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Funzionalismo.

Tendenza a dare importanza principalmente alla funzionalità dell'oggetto della propria considerazione. ● Arch. - Tendenza creatasi al principio dell'architettura moderna, che contrappone all'antica estetizzazione, fine a se stessa e incurante della funzionalità, un'architettura meno dedita alla ricerca di valori formali ma maggiormente impegnata a risolvere i problemi dell'abitare, del vivere, del lavorare, in maniera più razionale. ● Etn. - Detto anche etnologia funzionale, è una teoria, espressa dall'antropologo britannico A.R. Radcliffe-Brown e sostenuta poi dall'antropologo polacco Bronislaw Malinowski, basata sull'esigenza che le ricerche etnologiche non siano limitate ai soli dati antropologici - com'era sempre accaduto prima degli inizi del XX sec. - ma si giovino dei risultati ottenuti da tutte le altre scienze che studiano come funziona il comportamento umano e, in particolare, della psicologia sperimentale. Secondo la psicologia sperimentale, infatti, il comportamento degli esseri umani dipende, in modo prevalente, dai cosiddetti impulsi base e cioè l'amore, la paura, l'ira e l'indifferenza. Di grande importanza sono anche i bisogni base costituiti dal metabolismo, dalla riproduzione, dal benessere corporeo, dalla sicurezza, dal movimento, dalla crescita e dalla salute. Accanto al bisogni base, ora elencati e che vengono anche detti bisogni biologici o bisogni primari esistono le risposte culturali il cui valore è strettamente legato al livello evolutivo di una comunità, alle possibilità che ciascun ambiente è in grado di offrire e alla particolare psicologia che caratterizza il gruppo umano. Tra le risposte culturali prevalgono: l'assoluto bisogno di procacciarsi il nutrimento; il sistema sociologico secondo cui viene organizzata la parentela; il tipo di abitazione, riparo, od altro e l'uso di indumenti; la protezione del singolo e quella della società stessa e, in rapporto a quest'ultimo punto, le possibilità di sviluppo della società; l'attività; l'esercizio; l'igiene. Il Malinowski non si limitò a sperimentare teoricamente il f. ma, nel 1914, si recò espressamente nella Melanesia, in una delle isole Trobriand, per potersi documentare anche praticamente. Scelse quelle isole perché gli indigeni - era risaputo - conducevano una vita estremamente felice o, per lo meno, serena, senza gravi problemi individuali e sociali da risolvere. L'antropologo si fece accogliere da quelle genti primitive come un loro fratello dividendo con esse, anche sotto l'aspetto psichico, ogni loro manifestazione culturale. Egli era certo - e lo poté provare - che presso quegli indigeni non esisteva alcun tabù che limitasse i bisogni biologici dell'individuo. In realtà scoprì, attraverso l'esperienza diretta, che gli individui soddisfatti, felici, che godono la pienezza della vita - quali erano quegli isolani - non si curavano affatto degli altri e non riconoscevano nemmeno alcuna autorità di capi. Di qui la conseguente conferma che nelle società dove i bisogni base sono repressi, nelle quali gli individui sono tenuti nel bisogno, e sono quindi infelici, la vita individuale diventa vuota, con grande sviluppo di sentimenti negativi quali la paura e l'invidia; e i capi sfruttano proprio tali elementi negativi per aumentare il proprio potere. Il Malinowski lasciò la sua opera Teoria scientifica della cultura ed altri saggi, pubblicata nel 1944 dopo la sua morte, nella quale sono appunto esposti i fondamenti del f., elemento basilare della moderna etnosociologia che, con l'ausilio anche della psicologia fenomenologica della teoria tedesca gestaltica (Gestalt significa forma), che analizza il carattere totalitario dell'esperienza umana, divenne quindi anche scienza morale. Come tale, l'etnosociologia condusse a riconoscere le cause prime degli atti delittuosi e a comprendere la necessità di prevenirli essendo essi originati dalla società stessa. ● Psicol. - Nell'ambito della ricerca psicologica, per f. s'intende quell'indirizzo che considera la vita psichica sotto l'aspetto delle funzioni in essa sviluppatesi al fine della conservazione della vita. Esso si contrappone all'analisi strutturalistica dei contenuti psichici e affonda le proprie radici nel pensiero di William Jaes (1842-1910). Ha tra i suoi massimi rappresentanti J. R. Angell e J. B. Watson, caposcuola dell'indirizzo behavioristico o comportamentistico.