Strumento musicale cino-giapponese. Molto simile all'arpa, le sue corde di seta,
che variano da un minimo di sei a un massimo di tredici, tese sopra una grande
cassa di risonanza, vengono fatte vibrare tramite un plettro che è
solitamente d'avorio. Lo strumento, anche per le sue rilevanti dimensioni, viene
adagiato su una superficie piana ed è suonato in piedi o in ginocchio,
manovrando opportunamente le corde per variare la tonalità. Sovente il
plettro è unito alle dita in modo tale da costituire con la mano un corpo
unico. Si diffuse in Giappone intorno al 670, sotto l'impero di Tommu.