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Fruttosio.

Bioch. - Carboidrato della serie dei monosaccaridi, di formula bruta C6H12O6; è un chetoesoso, a sei atomi di carbonio e a gruppo chetonico. S'indica talora anche con il vecchio nome di levulosio, dovuto al fatto che il f. è levogiro, a differenza del corrispondente aldoeosio, il glucosio o destrosio, che è invece destrogiro. Secondo la nomenclatura chimica ufficiale, il f. naturale deve indicarsi con il nome di D-f. che, in base alle convenzioni sulla rappresentazione della struttura spaziale della molecola degli zuccheri corrisponde alla formula I: allo stato solido e almeno prevalentemente nelle sue soluzioni, il f. si trova però nella forma isomera piranosica (II) che può rapidamente interconvertirsi con quella a catena aperta

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Nei vegetali il f. è diffusissimo, libero o legato a una molecola di glucosio a formare il saccarosio, il comune zucchero di canna e di bietola. Soprattutto nelle composite sono comuni e abbondanti dei polisaccaridi, le inuline e i levani costituiti almeno principalmente dal f. Questo si può ottenere assai semplicemente dal saccarosio, idrolizzandolo a f. e glucosio per breve riscaldamento con acido cloridrico o solforico diluito e ossidando poi il glucosio ad acido gluconico, che si separa con facilità dal f. Nell'uomo il f. viene utilizzato dai tessuti per la sintesi di ATP e per la produzione di energia. Infatti, una volta assorbito dall'intestino, il f. degli alimenti viene fosforilato in posizione I dalla f.-I-fosfotransferasi, enzima contenuto nel fegato, nel rene, nella mucosa intestinale e nei muscoli; da tale reazione si forma f.-I-fosfato che viene a sua volta scisso da un aldolasi in gliceraldeide e diidrossiacetone-fosfato. Queste sostanze rappresentano due metaboliti intermedi della glicolisi. Il f. viene adoperato nell'industria dolciaria e in campo farmaceutico per la preparazione di soluzioni nutritive a uso orale o parenterale. Il suo impiego è raccomandato anche nella dieta del diabetico poiché il f., a differenza del glucosio, viene utilizzato dall'organismo anche in assenza d'insulina. Tuttavia il valore di questo zucchero come riserva di carboidrati è limitato dal fatto che soltanto alcuni tessuti sono capaci di metabolizzarlo.