Potente famiglia di banchieri, mercanti e industriali tedeschi di Augusta.
║
Hans (Johannes): fu il capostipite. Trasferitosi nel 1367 da
Graben (Svevia) ad Augusta, esercitò con successo l'industria della
tessitura del lino. ║
Andreas: figlio di Hans, fondatore del ramo
detto
del Capriolo, estintosi nel 1600 (m. 1458). ║
Jakob
detto
il Vecchio: figlio di Hans fondatore del ramo detto
del
Giglio, che ebbe maggiore fortuna (m. 1469). ║ Figli di Jakob furono
Ulrich (1441-1510),
George (1453-1506) e
Jakob detto
il
Riccio (1459-1525). Nel 1488, quale ricompensa per un grande prestito fatto
all'arciduca Sigismondo d'Austria, la casa
F. ricevette l'intera
produzione d'argento del Tirolo e da allora iniziò un'attività
estrattiva che la portò a detenere il monopolio dell'attività
mineraria dell'Impero asburgico. Alla fine del XV sec. i
F. controllavano
infatti le miniere d'argento, di rame e di ferro della Slesia, della Slovacchia,
della Boemia, del Tirolo, della Carinzia e della Spagna. Nel secolo seguente i
suoi cospicui interessi industriali e commerciali si estesero all'America e
all'Asia. I
F., definiti i banchieri degli Asburgo, andarono assumendo
una grande influenza politica, poiché, con le loro ingenti risorse
economiche, erano in grado d'influire in maniera determinante sulla politica
internazionale del tempo, concedendo ingenti prestiti per finanziare le imprese
militari dell'imperatore Massimiliano (150.000 fiorini per l'adesione alla Lega
Santa contro la Francia) e crediti per il futuro imperatore Carlo V, mettendolo
in grado di comprare i voti necessari all'elezione, costata 850.000 fiorini, di
cui 543.000 versati da Jakob
F. Il prestito era garantito dalle entrate
del Tirolo e della Spagna, con la concessione dell'appalto delle entrate di tre
ordini cavallereschi e del controllo delle miniere d'argento di Guadalcanal e di
mercurio di Almandèn. Nel 1500 la casa
F. aveva aperto anche una
filiale a Roma, concedendo prestiti al papa e ottenendo in cambio l'appalto
delle questue e delle indulgenze nell'Europa centro-orientale. Finanziò
poi le guerre di Carlo V, anticipandogli centomila ducati nel 1536 all'interesse
del 14%, da restituire in metallo aureo proveniente dall'America. L'anno
seguente, venne concesso un nuovo prestito di centomila ducati e, data la sua
potenza, si poteva ormai dire che la casa
F. costituisse uno Stato nello
Stato. Quando nel 1551-52 si profilò la crisi finanziaria provocata dalle
guerre della lega di Smalcalda, i
F. cominciarono a considerare i metalli
preziosi provenienti dall'America come l'unica garanzia accettabile per il loro
prestito di quattrocentomila ducati concesso da
Anton (1493-1560) a Carlo
V nel 1552, prestito che consentì all'imperatore di sottrarsi alle dure
condizioni del trattato di Passavia. Fu questa l'ultima volta che i
F.
ebbero nelle loro mani il destino dell'imperatore. Il trasferimento ad Anversa
dei metalli preziosi sbarcati in Spagna dall'America venne bruscamente
interrotto da Filippo II col decreto di Valladolid del 1557 che dichiarava la
sospensione di tutti i pagamenti, provocando perdite enormi ai banchieri
soprattutto tedeschi. Esso costituì un gravissimo colpo per i
F.,
ma non segnò ancora la decadenza della grande casa i cui crediti spagnoli
ammontavano nel 1604 a sei milioni di ducati, mai restituiti. Il colpo di grazia
alla ricchezza e alla potenza dei
F. venne inferto alla metà del
XVII sec. dalle guerre di religione che travolsero definitivamente la potenza
della grande casata.