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Fotoperiodismo.

Fenomeno per cui molte funzioni degli organismi viventi sono influenzate dal fotoperiodo, ossia dalla durata giornaliera dell'illuminazione diurna. In genere il f. è regolato naturalmente dal Sole, ma può essere indotto anche artificialmente in laboratorio, o più semplicemente variato, modificando la durata delle fasi di luce e di oscurità. ● Bot. - Insieme dei fenomeni della vita vegetale che sono influenzati dal fotoperiodo. Già nei primi anni del Novecento era risultato evidente che il rapporto tra lunghezza del giorno e della notte poteva influire sulla fioritura: il crisantemo, ad esempio, non riesce a fiorire o ritarda il processo di induzione alla fioritura quando l'illuminazione quotidiana sia superiore alle 14 ore. Infatti il crisantemo fiorisce in autunno, quando il fotoperiodo è di circa 12 ore. Altre piante, al contrario, come il grano, fioriscono solo grazie a un lungo periodo di esposizione alla luce giornaliera, ossia in estate; altre ancora invece non subiscono influenza alcuna dal periodo giornaliero di luce, come il pomodoro. Le prime si dicono brevidiurne, cioè piante che fioriscono con meno di 12 ore di luce giornaliera; le seconde sono dette longidiurne, cioè fioriscono con una illuminazione giornaliera compresa tra le 12 e le 15 ore circa; le ultime sono definite neutrodiurne, perché non reagiscono rispetto al fotoperiodo. In genere ogni cellula vegetale è in relazione con il fenomeno del f., ma gli organi percettori dello stimolo fotoperiodico sono le foglie: da queste lo stimolo è trasmesso agli apici vegetativi, attraverso il floema, probabilmente grazie a sostanze particolari, dette ormoni florigeni, che mettono in azione il processo di fioritura. Il f. può riguardare non solo i processi riproduttivi, ma anche quelli vegetativi, come la germinazione dei semi, la crescita del fusto, la sintesi clorofilliana, lo sviluppo delle foglie e delle radici: infatti il ritardo della fioritura comporta, all'inverso, uno sviluppo delle funzioni vegetative. Il controllo sul fotoperiodo consente di regolare la fioritura a piacere ed ha quindi conseguenze applicative importanti, soprattutto nelle piante ornamentali. ● Zool. - Insieme dei fenomeni della vita animale influenzati dal fotoperiodo; in particolare è soggetto al f. il processo riproduttivo, così come fu sperimentato e dimostrato dallo zoologo canadese W. Rowan, negli anni Trenta. Evidente è l'influenza che si verifica negli uccelli: in primavera, le gonadi si ingrossano proporzionalmente all'allungarsi del periodo diurno di luce, come pure aumenta la produzione degli ormoni sessuali, cambia il piumaggio, inizia il corteggiamento e si verifica l'accoppiamento con la conseguente produzione di uova; anche l'attività migratoria è un effetto del f. Anche nei mammiferi si verificano effetti similari, quali la muta o la crescita delle corna, sempre finalizzati alla riproduzione. Nei rettili il f. influisce non solo sul ciclo riproduttivo, ma anche sull'attività alimentare e sull'accrescimento corporeo. Negli insetti, infine, il fenomeno della diapausa è regolato dal f.