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Fisiocrazía.

Econ. - Complesso di teorie economiche, sviluppatosi nel XVIII sec. La f. è fondata sul concetto di un ordine naturale, preesistente e sovrastante gli ordinamenti positivi. Da semplice sistema di difesa della funzione economica e degli interessi dell'agricoltura, contro il mercantilismo, la f. si evolse, nel corso dei secoli, fino ad assurgere a vera dottrina sociale. Mirabeau, sostenendo nel 1756 la libertà del commercio dei prodotti agricoli, getta le basi dell'esigenza di tale dottrina; contemporaneamente, in tutta l'Europa occidentale diventano sempre più numerosi gli scritti a favore della proprietà agraria; anche nel ceto mercantile ed industriale si fa strada un movimento contrario all'eccesso di regolamentazione e di intervento statale. I precedenti della più ampia e complessa dottrina sociale dei fisiocrati sono da ricercarsi nel razionalismo illuminista di Locke. Quesnay dà alle idee fisiocratiche una sistemazione razionale. Centro ideale della f. è la teoria del prodotto netto (parte del prodotto che resta disponibile, dedotte le spese di produzione) su cui si fonda la giustificazione della superiorità dell'agricoltura, ritenuta l'unica fonte di ricchezza, perché in essa la natura moltiplicherebbe il rendimento dell'opera dell'uomo, mentre industria, commercio, trasporti, ecc., sono considerate attività sterili, in quanto realizzerebbero soltanto la reintegrazione delle spese sostenute. Di qui, la necessità di favorire al massimo lo sviluppo dell'agricoltura, con la libertà di coltivazione e di commercio dei prodotti agrari, libertà che è sostenuta, quindi, in funzione dell'ideale agrario, e non per se stessa. Pochi sono i principi della f. che hanno efficacemente contribuito al progresso dell'economia, eccettuato il concetto dell'interdipendenza dei fenomeni economici, insito nel Tableau économique del Quesnay. Il merito principale della f. è l'aver iniziato la fase scientifica dell'economia, cercando di erigere lo studio dei problemi economici a sistema razionale.