Stats Tweet

Femminismo.

Movimento ideologico che rivendica la completa eguaglianza della donna e dell'uomo in tutti i diritti civili, politici ed economici. Movimento tipicamente moderno, prende corpo con la Rivoluzione francese. Nel 1791 la Déclaration des droits de la femme et de la citoyenne di Olimpe de Gouges e nel 1792 il libro Vindication of the rights of woman dell'inglese Mary Wollstonecraft costituiscono le basi del primo vero programma femminista. A quest'ultimo libro si ispirò il filosofo inglese J.S. Mill per il libro Subjection of women (1869) che invocava un'eguaglianza "vera", cioè libero accesso a tutte le carriere, parità di retribuzione e parità nei diritti politici e giuridici. Anche in Francia ci furono uomini, come Fourier e Saint-Simon, che presero a cuore il problema. Nella seconda metà del XIX sec. il f. superava, come il socialismo, la fase cosiddetta utopistica. La rivoluzione industriale e l'inevitabile afflusso di manodopera femminile nel mondo del lavoro imposero il problema dell'emancipazione femminile al nascente movimento operaio ed ai suoi teorici. Il f. superava così quelle contingenze storiche che gli avevano impedito di svolgere una vera lotta sociale e di crearsi un'efficiente organizzazione. In Inghilterra le prime associazioni erano sorte verso la metà del secolo; nel 1850 un gruppo di donne capeggiate da Barbara Leigh Smith Bodichon iniziò una serie di attività per sensibilizzare l'opinione pubblica al problema femminile. Nel 1851 al primo congresso fece seguito un ordine del giorno sul voto alle donne che fu presentato alla Camera dei Lords. Nel 1866 Mill, deputato al Parlamento, presentò un'analoga petizione. Soltanto nel 1903 si riuscì ad avere un'organizzazione veramente efficiente: la Women's Social and Political Union fondata da Emmeline Pankhurst. Questa associazione, le cui affiliate furono chiamate suffragette, si distinse dalle altre per i suoi metodi di protesta che, via via, presero forme sempre più violente: dal disturbo di comizi fino all'incendio di cassette postali e di pubblici edifici. Nonostante questi atti irritassero l'opinione pubblica, le suffragette riuscirono a far diventare la questione femminile un problema nazionale; tanto che, dopo il decisivo apporto che le donne diedero al funzionamento della produzione bellica inglese, ottennero il voto nel 1918. In Francia i primi club, fondati verso il 1848, sono il Club de l'emancipation des femmes fondato da Jeanne Deroin ed il Club des femmes fondato da Eugénie Niboyet. A Parigi, nel 1878, si tenne il primo congresso femminista internazionale; nonostante questi promettenti inizi le donne francesi furono fra le ultime ad avere il diritto di voto; l'ottennero nel 1945. In Germania il f. si sviluppò nella seconda metà del XIX sec. La prima associazione è del 1865 e fu fondata da Louise Otto-Peters. A Stoccarda, nel 1907, fu organizzata, per opera di Rosa Luxemburg e di Clara Zetkin, la prima Conferenza internazionale femminile, il cui risultato fu la fondazione del Segretariato internazionale femminile. Le donne tedesche ed austriache ottennero il voto nel 1918. Altri paesi europei che concessero il voto alle donne ai primi del secolo furono: la Finlandia nel 1906, la Norvegia fra il 1907 ed il 1919, la Russia nel 1917, la Danimarca nel 1915, la Svezia fra il 1919 ed il 1921, la Cecoslovacchia nel 1918. Anche negli USA la lotta per l'emancipazione femminile fu lunga, ma fu facilitata dalla parte attiva che le donne avevano avuto nella nascita e nello sviluppo di quella nazione. Nel 1848 a Seneca Falls un gruppo di donne sotto la guida di Lucretia Mott indisse un congresso per presentare una "Declaration of Sentiments", atto di denuncia delle limitazioni imposte alle donne. Nel 1869 furono fondate due grandi associazioni femministe: la National Woman Suffrage Association e la American Woman Suffrage Association. Queste due associazioni si fusero nel 1890 assumendo il nome di National American Woman Suffrage Association, sotto la presidenza di Elizabeth Cady Stanton. L'opera di questa organizzazione fu efficace e permise al movimento femminista americano il conseguimento di molti successi. Le donne americane ottennero il voto nel 1920. In Italia il problema della posizione della donna nella vita del paese si propose naturalmente in relazione alle vicende politiche attraversate dal paese nella sua storia. Per questo motivo i primi nuclei femminili organizzati compaiono in Italia solo alla fine del XIX sec., nonostante a quei tempi la nostra fosse una delle nazioni a più alta percentuale di donne occupate nell'industria. Il problema della condizione sociale delle donne lavoratrici interessò particolarmente il Partito Socialista che nel 1894, soprattutto per merito di Anna Kuliscioff, organizzò delle sezioni femminili. Già nel 1891 Linda Malnati, Giuditta Brambilla e Carlotta Clerici avevano dato vita a delle sezioni nelle Camere del Lavoro. Le principali associazioni femminili che sorsero in Italia furono: L'Associazione Nazionale per la donna nel 1897, l'Unione Femminile Nazionale nel 1899, il Consiglio Nazionale delle Donne Italiane nel 1903, l'Alleanza Femminile nel 1904, il Comitato Nazionale pro Suffragio Femminile nel 1906 e l'Unione Donne Cattoliche nel 1909. Nell'anno 1908 il Consiglio nazionale delle Donne Italiane a Roma e l'Unione Femminile Nazionale a Milano tennero il loro primo congresso durante il quale vennero esaminati, oltre al voto che era l'obiettivo principale, tutti i problemi femminili con particolare riguardo alle lavoratrici. I deputati socialisti presentarono, fra il 1861 ed il 1922, numerosi progetti di legge sul voto alle donne. Anche la Chiesa con l'enciclica Rerum Novarum aveva preso posizione sulla tutela giuridica del lavoro femminile. Con questo intento sorsero le associazioni cattoliche femminili. Tuttavia solo con il decreto luogotenenziale del 1° febbraio 1945 le donne italiane ottennero il voto. ║ Movimenti femministi moderni: sono quelle organizzazioni femminili che ancora oggi lottano per la completa liberalizzazione della donna dall'oppressione economica, giuridica, sessuale e psicologica. Tali raggruppamenti di azione femminile sono rivolti alla soluzione di vari problemi: abolizione del concetto di donna-oggetto (cioè equiparata a un bene di consumo); svincolo da ogni tabù che riguarda il sesso e con l'affermazione del diritto della donna al piacere, alla gioia e all'autodeterminazione; abolizione delle sperequazioni salariali a parità di prestazioni, dei licenziamenti, dei servizi sociali e della doppia attività della donna lavoratrice-casalinga; la realizzazione di strutture sociali extrafamiliari quali gli asili, le scuole e le colonie; il superamento dei medioevaleschi pregiudizi, oggi sanciti dalla legge, su quanto riguarda la famiglia, ecc. In Italia i principali movimenti femminili sono l'UDI (Unione Donne Italiane) organizzazione che fa capo al Partito Comunista Italiano; il CIF (Centro Femminile Italiano) organizzato dalla Democrazia Cristiana; il MLD (Movimento di Liberazione della Donna) sorto nel 1969 durante il Congresso del Partito Radicale a Milano. Questa organizzazione ha in programma: la liberalizzazione dei contraccettivi, la revisione del diritto di famiglia, la legalizzazione dell'aborto, ecc. Nel 1970 nasce a Roma il Fronte di Liberazione Femminile (FILF) aderente alla Lega Italiana dei Diritti dell'Uomo; secondo questo movimento le rivendicazioni non riguardano solo la donna ma tutto il sistema sociale. Nello stesso anno 1970 viene creato anche Rivolta Femminile, gruppo derivato da una scissione in seno al MLD; secondo RF le rivendicazioni sono: denuncia dell'oppressione della donna sotto ogni aspetto; denuncia della mancanza di una cultura che rappresenti degnamente la natura femminile. RF rifiuta la lotta di classe, rifiuta il dialogo con gli uomini; rifiuta di lottare per raggiungere l'eguaglianza e la parità con l'altro sesso in quanto la donna non può identificarsi con l'uomo. Dal 1970 in poi si sono formati anche altri piccoli gruppi, che continueranno a lottare in difesa dei diritti della donna, per una maternità responsabile e libera, per una maggiore parità fra i sessi, anche quando, negli anni '80, il movimento femminista avrà perso quella carica dirompente e rivoluzionaria dei primi anni. In Gran Bretagna il movimento femminista è rappresentato da Women's Liberation Workshop, e da Women's Liberation Information Service, mentre in Francia agiscono il Mouvement pour la liberation de la femme e Choisir, oltre ad altri gruppuscoli di minore importanza. Fitta è la schiera dei movimenti femministi negli Stati Uniti dove sono attivi: Black Women's Liberation Committee; National Organization for Women; Witch; Women's Liberation Movement; e Bread and Roses. Analoghe associazioni si trovano nel Canada, in Svezia (fortissimo il Gruppo Otto), nella Nuova Zelanda, in Svizzera, ad Algeri, in Nigeria, e così via.
"La donna nel Duemila" di Isa Vercelloni