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Fototelegrafìa.

Tecnica della trasmissione e della ricezione di fotografie mediante la telegrafia, con o senza fili. Il metodo attuale si può affermare che abbia le sue origini nel sistema attuato da Rorn nel 1907. Un'immagine alla stazione trasmittente è avvolta su di un rullo ruotante e viene esplorata mediante un fascetto luminoso in un gran numero di parti piccolissime, dell'ordine di mezzo mm. Con una cellula fotoelettrica colpita dalla luce passata attraverso la fotografia, o riflessa, si ottengono degli impulsi elettrici che traducono con fedeltà la chiarezza delle parti esplorate mentre il rullo ruota. Tali impulsi di corrente vengono trasmessi lungo un filo, oppure si traducono in radioonde attraverso amplificazioni, poiché devono servire come corrente modulatrice di onde radio persistenti. Nella stazione ricevente, con nuove amplificazioni, si hanno, tramite gli impulsi elettrici, delle fluttuazioni di luce, capaci di impressionare una pellicola fotografica avvolta attorno ad un tamburo, identico a quello della stazione trasmittente e ruotante in sincronismo. Infine si sviluppa la fotografia. I sistemi principali in uso sono tre: 1) sistema Belin 2) sistema della compagnia Bell 3) sistema di Siemens-Karolus. Oggi tali sistemi non utilizzano più cellule al selenio ma cellule a metallo alcalino (potassio, rubidio) sia nel vuoto sia in presenza di gas, poiché la cellula al selenio ha lo svantaggio di presentare isteresi, cioè di avere un lavoro molto lento e non sempre preciso.