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Fonògrafo.

Termine che indica sia lo strumento per la registrazione meccanica di vibrazioni sonore, sia quello che da tale registrazione è capace di riprodurre la vibrazione sonora originaria. L'invenzione del f. è opera di Edison: questi eseguì l'incisione per la prima volta nel 1877 su stagnola distesa su un cilindro, mediante registrazione in profondità. Dieci anni più tardi Berliner eseguì l'incisione su un disco, anziché su un cilindro, con registrazione in superficie. Berliner chiamò il suo apparecchio grammofono e insieme a Clark ideò anche l'impiego del motore a molla. Molto più tardi la tecnica del f. conseguì notevoli progressi mediante l'applicazione dei mezzi elettrici. Nell'incisione elettrica, tramite un microfono, il suono da registrare agisce su un amplificatore termoionico di bassa frequenza, la cui corrente amplificata agisce su un'elettrocalamita. Quest'ultima ripete in tal modo le vibrazioni meccaniche, e mediante un bulino incide, su un disco di cera che ruota a velocità angolare costante, una serie di vibrazioni lungo una spirale di Archimede. Dal disco di cera si ricava la matrice o negativo dell'incisione, da cui poi si ottengono i dischi positivi che vengono posti in commercio. La riproduzione del suono registrato viene effettuata mediante il f. meccanico o quello elettrico. Nel primo una punta, normalmente d'acciaio, scorrendo sul solco del disco riproduce le vibrazioni meccaniche che, trasmesse al diaframma, vengono trasformate in vibrazioni sonore. Nel f. elettrico, invece, la punta provoca le vibrazioni dell'àncora di un pick-up che a sua volta le trasforma in variazioni di corrente elettrica: questa, amplificata, alimenta un altoparlante. In seguito si svilupparono oltre e più avanzate tecniche di riproduzione del suono. Il sistema magnetico consiste nella registrazione e riproduzione del suono per mezzo di un nastro di plastica ricoperto di uno strato di ossidimetallici. La corrente modulata prodotta dal suono passa attraverso una testina magnetica che magnetizza in maniera stabile le particelle di ossidi metallici presenti sul nastro. La riproduzione del suono avviene con un procedimento inverso. Le particelle magnetizzate sul nastro inducono nella testina una corrente modulata che viene trasformata in suono. In termini di qualità del suono, grossi risultati vengono raggiunti con l'Alta Fedeltà (HiFi), che consiste in una serie di componenti che permettono l'amplificazione e la diffusione del suono, da qualsiasi sorgente provenga, nelle migliori condizioni, cioè con la migliore fedeltà rispetto al suono originario. Gli elementi principali di un sistema HiFi sono l'amplificatore del segnale audio proveniente da una sorgente (disco, nastro ecc.), il quale in uscita trasmette il suono a una coppia di casse acustiche che lo diffondono, riproducendone le caratteristiche originarie. Il progresso tecnologico e l'avvento dei transistors, riducendo i costi di produzione e migliorando la qualità della registrazione e riproduzione del suono, hanno trasformato l'alta fedeltà in un prodotto industriale destinato ad una vastissima clientela. Nel campo delle innovazioni tecnologiche, l'ultima produzione è il Compact Disc (presentato per la prima volta dalla Philips nel 1979), che consiste in un disco metallico pieno di piccoli fori, ottenuti con un procedimento fotografico, che sostituiscono i solchi del disco di polivinile; tali fori vengono letti da una testina ottica, per mezzo di un raggio laser. Il sistema di lettura del suono avviene con la tecnica digitale, già ampiamente sfruttata per l'elaborazione dei dati, che usa per la lettura del suono il linguaggio numerico; tale sistema viene denominato Sistema PCM (Pulse Code Modulation).