Nella teoria dell'evoluzione, ordine storico, secondo il quale i vari gruppi di
esseri viventi si sono gradualmente modificati ed evoluti. Tutte le specie
animali e vegetali, attuali od estinte, si possono immaginare riunite in un
albero genealogico e filogenetico, nel quale tronchi comuni, corrispondenti ad
antenati più antichi, si suddividono in rami secondari, corrispondenti
alle forme più recenti. La costruzione di un albero filogenetico si basa
su documenti dedotti dalle discipline più diverse (dati paleontologici,
anatomici, embriologici, biogeografici, fisiologici, genetici) e rappresenta,
perciò, una sintesi completa delle conoscenze zoologiche e botaniche.
Sono però soprattutto le ricerche paleontologiche che permettono di
riconoscere il susseguirsi delle variazioni in specie affini, appartenenti a
successivi strati geologici e, quindi, ad ere diverse. Anche l'anatomia
comparata e gli studi embriologici contribuiscono a chiarire le affinità
filogenetiche. Secondo una concezione di Fritz Müller ed Ernesto Haeckel
(legge biogenetica fondamentale), lo sviluppo del singolo individuo (ontogenesi)
rappresenterebbe una breve ricapitolazione della filogenesi e, pertanto,
dall'esame degli stadi embrionali successivi, si potrebbe risalire alla storia
evolutiva della specie. Si dice
phylum una successione di specie derivata
da un medesimo ceppo originario, per diretta filiazione. Ogni
phylum
maggiore tende a dividersi una o più volte, per dicotomia. Su base
filogenetica è costruita tutta la sistematica moderna, che tende a
raggruppare le specie animali o vegetali a seconda della parentela evolutiva, e
a stabilire una gerarchia ed una successione dei vari gruppi così
ottenuti, rispecchiante l'ordine storico della loro derivazione genealogica. Si
giunge, così, ad un razionale sistema naturale, da contrapporre agli
arbitrari sistemi artificiali, caratteristici del periodo precedente la teoria
dell'evoluzione.