Secondo i chimici del XVII e XVIII sec. presunta sostanza o qualità
contenuta in diversa misura in ogni corpo combustibile, che ne determina
l'attitudine alla combustione. Si riteneva che il
f. avesse,
anziché un peso, una leggerezza e che si liberasse dai corpi sotto forma
di fiamma o di calore nell'atto della combustione; con ciò si spiegava
l'aumento di peso conseguente alle ossidazioni (per esempio, nella reazione FeO
+ C → CO + Fe si pensava che il
f. passasse dal carbonio al ferro,
con conseguente diminuzione di peso del ferro). La teoria del
f. fu
elaborata da G. E. Stahl (1660-1731) e venne abbandonata soltanto quando
Lavoisier dimostrò, nel 1771, che la combustione è
un'ossidazione.