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Fonderìa.

Luogo in cui certi metalli e leghe vengono liquefatti e colati in recipienti o stampi aventi la forma degli oggetti da ricavare. ║ F. di ghisa: in essa si utilizza la ghisa di seconda fusione, cioè la ghisa d'alto forno colata in pani e poi rifusa in forni speciali, ottenendo così nel metallo proprietà più adatte agli scopi cui i getti sono destinati: durezza minima, elevato carico di rottura e ridotta fragilità. La composizione della ghisa per getti, comunemente ha i seguenti limiti percentuali: carbonio: da 2,5 a 3,8; silicio: da 1 a 2,5; magnesio: da 0,4 a 2; fosforo: da 0,05 a 1,8; zolfo: da 0,5 a 0,1. La fabbricazione di un getto comprende: il disegno del pezzo, la costruzione del modello, dei suoi accessori e della forma. Nel caso dei getti artistici il modello è eseguito in cera; il metodo, detto della forma con cera perduta, si può applicare direttamente sul modello di cera, preparato dall'artista, oppure derivato da altro materiale. Quando si debbono preparare pezzi in serie si ricorre a modelli metallici (ghisa, acciaio, leghe di zinco e piombo, piombo e antimonio) e alla formatura meccanica o anche a forme metalliche scomponibili dette conchiglie che, senza deteriorarsi, permettono un numero grandissimo di fusioni. ║ Fusione del metallo e sua colata entro la forma: i forni usati per la fusione della ghisa sono: a) Cubilotto: forno verticale ad aria soffiata nel quale, a differenza dell'alto forno, si tende alla combustione completa del carbone. Un forno a cubilotto di 6 m di altezza e di 1 m di diametro può darne fino a 7 t all'ora. Le temperature che si raggiungono nel forno variano fra i 1.450 °C e i 1.600 °C. b) Forno a fiamma: si usa solo per ottenere qualità speciali di ghisa o quantità rilevanti. c) Forno elettrico: di recente applicazione, presenta gli stessi vantaggi dei forni a suola e inoltre porta e mantiene la ghisa ad alta temperatura. ║ Sterratura e sbavatura del getto: il getto raffreddato viene disfatto, pulito dalla sabbia rimasta aderente a mezzo di appositi apparecchi o utensili e infine viene sbavato, cioè si elimina il metallo eccedente. ║ F. d'acciaio: presenta analogie con quella di ghisa e se ne differenzia nella realizzazione pratica per la maggior temperatura raggiunta dal metallo fuso, per la minore colabilità di esso e per il maggior ritiro nelle forme. ║ F. delle leghe di rame: generalmente si impiegano le seguenti leghe: bronzi da campane (20-25% di stagno ed il resto di rame); da macchine, da monete, da statue (92% rame, 6% zinco, 2% stagno); da cuscinetti (16% di stagno); da specchi (35% di stagno); d'alluminio (rame con 5-10% di alluminio) per fare monete, ecc. ║ Ottoni (leghe di rame e zinco): ottoni gialli (20-25% di zinco); tombacco (con meno del 20% di zinco); ottoni speciali (con piccole aggiunte di altri metalli). Per f. di bronzo e di ottone sono usati: forni a pozzo, forni a riverbero; forni elettrici. ║ F. per alluminio e sue leghe: è di recente applicazione. Sono usate le leghe con zinco (8-12%), le leghe tedesche (8-12% di zinco, 3% di rame), il silumin o alpax (13% di silicio), il lautal (alluminio rame silicio), l'aerolite (alluminio rame manganese), ecc. I tipi di forno sono quelli per f. di bronzo e d'ottone. La temperatura di colata varia fra i 700° e gli 800 °C. ║ F. per magnesio e sue leghe: si usano leghe di magnesio con alluminio (4-12% di alluminio), leghe electron (magnesio +4-10% di alluminio tracce di zinco, manganese, cadmio e rame), ecc. La fusione si effettua in crogiuoli di ferro accuratamente chiusi, proteggendo il bagno con adatti fondenti. La temperatura raggiunta nel forno è di circa 700 °C.