Furono gli affiliati a una società segreta che collaborò
attivamente alla preparazione dei moti piemontesi del 1821. L'associazione,
sorta in Piemonte, si diffuse rapidamente anche in Lombardia, intorno al 1818; a
sfondo liberale, aveva in programma la lotta contro l'Austria e la successiva
fondazione di regimi costituzionali. Fu certamente originata dalle logge
massoniche piemontesi, e venne più tardi chiamata "società dei
Federati Italiani" per distinguerla dalla analoga "società dei Federati
Francesi" risalente ai "Cento giorni" napoleonici. La società era
militarmente organizzata ed era suddivisa in distretti comandati ciascuno da un
colonnello, che aveva a propria disposizione dieci capitani, ognuno dei quali
era a capo di nuclei formati da quattro
F. Per quanto con fini diversi,
la Società procedeva parallelamente alla Carboneria, tanto che molti
patrioti militavano in ambedue le società segrete; tra gli esponenti dei
F. citiamo il Confalonieri, in Lombardia, con i fratelli Ugoni, i
fratelli Dossi, il conte Arrivabene, il marchese Pallavicino, ecc; in Piemonte
emergevano Santorre di Santarosa, G. Provana, G. Moffa, C. E. Asinari, ecc.
Essendo falliti i moti del 1821, terminati con una serie di processi, la
Società cessò quasi di esistere.