Poeta comico greco. Fu, in Atene, tra i più insigni rappresentanti della
commedia nuova. In contrasto con Menandro,
F. si curava poco di delineare
i caratteri, intento com'era a soddisfare i gusti volgari del pubblico. All'arte
umana e fine del suo rivale contrappose una composizione salace, colorita,
basata sull'effetto. Si narra che Menandro scherzasse sulla sua
mediocrità, domandandogli: "Quando nelle gare i giudici assegnano il
premio a te invece che a me, non ti vergogni?". Sono attribuite a
F. un
centinaio di commedie. Ci restano 57 titoli e pochi frammenti; tre sue commedie
sono rifacimenti plautini:
Emproso (
Mercator),
Phàsma (
Mostellaria),
Thesauròs
(
Trinummus) (361 - Pireo 262 a.C.).