È necessario che ogni nuova C. venga consacrata o almeno benedetta (è sufficiente consacrare un solo altare). Le cattedrali e le collegiate devono essere consacrate. Il carattere sacro così conferito alla C. dura fino alla sua distribuzione, alla destinazione ad altro uso decisa dal vescovo; oppure cessa a causa di atti empi ivi commessi, di fatti di sangue, o perché vi si è sepolto un infedele o uno scomunicato: in tal caso essa deve essere riconsacrata. In linea teorica, secondo l'ordinamento ecclesiastico, la C. conserva il diritto d'asilo, ma esso in pratica non ha alcun valore poiché nessun ordinamento laico lo ammette. L'amministrazione della C. tocca al vescovo se è cattedrale, al capitolo se è collegiata, a un rettore o consiglio di fabbrica se non ha qualifica sociale. La C. palatina è un edificio di culto, sottratto alla giurisdizione vescovile, sorto per iniziativa privata di un sovrano, che si riserva il diritto di collazione straordinaria per la nomina degli ecclesiastici preposti. Deriva storicamente dalla cappella del palatium dei primi imperatori cristiani; il cappellano palatino era spesso anche cappellano generale delle forze armate dello Stato, per cui quel titolo aveva grande importanza. Per quanto riguarda la situazione attuale, lo Stato italiano con l'art. 29 del Concordato ha rinunciato a tutti i privilegi palatini. La C. privata si può definire in due modi: 1) la C. privata è di proprietà di un privato e non di un ufficio ecclesiastico o di un ente pubblico; può anche essere aperta al culto pubblico; 2) La C. privata può essere sinonimo di oratorio, cioè di edificio sacro in cui l'ingresso è limitato ad alcune categorie di persone, oppure permesso a tutti i fedeli solo durante gli uffici divini. Il Concordato stabilisce che le C. private non possono essere riconosciute giuridicamente. Della chiesa d'Inghilterra. ║ Chiesa a.: la sua fondazione ebbe origine da uno scisma provocato dal re d'Inghilterra Enrico VIII Tudor, nel 1534. Egli, sposato con Caterina d'Aragona, ma innamorato di Anna Bolena, chiese il permesso al papa di divorziare dalla moglie, dalla quale non era riuscito ad avere eredi. Avutone un rifiuto, fece annullare il primo matrimonio dal clero inglese e sposò l'amante. Alla scomunica del papa, il re rispose fondando la Chiesa nazionale d'Inghilterra (1534). Inoltre fece approvare dal Parlamento una serie di provvedimenti antipapali, quali il divieto di fare appelli a Roma, l'obbligo di sottomissione del clero inglese alla corona e la soppressione dei monasteri. Nominò poi arcivescovo di Canterbury T. Cranmer, a lui fedele, e insieme stilarono l'Atto di successione, che ratificava il divorzio del re e il suo nuovo matrimonio, e l'Atto di supremazia, con cui il re veniva proclamato capo supremo della Chiesa d'Inghilterra. Tuttavia, anche se il clero e il Parlamento inglesi accettarono e sostennero questi nuovi provvedimenti, alcuni nobili, tra cui vengono ricordati Tommaso Moro e Giovanni Fisher, vi si opposero strenuamente, ma furono mandati al patibolo. Durante il regno di Enrico VIII la nuova dottrina protestante ebbe una vasta diffusione, ma fu particolarmente sotto il suo successore, Edoardo VI (1547-53) che la Chiesa a. assunse una fisionomia più precisa. L'arcivescovo Cranmer, infatti, introdusse il Book of Common Prayers (1549), liturgia in lingua inglese di stampo cattolico moderato, e i 42 articoli di fede anglicana, principi derivati dalla fede luterana, zwingliana e calvinista. Successivamente alla morte di Edoardo VI, la Chiesa a. conobbe un periodo di persecuzioni ad opera della nuova regina, Maria Tudor (detta la sanguinaria), che tentò invano una restaurazione del Cattolicesimo in Inghilterra. Le successe nel 1562 Elisabetta, figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena, che riportò l'Inghilterra alla fede a. e nominò arcivescovo di Canterbury M. Parker. La nuova sovrana si servì della questione religiosa come fulcro per tutta la sua politica antispagnola e antipapale e diede alla Chiesa a. un assetto definitivo, fissandone le dottrine e le cerimonie per il culto. Infatti nel 1559 fu redatto l'Atto di uniformità, con cui veniva riconfermato il valore del Book of Common Prayers di Cranmer, che era stato bandito da Maria, e nel 1571 furono pubblicati i 39 articoli con cui si ribadiva il corpo ufficiale delle dottrine a. Tuttavia la natura eterogenea (ancora legata alla liturgia cattolica, anche se aperta ai principi calvinistici) che la fede a. andava sempre più assumendo, non soddisfaceva una larga parte della popolazione inglese. Ciò diede origine a una frattura interna alla Chiesa a. che, durante il Governo di Oliver Cromwell (1599-1658), si divise in High Church (Chiesa alta), fedele alla gerarchia e alla liturgia, e Low Church (Chiesa bassa), di ispirazione calvinista, i cui seguaci non conformisti furono chiamati in generale puritani e comprendevano presbiteriani, congregazionisti e battisti. I re che seguirono, Carlo II e Giacomo II, furono di tendenze più cattolicizzanti che non calviniste e fu solo con l'ascesa al trono di Guglielmo III d'Orange (1689) che si ritornò a un equilibrio "elisabettiano" tra le due tendenze. Nel XVIII sec. prese piede, all'interno della Chiesa d'Inghilterra, una terza corrente, la Broad Church (Chiesa lata) che, schierandosi nel mezzo delle controversie tra conservatori e puritani, assunse presto connotati di freddo ritualismo e di indifferenza religiosa. Ciò fu ampiamente contestato e portò, come reazione, a un risveglio del fervore religioso: da tale protesta ebbe origine la corrente del Metodismo, che ebbe tra i suoi massimi esponenti G. Wesley. Anche il XIX sec. fu caratterizzato da aspre contestazioni religiose: nel 1883 un gruppo di intellettuali di Oxford diede origine a quello che fu chiamato il movimento di Oxford, una vera e propria rivolta contro il controllo del potere politico sulle questioni religiose, scatenata dalla pretesa dello Stato di riorganizzare la Chiesa d'Irlanda. In seguito a questa protesta, numerosi tra i capi e i seguaci del movimento si convertirono al Cattolicesimo, mentre altri divennero sostenitori dell'Anglocattolicesimo, tendenza che trovò ampia diffusione in quanto veniva a porsi a metà strada tra la Chiesa di Roma e le Chiese decisamente protestanti. La Chiesa a. ha quindi intrapreso in tempi moderni un cammino di progressiva modernizzazione e indipendenza che l'ha portata a manifestare tendenze di riconciliazione con la Chiesa cattolica, nonostante ancora sussistano argomenti di incomprensione quali, ad esempio, la controversa questione del sacerdozio alle donne. ║ Comunione a.: federazione di Chiese nata nel 1867, dopo il disestablishment, cioè il principio di separazione della Chiesa dallo Stato riconosciuto in funzione delle diocesi coloniali. La Comunione a. riunisce quindi tutte quelle diocesi che riconoscono e seguono il Book of Common Prayer nella propagazione della fede cattolica e apostolica e che sono unite da un vincolo di fedeltà reciproca. Esse sono la Chiesa d'Inghilterra, quella del Galles, quella d'Irlanda, la Chiesa episcopale di Scozia, quella protestante episcopale americana, le Chiese dell'India, del Pakistan, della Birmania, di Sri Lanka, del Canada, della Nuova Zelanda, dell'Australia e Tasmania, delle Indie Occidentali, della Cina e del Giappone, alcune diocesi in Africa, America Meridionale, Asia. Tutte le Chiese appartenenti alla Comunione a. riconoscono come unico metropolita l'arcivescovo di Canterbury e si riuniscono in conferenza una volta ogni dieci anni (dal 1867) nel palazzo di Lambeth, residenza dell'arcivescovo di Canterbury. La dottrina della Comunione a. riconosce due soli sacramenti, il Battesimo e l'Eucarestia, e accetta i simboli niceno, atanasiano e degli apostoli. ║ Comunità a.: gruppo di istituti religiosi che, dopo la soppressione imposta dalla riforma protestante, risorsero nel XIX sec. in seguito al movimento di Oxford. Ne fanno parte le comunità femminili di Marion Hughes e delle suore infermiere di Santa Margherita di J.M. Neale e le comunità maschili di J.H. Newman, della società di San Giovanni Evangelista di R.M. Benson, dell'ordine di San Benedetto e della società di San Francesco. - Mus. - Canto a.: stile di canto della Chiesa a. per l'esecuzione di salmi, cantici e altri testi sacri non dotati di una precisa struttura metrica. Ebbe origine verso la fine del XVII sec. Le formule melodiche sono armonizzate a quattro voci, ma ogni versetto deve adattarsi a uno schema metrico prefissato. Ciò significa che, avendo tutte le battute una durata uguale, l'andamento sarà lento o mosso a seconda della lunghezza del testo da inserire nella battuta. Il discriminare; distinzione fra cose o persone. ║ Nel periodo delle leggi razziali, provvedimento di non applicabilità delle disposizioni restrittive della capacità giuridica. ║ D. razziale: applicazione di provvedimenti restrittivi, nei confronti degli appartenenti ad una razza diversa da quella del gruppo dominante. - Econ. - D. dei prezzi: particolare modalità nell'offerta di un bene o di servizi, operabile solo in condizioni di monopolio di tale bene o servizi. Consiste nella vendita a prezzi diversi di unità prodotte invece al medesimo costo, allo scopo di sfruttare al meglio le potenzialità delle classi di compratori, ad esempio in relazione alle classi sociali o alle zone di residenza. Condizione indispensabile per la realizzazione di una d. è che gli acquirenti discriminati non possano accedere alle modalità di offerta con il prezzo più basso, e che i clienti favoriti dai prezzi non possano rivendere parte del prodotto acquistato agli altri. La varietà di prezzi che si realizza in un regime di libera concorrenza non è ovviamente definibile come d. Generalmente gli economisti distinguono tre tipi: d. su base personale; d. su base materiale; d. su base geografica. La prima valuta la condizione personale del consumatore o cliente, come nel caso di un professionista che applichi tariffe diverse a clienti di diversi. Il secondo tipo valuta invece la destinazione del bene venduto, cioè il suo uso: nell'erogazione di energia elettrica, per esempio, i prezzi sono diversi per l'uso domestico e quello industriale e, in tale ambito, sono ulteriormente differenziati in ordine a piccole aziende o grandi complessi. La d. su base geografica, infine, valuta la localizzazione del cliente e può essere giustificata dall'incidenza dei costi di trasporto o altri motivi quando favorisce i clienti esteri rispetto a quelli interni o viceversa. Guadagnare navigando! Acquisti prodotti e servizi. Guadagnare acquistando online. Che serve di fondamento, di sostegno. ║ Per estens. - Principale; di grandissima importanza. - Fis. - Frequenza f.: in una grandezza periodica, frequenza della prima componente armonica. - Mus. - Nota f.: in una scala, la nota più grave, che dà il nome alla scala medesima: di un accordo, la nota che lo genera. - Bot. - Sistema f.: complesso dei vari tessuti della struttura primaria, interposti tra l'epidermide ed i fasci vascolari. - Dir. - Diritti f.: i diritti soggettivi della personalità. - Mat. - Campo f.: in un gruppo discontinuo di trasformazioni in sé di una regione o di uno spazio, regione contenuta nella regione data, tale che ogni punto di quest'ultima possa, mediante una trasformazione del gruppo, mutarsi in un punto e due punti distinti dell'altra regione, di cui non siano trasformati l'uno nell'altro da alcuna trasformazione del gruppo. ║ Gruppo f.: in un complesso topologico, gruppo i cui elementi sono i cammini chiusi uscenti da un punto, definiti a meno di una deformazione continua, quando per legge di composizione si assume la somma dei cammini, il cammino cioè ottenuto percorrendo l'uno dopo l'altro i due cammini addendi. ║ Retta f.: retta d'incontro del geometrale con il quadro, nel metodo della rappresentazione prospettica delle figure. - Teol. - Articoli f.: articoli di fede, la cui accettazione sarebbe indispensabile per la salvezza. ║ Teologia f.: in ambito cattolico si definisce così quella sezione della teologia che, distinta dalla dogmatica, ha funzione introduttiva e propedeutica in quanto pone i fondamenti comuni a tutte le parti della teologia. Suo oggetto è, da una parte, lo studio del realizzarsi della Rivelazione divina (ma non dei suoi contenuti) e di come tale Rivelazione sia stata conservata da parte della Chiesa; dall'altra lo studio delle fonti della Rivelazione e del processo di costituzione della comunità ecclesiale. In relazione a tali oggetti si usa dividere a sua volta la teologia f. in apologetica e in scritturale. Che si aggiunge a qualche cosa, per completarla; non essenziale, di secondaria importanza. ║ Elemento che ha funzione di completamento e perfezionamento. - Dir. - In campo giuridico, ciò che riguarda il servizio, l'ornamento o l'utilità di un bene definito principale. ║ Si dicono diritti a. quelli che presuppongono l'esistenza di diritti principali (diritti potestativi e di garanzia) e che si trasmettono congiuntamente a questi. - Anat. - Di ogni organo che completa la funzione di altri organi principali. ║ Nervo a.: l'undicesimo paio di nervi cranici, con funzione puramente motoria; nasce dal bulbo e dal midollo cervicale, attraversa il foro giugulare e si divide, poi, in due rami, uno interno (a. del nervo vago) e uno esterno (nervo spinale). Innerva i muscoli del faringe, del laringe, del palato molle, del collo e del dorso. - Mineral. - Relativo a quei metalli presenti nelle rocce in quantità minime, così da non influire sulla loro classificazione. - Banca - Operazioni a.: l'insieme dei servizi resi da una banca, che non hanno una vera e propria natura creditizia ma sono tesi a completare l'esercizio dell'attività creditizia e a favorire la clientela (cassette di sicurezza, depositi a custodia, ecc.). (dal latino corpus: corpo, organismo). Porzione di materia limitata, che ha una propria forma, un proprio volume, un proprio peso. Oggetto, cosa. - Fis. - I c. secondo il loro stato di aggregazione, sono solidi, liquidi o gassosi. Sono detti c. semplici quelli formati da un solo elemento, che nessuna azione chimica può scomporre; c. composti, quelli costituiti dall'unione chimica di due o più c. semplici. Tali c. non si possono separare con mezzi fisici. Le più importanti proprietà generali dei c. sono: impenetrabilità, estensibilità, divisibilità, porosità, compressibilità, elasticità, mobilità, inerzia. Proprietà particolari di certi c. sono solidità o fluidità, tenacia, duttilità, malleabilità, durezza, trasparenza. - Bioch. - Complesso organizzato di materia che costituisce un individuo vivente. - Ind. graf. - Grandezza delle lettere di un carattere tipografico, misurata nel senso dell'altezza delle lettere stesse, secondo un sistema speciale di misura la cui unità è il punto tipografico. - Mil. - Parte dell'esercito che può considerarsi a se stante: c. sanitario. - Dir. - C. del reato: oggetto con cui o su cui viene commesso il reato. ║ Ogni cosa od oggetto avente attinenza con il reato stesso. - Diplom. - C. diplomatico: insieme degli agenti diplomatici che rappresentano i vari Stati, accreditati presso uno stesso Governo. Si riunisce per compiere atti o trattare questioni che siano di comune interesse per gli Stati rappresentati. - Anat. - C. calloso: lamina di sostanza bianca che unisce i due emisferi cerebrali. ║ C. umano: è costituito da due grandi parti, una assile (testa e tronco) e una appendicolare (arti). Nella parte assile si ha la presenza in superficie dell'apparato tegumentario (cute e annessi, zone sottocutanee) sotto al quale sono disposti gli elementi dell'apparato locomotore (ossa, articolazioni e muscoli). Questi ultimi delimitano, poi, appositi spazi in cui sono racchiusi i principali visceri (spazi viscerali) e il sistema nervoso (spazi neurali). La parte appendicolare presenta, al contrario, una struttura costruttiva solida in virtù della quale, sotto l'apparato superficiale del tegumento, sono variamente collocati gli elementi dell'apparato locomotore individuati tra loro da spazi connettivali o logge. Più in particolare, le principali regioni topografiche del c. umano si dividono in varie parti. ║ Testa: è formata da regioni superficiali (occipitofrontale, temporale, auricolomastoidea); cavità (meningi, encefalo); faccia (naso, bocca, occhi, regione parotideomasseterina, regione infratemporale, regione sfenopalatina). ║ Collo: è formato da zone sopraioidea e sottoioidea; regione sternocleidomastoidea; regione sopraclavicolare. ║ Torace: è formato da parete (regione sternale, regione costale, regione diaframmatica); cavità (pleure, polmoni); mediastino (anteriore e posteriore). ║ Addome: è formato da parete (zona sternocostopubica, zona ombelicale, regione costoiliaca, regione inguinoaddominale); cavità (peritoneale, retroperitoneale, extraperitoneale pelvica). ║ Perineo: anteriore e posteriore. ║ Regione mediana dorsale del tronco: è formata da nuca, dorso, zona lombare, zona sacrococcigea, canale vertebrale. ║ Arto superiore: è formato da spalla (scapola, zona deltoidea, ascella); braccio (anteriore e posteriore); gomito (anteriore e posteriore); avambraccio (anteriore e posteriore); polso (anteriore e posteriore); mano (regione palmare e dorsale); dita (regione flessoria, regione dorsale o estensoria). ║ Arto inferiore: è formato da anca (glutei, regione inguinofemorale); coscia (anteriore e posteriore); ginocchio (anteriore e posteriore); gamba (anteriore e posteriore); collo del piede (zone anteriore e posteriore); piede (zone dorsale e plantare). ║ La divisione degli organi fondamentali del c. umano può anche essere eseguita con un criterio sistematico, assegnando cioè ciascuno di essi all'apparato morfo-funzionale di cui entra a far parte (anziché dividerli secondo la zona che occupano); si distinguono, in questo caso, i seguenti sistemi: tegumentario; locomotore (scheletro, muscoli, articolazioni); cardiocircolatorio; digerente; respiratorio; urogenitale; endocrino; nervoso; organi di senso (gusto, olfatto, tatto, udito e visione). - St. - C. Sanctorum: nel Medioevo zone di alcune città, che includevano le chiese principali urbane, sulle quali si estendeva la giurisdizione civile del vescovo, mentre il resto della città dipendeva da un feudatario o costituiva un Comune. Adesione, fede, dottrina religiosa. ║ Opinione, convinzione. ║ Credito, fiducia. ║ Assaggio di cibi e bevande destinate a una persona importante per dimostrare che non sono avvelenate. - Rel. - In materia di religione, la parola esprime un concetto simile a quello di fede con una maggiore accentuazione del valore gnoseologico. La c. si contrappone alla certezza o alla convinzione; è adesione dello spirito a una nozione non dimostrabile rigorosamente o, comunque, non posseduta in base a prove fondate. - Filos. - Ammissione di una dottrina non per via intellettiva ma in base all'autorità di un teste o a motivi affettivi. Pur essendo priva della certezza dell'evidenza, la c. può consentire una fermissima persuasione se derivata da motivi di credibilità seri e evidenti. - St. - Consiglio di c.: nel Comune medioevale, e principalmente nei Comuni lombardi, consiglio di persone esperte e fidate destinato ad affiancare i consoli nei problemi più importanti del governo comunale. Da questo consiglio prese origine il Consiglio degli anziani, al quale venivano sottoposte le questioni più gravi. Alla fine del XII sec. il termine indicò anche l'unione delle Arti minori, esito della progressiva tendenza democratica dei Comuni italiani che vide tutte le Arti, Maggiori e Minori, rappresentate nell'amministrazione cittadina. Di Cristo. ║ Che appartiene o è proprio della religione di Cristo. ║ Che ha relazione col Cristianesimo o è da esso ispirato. ║ Individuo che ha fede in Cristo e ne professa la religione. ║ Era c.: partizione storica che ha inizio convenzionale nell'anno della nascita di Cristo. ║ Nel linguaggio familiare è sinonimo di uomo. ║ Chiesa c. cattolica apostolica: setta, di impostazione millenaristica, fondata a Chicago nel 1896 da J.A.Dowie; ebbe come centro Zions City, sul lago Michigan. In un viaggio di propaganda attorno al mondo, il Dowie scelse Zurigo come centro di diffusione della setta. ║ Chiesa c. riformata: fondata in Olanda, nel 1843, da H. de Cock, cui si unì tra gli altri van Raalte; essi emigrarono, con alcuni seguaci, negli Stati Uniti, dove nel 1847 aderirono alla Chiesa riformata d'America, dalla quale si separarono nuovamente nel 1857. ║ Comunità c.: movimento religioso fondato nel 1922 da Rittelmeyer; in esso confluirono elementi c., di misticismo orientale e di altra provenienza, sulla base dell'antroposofia di Steiner. Soppressa nel 1941 dal Nazismo, risorse nel 1945. ║ Lega c.: lega dei Cantoni cattolici della Svizzera, stretta nel 1586. ║ Associazione fondata a Berlino nel 1925, omologa, in ambito luterano, all'Azione Cattolica. Relativo al Puritanesimo. ║ Per estens. - Dettato da un'esagerata intransigenza moralistica: timore p. ║ Seguace del Puritanesimo. ║ Per estens. - Persona che ostenta eccessivi atteggiamenti di severità e intolleranza. (o Hales). Filosofo e teologo inglese. Presso gli scolastici fu conosciuto come Doctor irrefragabilis o Doctor doctorum. Studiò dapprima a Parigi, dove in seguito insegnò a partire dal 1205. Nel 1222 entrò nell'ordine francescano e nel 1225 passò a tenere la cattedra di Teologia. Nel 1235 divenne arcidiacono di Coventry. Fondò successivamente a Parigi la Schola Fratrum Minorum. Fu il primo a usare come manuale universitario le Sentenze di Pietro Lombardo. La dottrina di A., esposta nella sua opera maggiore, la Summa universae theologiae, rappresentò sostanzialmente la nascita della filosofia scolastica. In esso viene posto in uso il procedimento summistico della tripartizione in tesi, antitesi e risoluzione. Nel corso dell'opera egli riassume i principi della scolastica legata all'agostinismo e al neoplatonismo per contrapporli alle nuove correnti aristoteliche. Per A. la causa prima di ogni azione umana e di ogni fenomeno naturale è da identificarsi con Dio; ogni fenomeno proviene da Dio e ha la sua estrinsecazione fuori da Dio stesso. La creazione del mondo viene concepita dal filosofo inglese come derivante necessariamente da un atto di bontà. In tutte le cose, secondo A., può essere distinta un'esistenza e un'essenza; l'essenza delle cose si identifica con gli universali post rem o fisici, mentre gli universali ante rem o metafisici esistono in Dio. Egli aderì anche all'aristotelismo arabo e giudaico. Da Avicebron prese l'idea dell'ileomorfismo cosmico per cui tutte le cose sarebbero formate da spirito e materia ma la materia delle cose spirituali è diversa da quella delle cose materiali. Degli Arabi egli inoltre ammise il principio per cui la conoscenza è un atto della facoltà astrattiva dell'intelletto agente: ma vi aggiunse l'idea che l'intelletto agente riceve da Dio l'illuminazione di alcune forme intelligibili. L'influenza della dottrina di A. fu estremamente ampia. Una buona parte del pensiero di teologi come S. Bonaventura o John La Rochelle trova la sua origine negli scritti del maestro inglese. Altri studiosi, quali Ruggero Bacone e William Milton hanno largamente riconosciuto la derivazione delle loro concezioni dalle opere di A. Queste ultime sono, a loro volta, influenzate dal pensiero agostiniano, specialmente per quanto riguarda la teoria della molteplicità delle forme. Altre opere di A., oltre alla Summa, sono: una Expositio Regulae, le Quaestiones antequam esset frater, Quodlibet, Exoticon (Hales, contea di Gloucester 1170 o 1185 - Parigi 1245). Teologo inglese. Appartenente a una famiglia anglicana, passò giovanissimo al cattolicesimo per poi ritornare nel 1634 all'anglicanesimo, ma su posizioni eterodosse. Profondamente influenzato dall'arminianesimo e convinto che non ci fosse bisogno di guide infallibili, si fece assertore della tolleranza religiosa, sostenendo che gli uomini pervengono a gradi diversi di verità, secondo le loro doti. Ne conseguiva che ciò che importava era soprattutto lo sforzo per trovare la verità, anche se la grazia divina era una necessità per tutti gli uomini. Essa veniva trasmessa all'uomo attraverso la ragione che "scopre ciò che è naturale e riceve ciò che è soprannaturale" (Oxford 1602 - Chichester 1644). Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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