Fonorecettori.
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Vocabolario I F GB D e Vocabolario di Latino Fonorecettori. Zoologia. - Organi dell'udito grazie ai quali alcuni gruppi di animali sono in grado di percepire suoni o rumori; ne sono dotati soltanto gli artropodi e i vertebrati e si tratta quasi sempre di animali capaci essi stessi di produrre dei suoni. Le onde sonore sono addensamenti o rarefazioni del mezzo in cui si propagano (aria, acqua, solidi) che si susseguono in una determinata direzione; quando le relative vibrazioni presentano una certa regolarità e un certo ritmo esse vengono percepite dall'uomo come suoni (note musicali): se sono irregolari e aritmiche diventano "rumori". Tra gli artropodi, i miriapodi (chilopodi e diplopodi) posseggono f., detti organi di Johnston, situati alla base delle antenne per mezzo dei quali riescono a reagire alle onde sonore localizzandone anche la direzione. Tali organi di Johnston servono anche come recettori tattili e gravitari. L'aragosta e molti altri crostacei di notevoli dimensioni sono in grado di emettere suoni particolari e posseggono certamente il senso dell'udito; ma non si conoscono ancora i loro f. Vari insetti, come grilli, cicale, cavallette e varie farfalle notturne dispongono di "organi timpanici" per la percezione dei suoni; tali organi sono situati su delle grandi vescicole tracheali provviste di una parete che funge da membrana timpanica; questa è posta in vibrazione direttamente dalle onde sonore e trasmette lo stimolo o la vibrazione stessa a particolari cellule sensoriali. Nella locusta l'organo timpanico è posto sulla parte superiore delle tibie dell'arto anteriore e medio dove si trovano due fessure longitudinali in comunicazione con altrettante "camere d'aria" le cui pareti funzionano da membrane (timpano). In questo caso il vero "recettore" è costituito dalla cresta acustica, una sorta di listarella provvista di cellule di senso. Nelle farfalle e negli acrididi l'organo auditivo si trova sul torace; nella cicala è posto sull'addome mentre nei grilli è situato, appena infossato, ai lati delle tibie. Nel maschio della zanzara Anopheles il f. reagisce soprattutto ai suoni aventi una frequenza di 380 Hz, a quei suoni, cioè, che corrispondono al rumore delle ali della femmina. Di norma gli insetti reagiscono a suoni molto alti; l'intervallo di frequenza si trova molto spesso nella regione degli "ultrasuoni", non percepibili dall'uomo essendo al di sopra dei 21.000 Hz. Le farfalle notturne reagiscono a suoni con vibrazioni vicine ai 24.000 Hz, mentre le cavallette percepiscono vibrazioni che si aggirano sui 90.000 Hz. I grilli reagiscono a vibrazioni poste tra i 2.000 e i 7.000 Hz; le cicale a quelle comprese fra i 1.000 e i 5.000 Hz. Oltre che di richiamo, i suoni emessi da cavallette, grilli e cicale, servono anche per intimidire eventuali rivali. Quando certe farfalle notturne percepiscono un suono con frequenza superiore ai 15.000 Hz esse reagiscono con la fuga oppure lasciandosi cadere a terra e simulando la morte. Questo si spiega come un adattamento protettivo contro i pipistrelli che mentre volano emettono ultrasuoni utilizzati per localizzare la preda. I f. dei vertebrati terrestri sono situati nella regione del "labirinto" e sono rappresentati dall'organo di Corti riposante su una "membrana basale" che fa parte dell'orecchio. Questo può essere "interno" semplicemente (come nei rettili, o negli anfibi e negli uccelli) o "interno-esterno" come nei mammiferi che posseggono un "padiglione auricolare" atto a captare più facilmente le onde sonore che vengono quindi convogliate nel dotto auricolare. Gli uccelli, che non dispongono di padiglione esterno, possono rizzare le penne che circondano il foro uditivo formando una sorta di imbuto utilizzato come padiglione. Nei vertebrati l'analisi dei suoni viene per lo più attuata nel cervello. Il "limite superiore dell'udito" è posto per gli uccelli intorno ai 15.000-20.000 Hz; nelle lucertole in prossimità dei 7.400-8.200 Hz; nei ratti intorno a 100.000 Hz; nei pipistrelli, per lo più, vicino ai 175.000 Hz. L'uomo giovane può percepire suoni che si avvicinano ai 21.000 Hz. Poiché topi, ratti, criceti, talpe, alcune balene e numerosi uccelli cavernicoli reagiscono agli ultrasuoni si pensa che essi si servano di questa facoltà per l'orientamento (ecolocazione). La "direzione del suono" in molti vertebrati come i carnivori e gli ungulati, viene stabilita in seguito alla valutazione delle differenze di tempo e di intensità con cui le due orecchie captano il suono. La localizzazione, inoltre, è facilitata dal fatto che tali animali posseggono orecchie molto mobili che possono esser fatte ruotare nella direzione delle onde sonore. Anche i pesci posseggono un senso dell'udito ben sviluppato anche se non dispongono dell'"organo di Corti". In certe specie la vescica natatoria funziona come cassa di risonanza. scolopidio. Recettore sensoriale in grado di recepire stimoli complessi come suoni e vibrazioni (fonorecettore), stimoli tattili e variazioni di pressione (meccanorecettore), gradi di flessione di un'articolazione (propriorecettore). In sostanza consiste in un pelo tattile composto da tre cellule allineate che si estende fra due punti di un'invaginazione del tegumento (Servadei, et al., 1972; Tremblay, 1985). Riferimenti bibliografici Servadei, A.; Zangheri, S. & Masutti, L. (1972) Entomologia agraria ed applicata. CEDAM, Padova. Tremblay, E. (1985) Entomologia applicata. Volume Primo: Generalità e mezzi di controllo. 3 ed. Liguori Editore, Napoli. ISBN 88-207-0681-4. da Appunti di Entomologia: Ditteri. Glossario di entomologia. Vocabolario I F GB D e Vocabolario di Latino acùstico.(agg.), relativo all'udito e al suono.Inglese acousticFrancese acoustiqueTedesco akustischaspro.1 (agg.), di sapore simile a quello della frutta acerba. 2 (fig.) sgradevole all'udito: suono -. 3 di odore penetrante. 4 di corpo ruvido o luogo impervio. 5 (fig.), difficile. 6 (avv. aspramente), con asprezza.Inglese sourFrancese âpreTedesco herbfine.1 (s.f.), momento, punto ultimo di una cosa: la - del mese, una brutta -; una brutta morte; in fin dei conti. 2 (s.f. e m.), risultato, conclusione, riuscita: un libro a lieto -; il progetto ha fatto una brutta -; salvo buon -, loc. comm. 3 (s.m.), scopo, intento: il - giustifica i mezzi: secondo -, scopo recondito quasi sempre illecito. 4 limite: porre un - ai soprusi. 5 (agg.), distinto, signorile: una persona -. 6 sottile, trasparente, leggera: carta -; aria -. 7 fig. acuto: intelligenza, udito -. 8 (avv. finemente), abilmente, con sottigliezza: una statuetta lavorata finemente.Inglese endFrancese (f.) finTedesco (n.) Endeformidàbile.(agg.), straordinario, eccezionale: un pugno -; ha un udito -.Inglese formidableFrancese formidableTedesco dußerordenttichinaudito.(agg.), non mai udito; incredibile, eccezionale.Inglese unheard-ofFrancese inouïTedesco unerhörtinsordire.(v. intr.), perdere l'udito.Inglese to become deafFrancese devenir sourdTedesco taub werdeninteso.(agg. e p.p. di intendere), 1 che è intento a qualcosa: l'operaio è - al lavoro. 2 che si propone un certo fine: lo studio è - a migliorare la cultura. 3 capito, compreso, udito: hai - bene? 4 nelle locuzioni essere, rimanere -, convenuto, d'accordo; non darsi per -, fingere di non capire.Inglese undertoodFrancese entenduTedesco anstrebendmenomato.(p.p. di menomare e agg.), che ha subito una menomazione, una diminuzione della propria efficienza fisica: - nell'udito.Inglese disabledFrancese infirmeTedesco verringertorecchio.(s.m.), 1 l'organo dell'udito di cui la parte esterna è costituita dal padiglione; per estens., l'udito. 2 il padiglione dell'orecchio. 3 fig. piega agli angoli dei fogli. 4 facoltà di percepire e distinguere le sfumature dei suoni.Inglese earFrancese (f.) oreilleTedesco (n.) Ohrsenso.(s.m.), 1 facoltà di avvertire le sensazioni mediante organi: il - dell'udito, del tatto, dell'odorato; perdere i sensi: svenire, avere un sesto -: avere una notevole capacità d'intuito. 2 sensazione fisica; stato d'animo: sentimento: avvertire un - di stanchezza; un - di timore, di pietà; il - della giustizia, del dovere. 3 capacità di sentire, di giudicare: avere - critico: saper giudicare obiettivamente; - pratico: capacità di destreggiarsi nella vita pratica; far -: turbare, impressionare. 4 al pl. concupiscenza, lussuria: mortificare i sensi. 5 significato di una parola o proposizione: parole senza -; il - di un discorso. 6 direzione di un movimento; - vietato: direzione in cui è vietato ai veicoli di procedere. 7 modo: mi rispose in - affermativo.Inglese senseFrancese (m.) sensTedesco (n.) Empfindensentito.1 (agg. e p.p. di sentire), udito: son cose sentite e risentite, per - dire: per conoscenza indiretta. 2 sincero, intenso: sentite congratulazioni. 3 (avv. sentitamente), con sincera e profonda partecipazione.Inglese heardFrancese entenduTedesco gehörtsigillo.(s.m.), 1 oggetto di metallo o di pietra che serve per imprimere su cera o ceralacca le parole, le cifre o lo stemma incisi sulla sua superficie al fine di autenticare documenti o di garantire la chiusura di lettere, pacchi, casse, ecc. 2 l'impronta stessa fatta col sigillo e, per estens., qualunque tipo di chiusura ermetica: - della confessione: obbligo del sacerdote di non rivelare ciò che ha udito in confessione, apporre i sigilli: il garantire con sigilli, per ordine dell'autorità giudiziaria, che beni controversi non vengano manomessi.Inglese sealFrancese (m.) sceauTedesco (n.) Siegelsordo.(agg.), 1 privo dell'udito. 2 che non dà ascolto. 3 di ambiente che non ripercuote suoni o rumori. 4 non evidente, ma profondo e tenace: - rancore; guerra sorda, ostilità che cova senza venire alla luce. 5 di fonema che può essere articolato senza vibrazione delle corde vocali.Inglese deafFrancese sourdTedesco taubtimpano.(s.m.), 1 anat. cavità situata tra il condotto uditivo esterno e l'orecchio interno, contenente gli ossicini dell'udito e divisa dal condotto esterno da una membrana che trasmette le vibrazioni: rompere i -i, (fig.), assordare con grida o rumori molesti. 2 (mus.), strumento a percussione formato da una semisfera metallica coperta di pelle d'asino. 3 (arch.), elemento triangolare posto sulla trabeazione orizzontale del frontone. 4 congegno costituito da una ruota a tamburo, usata per sollevare l'acqua.Inglese eardrumFrancese (m.) timpanTedesco (n.) Tympanumudire.(v. tr.; ind. pr. io odo, tu odi, egli ode, noi udiamo, voi udite, essi odono; fut. io udirò o udrò; cong. pr. oda udiamo, udiate, odano; cond. pr. io udirei o udrei; p. pr. (rar.), udente o udiente). 1 percepire rumori o suoni: ho udito un tonfo. 2 venire a sapere: avevo udito del suo insuccesso. 3 ascoltare, esaudire: Dio udì le sue preghiere.Inglese to hearFrancese entendreTedesco hörenuditivo.(agg.), che concerne l'udito.Inglese auditoryFrancese auditifTedesco Hör...udito.1 (s.m.), il senso con cui si percepiscono i rumori e i suoni: perder l'. 2 (p.p. di udire e agg.), che è stato percepito dall'orecchio.Inglese hearingFrancese (f.) ouïeTedesco (n.) Gehöraudītusūs, m.: udito, il senso dell'udito; l'atto dell'udire.audītusa, um, part. perf. di audio: udito, di cui si è sentito parlare. Esempi: cui non sunt auditae Demosthenisvigiliae?, da chi non si è sentito parlare delle veglie di Demostene?; audito (abl. ass.): udito, avendo (essendosi) udito.hăbeoes, habui, habĭtum, habēre, TR. 2ª: avere, tenere, possedere; fare, trattare; stimare, reputare, credere; annoverare, numerare, ascrivere; riporre; se habere (o anche solo habere): trovarsi, essere, stare; andare. Esempi: habere fundum, possedere un fondo; habere necessitudinem cum aliquo, aver familiarità con qualcuno; habere coronam in capite, avere una corona sul capo; habere in aliquem vitae necisque potestatem, aver potere di vita e di morte su qualcuno; habere aliquem ad manum (o secum), aver qualcuno attorno a sé; habere aliquem bonum amicum, considerare qualcuno un buon amico; bonus pater familias habitus est, fu reputato buon padre di famiglia; Commii auctoritas in his regionibus magni habebatur, l'autorità di Commio era tenuta in gran conto in quelle regioni; habere aliquid curae (o cordi), avere a cuore una cosa; aliquid religioni habere, farsi scrupolo per una cosa; habere aliquem odio, aver in odio qualcuno; aliquem despectui habere, aver qualcuno in disprezzo; habere aliquem pro hoste, riguardar qualcuno come nemico; aliquid pro certo habere, tener qualcosa per certa, habere aliquid pro non dicto, considerare qualche cosa come non detta, audacia habetur pro muro, l'audacia è come un muro di difesa; habere aliquem in numero oratorum, annoverare qualcuno nel numero degli oratori; habere aliquem in summis ducibus, annoverare qualcuno fra i più grandi capitani; inter fideles socios habebantur, erano annoverati tra i fedeli alleati; iniurias gravius aequo habere, ritenere le ingiurie più gravi del convenevole, ratio ordoque agminis aliter se habebat, ac..., l'ordine della colonna in marcia era diverso da quello che...; aliquid exploratum habere, avere esatte notizie di una cosa; aliquid compertum habere, aver sicure informazioni su una cosa; antiquitatem diligenter cognitam habere,possedere un'esatta conoscenza dell'antichità; aliquid habere dicere,aver qualche cosa da dire; nihil habeo, quod ad te scribam, non ho nulla da scriverti; non habeo, quid scribam, non so che scrivere; res bene se habet, la cosa va bene; habere sermonem, fare un discorso; iter habere, fare un viaggio; habere comitia, tenere i comizi; acerbum habuimus Curionem, sperimentammo Curione contrario, hostis habet muros, il nemico occupa le mura; habere in vinculis, tenere in carcere; aegre habere, tollerare di malavoglia (o provar rincrescimento); habere cum aliquo de aliqua re, trattare con qualcuno di qualche cosa; habere aetatem, trascorrere la vita; habere diem, passare il giorno; nos hic Sullam mortuum habebamus, noi qui avevamo udito che Silla era morto; mandavi ut medico honos haberetur, ordinai che si desse la ricompensa al medico; de ea re tantum habeo polliceri, di quella cosa solo posso promettere; habes nostra consilia, tu conosci i nostri divisamenti; habere animo (o in animo), avere in animo; aliquem in animo habere, aver nel cuore (ricordarsi di) qualcuno; sic habeto eum reversurum esse, tieni per certo che egli ritornerà; haec tu tecum habeto,tienti segrete queste cose; is liberaliter habetur, egli è trattato splendidamente; habet in nummis, habet in praediis urbanis, possiede in contanti, possiede in terreni vicino alla città; habere aliquem levi, laxiore, duro imperio, esercitare sopra qualcuno un'autorità mite, debole, rigida; in aliquo aliquid habere, vedere in una persona qualche cosa; Caesar hoc habebat, Cesare aveva questo di particolare; virtus hoc habet, la virtù ha questa prerogativa; habere aliquid in manibus, aver tra mano qualcosa; urbem Romam a principio habuēre repes, dapprima Roma fu governata dai re; habere alicui fiduciam, aver fiducia in uno; habere victoriam, aver in pugno la vittoria; aliquid in ore semper habere, aver sempre sulla bocca qualche cosa; invidiam habere ex eo, quod..., acquistarsi avversione per il fatto che...; nihil antiquius habeo quam ut o ne (col cong.)..., niente mi sta più a cuore che o che non...; nihil habeo quod (col cong.)..., non ho motivo di...; quo se reciperent non habebant, non sapevano dove rifugiarsi; aedem tuendam habere, aver la guardia d'un tempio; pugnandum habere, avere il compito di combattere; dicendum habere, avere l'incarico di parlare.ĭnĭtiumii n.: inizio, principio, origine, derivazione, per lo più al plur. initia, ōrum: principii, elementi, fondamenti; auspici; iniziazione religiosa; origine, nascita. Esempi: initium belli, il principio della guerra; initium ab aliqua re sumere (facere, capere), cominciare da una cosa; initium facere fugae, dar principio alla fuga; haec initia belli Alexandrini fuerunt, così ebbe principio la guerra Alessandrina; non quaero ex his initia mathematicorum, non domando a costoro i primi elementi della matematica; initiis Tiberii auditis, udito il principio del regno di Tiberio; novis initiis opus est, son necessari nuovi auspici; nihil melius illis mysteriis, quae initia appellantur, nulla meglio di quei misteri, che si chiamano inizi; obscurissimis initiis natus, nato da oscurissima famiglia; initio, in principio (o da principio); ab initio, fin da principio.quīncongiunz.: che, che non, senza (col cong.). Come AVV.: perché non; suvvia; in verità; anzi, piuttosto. Esempi: quis est quin videat?, chi c'è che non veda?; nemo est quin audierit, non c'è nessuno che non abbia udito; nullum tempus dimittam quin cogitem, non lascerò passare nessun momento senza pensare; teneri non potui quin illud declararem, non potei trattenermi dal manifestare ciò; nemo dubitat quin, nessuno dubita che; fucere non possum quin scribam, non posso fare a meno di scrivere; non dubito quin non, sono certo che; aegre retenti sunt quin irrumperent, a fatica si trattennero dall'irrompere (che non irrompessero); quin conscendimus equos?, perché non montiamo a cavallo?; quin taces?, perché non taci?; quin experior!, suvvia, proviamo!; quin etiam (quin immo), anzi (che anzi); quin etiam necesse erit, che anzi sarà necessario.ŭtcongiunz. temporale (spesso rafforzata da primum, con l'indic.): quando, allorché, tosto che, non appena che, da quando. Esempi: ut haec audivit, sic exarsit..., quando ebbe ciò udito, tanto s'infuriò..., ut primum venit..., tosto che giunse; ut quisque arma ceperant, in proelium ruunt, a mano a mano che prendevano le armi, si gettavano nella battaglia; ut (= ex quo) Brundisio es profectus..., da quando sei partito da Brindisi...Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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