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Fuoruscitismo.

Emigrazione politica e fuga all'estero da parte di antifascisti. Si trattò dapprima (1922-25) di un'emigrazione spontanea da parte di lavoratori ai quali le "spedizioni punitive" degli squadristi prima e le vessazioni della polizia e dei carabinieri poi avevano reso la vita in Italia impossibile. Dal 1925, cominciò l'esodo delle personalità di maggior rilievo, già preceduto dall'espatrio dell'ex presidente del Consiglio F. S. Nitti e di L. Sturzo nel 1923-24. Nel 1925 emigrarono, tra gli altri, G. Salvemini, il cattolico G. Donati, P. Gobetti, che doveva morire pochi mesi più tardi per le percosse inflittegli dai fascisti. Nel 1926 furono costretti a lasciare l'Italia anche Giovanni Amendola, già moribondo per le ferite riportate nelle quattro aggressioni subite ad opera dei fascisti, P. Nenni e, tra gli ultimi, il vecchio F. Turati la cui fuga era stata progettata da C. Rosselli, F. Parri, S. Pertini. Il f. assunse il carattere di una protesta davanti all'opinione pubblica mondiale e di una denuncia dell'impossibilità di condurre una battaglia politica in Italia.