Antr. - Nell'ambito degli studi di antropologia sociale, il concetto di
f. fu introdotto da E. Durkheim, secondo cui per spiegare un fenomeno
sociale è necessario trovare sia le cause che lo provocano, sia le
f. che esso assolve. Egli assunse il termine
f. in sostituzione di
fine o
scopo, in quanto affermava che i fenomeni sociali non
debbono la loro esistenza ai risultati che producono. Tuttavia, per quanto
l'esistenza dei singoli fenomeni sociali non abbia come causa la loro
utilità, secondo Durkheim essi non continuerebbero a esistere se in
qualche modo, non fossero utili. Tra gli antropologi sociali che s'ispirarono
alla concezione del Durkheim, il concetto di
f. fu elaborato nella
maniera più completa da B. Malinowski e le sue considerazioni furono poi
sviluppate da studiosi quali E.R. Leach e A.R. Radcliffe Brown. Quest'ultimo,
partendo da Spencer, elaborò una teoria basata sull'analogia tra sistema
biologico e organismo sociale. Egli affermava che "la
f. di un
particolare costume sociale è il contributo dato alla totalità
della vita sociale, quale funzionamento dell'intero sistema sociale". ●
Chim. -
F. chimiche: caratteristiche di comportamento di gruppi di
elementi e di composti organici ed inorganici, determinate dalla presenza, nella
struttura intima del composto, di gruppi di atomi, detti
gruppi
funzionali. In un composto organico, si possono trovare più gruppi
funzionali legati alla catena carbonica. Se essi sono identici, il composto si
dice a
f. multipla: se sono diversi, a
f. mista o complessa. I
gruppi funzionali diversi, coesistenti in uno stesso composto, possono inibire o
modificare certe proprietà caratteristiche di ciascuno di essi. ●
Dir. - Nel suo più stretto senso, l'esercizio dell'attività e
quindi della vita di un organismo. Il contenuto della
f. è
molteplice e vario. Una certa estensione di attribuzioni, di diritti e di
doveri; una residenza locale in cui quei diritti e doveri speciali si esplicano,
una competenza territoriale, più o meno estesa, secondo la natura della
f., detta giurisdizione. Il principio che regge le
f. moderne
è quello della divisione di esse. Tre sono le
f. fondamentali
dell'organismo sociale: legislativa, esecutiva e giudiziaria, le quali a loro
volta sono costituite da un grande numero di
f. minori (
f.
politiche,
f. di governo o amministrative, ecc.), Una distinzione che ha
carattere storico, in quanto risale all'imperatore Costantino, è quella
di civili e militari. Le
f. possono inoltre essere supreme, subordinate,
inferiori e locali, collegiali ed individuali, concorrenti, professionali,
gratuite e retribuite (V. FUNZIONARIO). Nessuno
può esercitare una
f. qualsiasi senza essere autorizzato
dall'organo competente. L'esercizio di una
f. incomincia con la nomina,
nei modi di legge, degli individui che devono esercitarla; cessa, oltre che per
soppressione dell'organo che attendeva a quella
f., anche per morte del
funzionario, per sua dimissione, per il ritiro dal servizio, per revocazione.
● Econ. - Il termine
f. viene usato in vari contesti. Si parla di
f. della domanda globale e di
f. dell'offerta globale, con
riferimento al sistema keynesiano. Si parla inoltre di
f. del costo e di
f. indice dell'utilità, con particolare riferimento alla teoria
elaborata da V. Pareto e, successivamente, da R. G. Allen e J. R. Hicks, sulla
non misurabilità dell'utilità di due o più beni. ●
Mat. - Una grandezza y si dice
f. di un'altra grandezza x se, per valori
dati alla x, la y assume determinati valori, e viceversa. Una
f.
può essere:
univoca (o univalente) se, fissato un valore per la
variabile indipendente x, la variabile dipendente y può assumere in
corrispondenza un solo valore;
plurivoca (o polidroma) se ad ogni valore
determinato della variabile indipendente x corrispondono due o più valori
della variabile dipendente y. L'insieme dei valori che si devono attribuire alla
x perché esista il corrispondente valore della y, si chiama
campo di
esistenza o
di definizione della f. y. Possiamo anche avere
f.
con due o più variabili, nel qual caso si parla di
f. di f.: si
dice z è
f. di x e y quando, a coppie di valori x e y, corrisponde
per z un valore F (x, y). Si scriverà allora:
Z = F (x,
y)|C|
Es. z = X² - 2 XY + Y² è una
f. di X e di
Y
f. che può essere rappresentata graficamente,
servendoci di un sistema di assi cartesiani, dando luogo ad un diagramma.
║
F. costante: una
f. F (x), definita in un intervallo B, si
dice che è una costante, quando per ogni valore della x, nell'intervallo,
assume sempre lo stesso valore. Es. Y sen²x
cos² x è una
costante perché per ogni valore della x assume sempre il valore 1.
● Psicol. - Il concetto di
f. è largamente presente
nell'ambito degli studi psicologici. Si parla di
f. automatiche con
riferimento a quelle
f. rese "automatiche" dall'esercizio: movimenti del
camminare, del guidare un veicolo, delle dita di un dattilografo o di un
pianista, ecc. Si parla inoltre di
f. psicometrica, logistica, di
emergenza affidata al sistema simpatico. Sulla base di una grande
quantità di dati sperimentali ottenuti sugli animali, W. B. Cannon
attribuisce al sistema somatico la
f. di predisporre la liberazione delle
energie necessarie all'organismo per la lotta e per la fuga quale reazione a
emozioni violente. Reazioni quali: il pianto, palpitazioni cardiache, rossore,
pallore, bisogni fisiologici impellenti, sudorazione, ecc. sono tutte
f.
controllate dal cosiddetto sistema neurovegetativo
autonomo, f. che
sfuggono all'influenza della volontà del soggetto. Con riferimento alla
tipologia caratteriologica e psicologica, G. Pfahler, sulla base della
classificazione di F. Kretschmer, ha costruito una classificazione tipologica
basata su tre
f. fondamentali ereditarie che sono: 1) il modo col quale
si svolgono i contenuti mentali (attenzione e perseveranza); 2) la
reattività affettiva, che può manifestarsi secondo il grado di
godimento o di sofferenza: 3) l'energia di vita che può essere forte o
debole. Nell'ambito degli studi psicoanalitici, si parla di
f. autonoma
dell'Io con riferimento a quelle
f. che hanno cessato di essere
direttamente influenzate dagli istinti dai quali sono derivate. Nelle persone
psichicamente sane, il parlare, il respirare, il camminare, sono
f.
autonome dell'Io e, anche se intervengono "conflitti" psicologici, non insorgono
manifestazioni quali balbuzie, asma, paralisi (isterica) degli arti. ecc.
Particolari disturbi si possono poi avere, per gli stessi motivi, nella
f. sessuale e nella
f. nutritiva. Il disturbo più frequente
nella
f. alimentare è l'inappetenza per ritiro della
libido. Si possono però verificare anche aumenti patologici nella
voglia di mangiare e, secondo Freud, la coazione a mangiare si motiva con la
paura di soffrire la fame o con altre forme di paura e di ansia. Abbastanza
frequente, nei casi di isteria, è anche il sintomo del vomito come
rifiuto di mangiare, conseguenza anch'esso di paure varie. Al contrario, tutte
le attività che in un individuo sono divenute funzionalmente autonome
dimostrano un regolare sviluppo dell'Io. ● Inf. - Termine che ricorre
spesso nella parte dedicata ai linguaggi ad alto livello. I significati
principali sono due: una
f., intesa come elemento predefinito di un
linguaggio, è in pratica un'istruzione che opera su certi valori (uno,
nessuno o più di uno) e restituisce sempre un solo risultato (
f.
di stringa,
f. algebriche, trascendenti ecc.). Una seconda
interpretazione accosta al termine
f. il significato di "sottoprogramma
definito dall'utente" e quindi non predefinito all'interno del linguaggio. Ad
esempio in
Pascal la
f. (dichiarata tramite la parola riservata
Function) è un sottoprogramma a cui, al momento della chiamata
nominale, vengono passati dei parametri (anche nessuno) e che restituisce sempre
un solo valore. In entrambi i casi la
f. è deterministica,
cioè restituisce sempre lo stesso valore se viene chiamata con gli stessi
parametri e nelle stesse condizioni di esecuzione.