Processo rotomeccanico, affine al fotocalcografico e al rotocalcografico, ma di
applicazioni limitate, per quanto si riesca ad ottenere una stampa molto
più perfezionata che non coi sistemi precedenti, data l'assenza di
retino. Il processo consiste nella stampa di una lastra con l'immagine originale
su un piano di cristallo preventivamente ricoperto con una gelatina al bicromato
di potassio e nello sviluppo successivo, che consente alle parti dello strato di
gelatina investite dalla luce di indurirsi, contrariamente alle parti che non
sono state investite dalla luce, che si gonfiano in maggiore misura a seconda
del chiaroscuro. Mediante inchiostrazione la matrice di cristallo gelatinizzato
è in grado di fornire alcune centinaia di copie. Processi
fotocollografici sono anche la
fototipia e la
fotolitografia.