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Fellahin.

Etnol. - Popolazione rurale dell'Egitto moderno che conserva intatto il tipo mediterraneo africano della razza bianca. I f. appartengono per lo più alla religione musulmana; la minoranza è costituita da Copti che vivono, in genere, raggruppati fra loro in villaggi e cittadine. Il villaggio dei f. è costituito da case costruite in mattoni asciugati al sole e spesso coperte da una terrazza in terra battuta. Sull'architrave della porta d'ingresso, di norma, è fissato, come ornamento, un piatto di porcellana od altro oggetto di ceramica; serve come talismano contro il malocchio. Molte case sono precedute da un'aia di terra battuta. La donna, nei villaggi dei f., anche se considerata inferiore all'uomo, gode tuttavia di grande rispetto, soprattutto se è maritata. Sulla base della ricchezza, tra i f., esistono varie classi sociali e, nelle classi superiori, la donna è tenuta maggiormente in considerazione che non tra le classi più umili. Il matrimonio è del tipo endogamico del villaggio; in genere l'uomo sposa una giovane appartenente al suo stesso villaggio, con preferenza per la figlia del fratello del padre (cugina germana). Il lavoro più faticoso spetta all'uomo; nei campi le donne si recano a custodire il bestiame, ad attingere l'acqua, a raccogliere legna. Molto violenti sono i f. nei casi di vendette personali o di gruppo; hanno luogo faide sanguinose che si protraggono per decenni. Di solito i f. acquistano o prendono in affitto i campi da lavorare che vengono delimitati da lunghe file di pietre bianche. Strumento principale è l'aratro, spesso molto rudimentale; il lavoro più faticoso è comunque quello dell'irrigazione - non sempre le piene del Nilo sono regolari - ma esso è compensato da un buon raccolto. I ragazzini delle classi più povere raccolgono lo sterco dei bovini al quale danno forme particolari mediante stampi di legno: è un ottimo combustibile. In ogni villaggio di f. si trova sempre almeno un mago; esso è indispensabile per la sua abilità nel saper nuocere (malefici), ma anche per quella di rendersi utile in vari modi, soprattutto come guaritore.