Etnol. - Popolo africano del Congo meridionale stanziato nella regione posta tra
il fiume Sankuru e il fiume Kasai. I
K. - cioè "gli uomini del
fulmine" - appartengono ai Bu-Shongo, gli "uomini dal coltello da getto" e
abitano nei villaggi da strada in cui le capanne si affacciano ai due lati della
strada in doppia fila; al centro della strada stessa sorgono alcune piccole
capanne: in una viene conservato il veleno usato come "giudizio di Dio" per
smascherare i responsabili di qualche delitto o per risolvere una controversia
sorta fra due elementi del villaggio: quello che, ingoiando il veleno, non ne
riceve alcun danno, ha ragione. In un'altra capannuccia sono raccolti i
"feticci" usati per conoscere i risultati della caccia. Alle due capanne ha
libero ingresso solo lo stregone. Gli uomini
K. si dedicano solo alla
caccia e alla pesca; all'agricoltura devono pensarci solo le donne; gli unici
lavori agricoli praticati dall'uomo sono il dissodamento del terreno e la
raccolta del tabacco. I
K., popolo antichissimo, fondarono un tempo un
Regno divenuto famoso come il Regno Luba o il Regno Kongo. Il loro re traeva
origine da un dio creatore; celebre divenne il re Shamba Bolongongo, vissuto
agli inizi del XVII sec. Sotto di lui il Regno conobbe un grande progresso nelle
arti e nella tecnica; la saggezza di questo sovrano, considerato un eroe
nazionale, evitò sempre le guerre con i popoli vicini: ogni controversia
era da lui regolata con la diplomazia e con la bontà. Anzi, con una
famosa legge egli vietò l'uso delle armi da getto che spesso causavano il
ferimento di persone innocenti. Shoma Bolongongo, che fu il 93° re dei
K., vietò anche i giochi d'azzardo, a quell'epoca molto diffusi
tra la sua gente, perché essi portavano alla rovina intere famiglie.
Morto questo grande re cominciò la decadenza del Regno che, tuttavia,
esisteva ancora nel 1908 e continuò, dopo tale data, anche durante il
dominio belga.