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Fitosociologìa.

Bot. - Ramo della botanica che esamina le normali associazioni di piante, associazioni che costituiscono gli elementi base del mantello vegetale di una determinata zona. Tali raggruppamenti di piante si formano in seguito alle condizioni ambientali per effetto del clima, del terreno, degli organismi viventi e, in particolare, dell'uomo; rappresentano quindi il risultato di una selezione dovuta spesso alla concorrenza fra pianta e pianta. Gli studiosi considerano unità base delle comunità vegetali l'associazione che si forma in condizioni ambientali unitarie e si presenta con una fisionomia (aspetto esterno) costante. Di regola una associazione prende il nome di una delle principali piante che la compongono con l'aggiunta del suffisso etum (eto) al nome del genere; per esempio: fagetum (faggeto), populetum (pioppeto), ecc. Associazioni floristiche aventi composizione similare possono formare raggruppamenti, ordini, classi, ecc. Diverse dalle associazioni sono le formazioni vegetali, società di piante aventi habitus similare come i prati, le associazioni di cespugli nani, ecc. Tra le più note associazioni vegetali sono i boschi che possono essere boschi di querce, boschi di faggi, boschi di betulle, boschi delle bassure, e così via. Altre associazioni sono quelle che caratterizzano le spiagge del mare, le dune, le praterie delle zone aride, le rive delle acque interne. In montagna si ha, in genere, una stratificazione alquanto ordinata del manto vegetale; essa segue, di regola, l'andamento dell'altitudine e si spiega facilmente con le variazioni delle condizioni climatiche, ma è spesso legata ad altri fattori come l'esposizione al sole, l'eventuale vicinanza di ghiacciai, la posizione geografica. La f. ha anche grande importanza pratica; in molti Paesi infatti le piantagioni poste ai lati o al centro delle autostrade vengono effettuate seguendo i dettami di questa scienza che è pure molto importante nel campo forestale.