(voce latina). Antropol. - Genere appartenente alla famiglia degli Ominidi,
dell'ordine dei primati, istituito nel 1758 da Linneo, che vi comprese la sola
specie dell'
h. sapiens. Negli anni seguenti, a causa dei numerosi
ritrovamenti di ominidi fossili, si è creata l'esigenza di definire con
maggiore chiarezza gli elementi discriminanti che permettano di distinguere con
sicurezza i reperti assimilabili al genere
h. dai fossili classificabili
sotto altri generi. Gli studi moderni si basano non più soltanto sulle
caratteristiche morfologiche essenziali (cranio con fronte sviluppata,
differenza nella lunghezza degli arti inferiori e superiori, possibilità
di sopportare una posizione eretta), ma anche su reperti, in molti casi
associati ai ritrovamenti fossili, che possano indicare il grado di sviluppo
culturale raggiunto. In base a tali criteri distintivi, l'archeologia moderna ha
potuto stabilire, inoltre, il susseguirsi in epoche differenti di numerose
specie, sottospecie e razze (oggi tutte completamente estinte) di
h.
║
H. habilis: la specie più antica di ominidi appartenente,
con tutta probabilità, al genere
australopithecus, di cui
rappresenterebbe una razza distinta o una specie notevolmente differenziata
dalle altre per la capacità di lavorare la pietra (da cui il nome). I
primi resti di
h. habilis, databili a circa 3 milioni di anni fa, furono
scoperti nel 1960 in Tanzania settentrionale. Le caratteristiche somatiche
dell'
h. habilis (capacità cranica, morfologia degli arti superiori
e inferiori, dentatura) e il rinvenimento di accampamenti e forse addirittura di
focolari, fanno pensare a una specie intermedia fra gli australopitechi e il
successivo
h. erectus. ║
H. erectus: specie appartenente al
genere
h., vissuta in Asia, Africa e Europa centrale e meridionale a
partire da circa 1,5-1 milione di anni fa (epoca a cui risalgono i resti
più antichi) e successivamente estintasi. Fino a qualche tempo fa
l'
h. erectus era classificato come razza e non come specie della famiglia
degli Ominidi; studi successivi hanno potuto stabilire la sua appartenenza a una
vera e propria specie, riconoscibile pur nella variabilità, per alcune
precise caratteristiche somatiche. L'
h. erectus aveva statura piuttosto
bassa (poco più di 152 cm), un cranio con fronte sfuggente e archi
sopracciliari molto prominenti. Dall'
h. habilis si distingue per la
capacità di scheggiare pietre e per l'uso intenzionale del fuoco. Resti
di
h. erectus furono scoperti a Giava, in Cina a Chukut'ien (dove furono
trovati i resti di 40 individui in una sola grotta, la cosiddetta Caverna
Superiore), in Africa settentrionale (a Ternifine e a Sidi Abderrahman); in
Europa i ritrovamenti più importanti, associati a utensili e manufatti,
furono effettuati nei pressi di Budapest e vicino a Heidelberg, in Germania,
dove venne alla luce l'uomo di Mauer. ║
H. sapiens: specie
appartenente alla famiglia degli Ominidi, secondo Linneo l'unica specie del
genere
h. Diffusasi a partire dal Pleistocene medio e discendente diretta
dell'
h. erectus, è la specie alla quale appartiene l'uomo moderno.
Articolata in numerose sottospecie, essa fu piuttosto evoluta e specializzata. I
più antichi rappresentanti dell'
h. sapiens vissero insieme agli
ultimi neandertaliani: quando questi si estinsero (circa 30.000 anni fa), i tipi
di
h. sapiens si svilupparono velocemente diffondendosi, oltre che nel
continente antico, anche in America e in Australia, articolandosi in sottospecie
e razze numerose (per esempio
h. sapiens sapiens), la cui morfologia
è ancora riconoscibile nei caratteri distintivi degli attuali gruppi
umani. Fra i ritrovamenti più antichi di
h. sapiens e di loro
manufatti in territorio europeo sono quelli effettuati a Verstzölöss,
in Ungheria; preziosi anche i ritrovamenti di Steinheim in Germania, Swanscombe
in Inghilterra, Saccopastore in Italia, Montmaurin in Francia. Numerosi e
importanti sono anche i resti fossili rinvenuti in territorio africano e
asiatico.
Località europee in cui sono state rinvenute tracce della presenza di Homo Sapiens
Cranio di Homo Sapiens