Ciò che brucia, producendo simultaneamente calore e luce. Il fenomeno del
f. è generalmente dovuto a processi chimici energetici o anche a
processi fisici (per es. la luce elettrica nel vuoto); quando avviene in un gas,
prende il nome di
fiamma. ● Aer. -
F. del profilo: punto che
si trova nel primo quarto della corda di un profilo alare a partire dal bordo
d'attacco: rispetto ad esso è costante il coefficiente del momento della
risultante aerodinamica. ║
F. del velivolo: punto di un velivolo
rispetto al quale risulta costante il momento unitario della forza aerodinamica
totale. ● Astrol. - Uno dei quattro elementi ai quali si riferiscono i
dodici segni zodiacali. Gli altri tre sono
terra,
aria e
acqua. Al
f. appartengono i tre segni
Ariete,
Leone
e
Sagittario che presentano diverse espressioni e si manifestano con
differenti caratteristiche. Tuttavia essi hanno in comune, alla base, l'elemento
f. caratterizzato dalla combinazione
caldo-secco, che esprime il
temperamento bilioso. Il caldo dovuto al
f. è fonte di energia e
può fondere, volatilizzare, decomporre, mentre il secco che riduce o
restringe è fattore di affinamento e di sterilità. Per mezzo del
f., simbolo dello stato d'incandescenza della materia, si può
creare la materia stessa, trasformarla, liberarla da ogni fattore estraneo,
purificarla o aggredirla e distruggerla. Il
f. è quindi fattore di
progresso, di lotta, spesso anche di affermazione ma, nello stesso tempo,
può distruggere tutto qualora la sua fiamma non sia perfettamente
dominata. Sotto l'aspetto psicologico il
f. è alla base del
dinamismo, dell'esaltazione, della superiorità ottenuta lottando,
dell'ambizione, della conquista. E poiché il destino dell'uomo è
spesso dovuto alla lotta, il
f. influisce enormemente sulle sue azioni.
● Fis. - Punto nel quale i raggi luminosi e calorifici, o i loro
prolungamenti, s'incontrano. ║
F. dell'obiettivo: punto ove si
forma l'immagine di un oggetto puntiforme posto all'infinito e trovantesi sul
piano focale; è costituito dalla risultante dei
f. delle singole
lenti formanti l'obiettivo. La distanza che intercorre tra il centro
dell'obiettivo ed il
f. si dice
lunghezza focale e viene
normalmente riportata sulla montatura degli obiettivi foto e cinematografici con
la lettera
f seguita dalla misura corrispondente in mm. ║
F.
della lente: punto ove si forma l'immagine di oggetti trovantisi
all'infinito, indicato di solito con la lettera maluscola F. ● Mit. e Rel.
- Innumerevoli sono i miti sull'origine del
f., tra cui il famoso mito di
Prometeo che in varie forme si ritrova presso tutte le civiltà primitive.
La ricca simbologia sul
f. fu in buona parte assorbita dalle varie
religioni e il culto del
f. assunse varie funzioni e significati. Nella
religione greca Efesto, la divinità del
f. terrestre, impersona
vari aspetti di questo elemento. Nella Bibbia il
f. simboleggia la
collera sia divina che umana e soprattutto la maestà di Dio. Anche nella
religione cristiana il
f. riveste una notevole importanza come dimostra,
nella liturgia cattolica, la benedizione del
f. nuovo fatta il Sabato
Santo, per riaccendere le candele dell'altare. ● Filos. - Rilevante
è l'importanza del
f. nella filosofia cosmologica greca. Secondo
Parmenide l'universo risulta generato dalla composizione armonica di due
opposti, il
f. e la
notte. Il pitagorico Ippaso di Metaponto
considera il
f. come il principio primo di tutte le cose, rifacendosi in
ciò ad Eraclito secondo cui il
f., come elemento primo, è
simbolo e insieme realtà del divenire, del fluire perenne. Infatti per
Eraclito il movimento di tutte le cose è un uscire dal
f. e un
ritornare al
f. I contrari, nel loro perenne fluire, sono insieme in
lotta e in accordo: il mondo sussiste, come la fiamma, per il suo continuo
mutarsi, per la lotta e l'armonia degli opposti. Il
f. è, quindi,
accordo-disaccordo, è, insieme, realtà fisica e principio
razionale che unisce gli opposti, per cui tutto quello che ci sembra opposto
è, in realtà, unito. Empedocle pone invece il
f. tra i
quattro elementi (gli altri sono l'acqua, l'aria, la terra) da cui tutto sarebbe
stato generato. Egli chiama questi quattro elementi
radici e li considera
eterni: l'essere è tutto negli elementi, e dal loro miscuglio e scambio
risultano tutte le cose. Alla speculazione dei pensatori naturalistici
presocratici, in particolare di Empedocle e di Eraclito, si rifà la
concezione stoica e l'interpretazione razionalistica che essa dà della
mitologia tradizionale; mentre tutti gli altri dèi, non essendo che
simbolo di elementi e fenomeni naturali, nascono e muoiono, Zeus, in quanto
simbolo di
f. eterno, permane attraverso le varie vicende dell'universo.
Il mondo è sferico, finito (anche se circondato da uno spazio infinito),
animato, perfetto, divino e unico. Esso si genera dal
f. e nel
f.
si risolve nella conflagrazione universale, per poi rinascere come la mitica
Fenice e ripetere il ciclo precedente. Questa dottrina della
palingenesi
cosmica fu ripresa nel pensiero moderno da F. Nietzsche.