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Fotochìmica.

Ramo della chimica-fisica che studia i fenomeni chimici che si manifestano sotto l'influenza di energia raggiante, prodotta da radiazioni che possono essere visive, ultravioleite, infrarosse, X o Y. Studia pure i fenomeni chimici che avvengono con emissione di energia raggiante (processi di luminescenza o chemioluminescenza). Quando una radiazione R colpisce una sostanza, parte di tale radiazione viene riflessa (Rr), parte viene trasmessa (R+) ed infine parte viene assorbita (Ra). La parte (Ra) assorbita è quella che interessa i fenomeni fotochimici, la quantità assorbita dipende dalla natura della sostanza e dallo spessore dello strato che assorbe la radiazione. L'assorbimento non è però uguale per tutte le radiazioni, poiché ogni sostanza assume in modo selettivo certe radiazioni di determinata lunghezza d'onda (ciò che determina nello spettro le cosiddette bande d'assorbimento). Se irradiamo una sostanza con radiazioni che essa assorbisce poco, avremo che la reazione prodotta dalle radiazioni sarà lenta e non facile. La legge di Grotthus e Drapper afferma che le quantità di sostanza trasformate sono proporzionali all'intensità della luce assorbita. Possiamo anche avere reazioni fotochimiche senza che la sostanza reagente assorba radiazioni: è sufficiente che siano presenti sostanze chiamate sensibilizzatori, capaci di assorbire radiazioni e di trasmettere l'energia di eccitazione alla sostanza reagente. Importante è l'applicazione di sensibilizzatori nei processi fotografici, dove vengono aggiunte all'emulsione fotografica, poco sensibile a radiazioni gialle o rosse, sostanze coloranti verdi o blu capaci di assorbire tali radiazioni, rendendo così l'emulsione sensibile anche a tali colori. Lo studio dei fenomeni fotochimici si basa oggi sulla teoria dei quanti. La legge di equivalenza di Einstein dice che esiste una proporzione fra il numero delle molecole trasformate e quello dei quanti di luce assorbiti: ad ogni quanto assorbito corrisponde la modificazione chimica di una molecola che l'assorbe. Questa legge è però valida solo per le reazioni primarie: se alla prima reazione che regola l'assorbimento del quanto seguono reazioni ulteriori, l'effetto di queste può sovrapporsi al primitivo effetto e falsarne i rapporti quantitativi. Il rendimento quantico è dato da:

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