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Febbre.

(dal latino febris). Elevazione della temperatura normale di un organismo, provocata da cause diverse. La f. è uno stato abnorme, ma non permanente, della temperatura corporea; se l'aumento di temperatura è permanente, come accade in alcuni ipertiroidei o in alcuni portatori di lesioni craniche, si parla più esattamente di ipertermia. La f. è l'espressione di un fatto patologico, che per lo più è di natura infettiva, cioè di origine microbica. Oltre ai microrganismi, vi sono altre possibili cause di f., tra le quali si annoverano sostanze proteiche, come il latte, il caseinato di calcio, ecc. e sostanze non proteiche, come il blu di metilene, lo zolfo, ecc. Condizioni che possono dare f. sono anche le forti perdite d'acqua (vomiti, diarree, purganti eccessivi), le iniezioni di sale o di zucchero, gli squilibri endocrini, gli strapazzi fisici e alimentari, il colpo di sole e di calore. Comunque in via generale sono le malattie infettive quelle che provocano più frequentemente la f. Essa è il prodotto di un aumentato lavoro organico che ha sede principalmente nei muscoli; questo lavoro è determinato dalla presenza in circolo di sostanze liberatesi nel processo infettivo: la f. va quindi considerata come un meccanismo di difesa messo in atto dall'organismo per riconquistare il suo normale stato. Il processo febbrile ha un'insorgenza, un'acme e una defervescenza. L'insorgenza può essere improvvisa e rapida come nelle f. da suppurazione, nel qual caso è preceduta da brivido, oppure può essere lenta. La defervescenza può essere rapida, per crisi, o lenta, per lisi. La crisi è spesso accompagnata da sudorazione. La f. può essere continua, come nel tifo, o remittente quando subisce oscillazioni senza però raggiungere mai la completa scomparsa; è intermittente quando gli accessi febbrili sono intervallati a periodi non febbrili (malaria, f. ondulante o maltese). Alla f. si accompagna aumento del ritmo del respiro e di quello cardiaco (il polso febbrile, secondo un calcolo grossolano, aumenta di otto pulsazioni per ogni grado centigrado di f., ma tale rapporto è lontano dall'essere costante). Si osservano perdita dell'appetito, disturbi gastrici e intestinali, profonda debolezza, specialmente muscolare, aumento della sete, mal di testa, dolorabilità generalizzata. Tutto questo dimostra come nella f. vi sia una compartecipazione generale dell'organismo al fenomeno: si tratta di un atto di difesa e come tale non va combattuto, a meno che la temperatura non raggiunga gradi molto alti, dannosi al paziente per altro verso. ║ F. da fieno: è la "rinite vasodilatatoria accessionale", detta anche "rinite spasmodica", malattia caratterizzata da starnuti prolungati, spesso violenti, da rapida occlusione nasale, di idrorrea (abbondante fuoruscita di liquido sieroso dalle narici). Tali sintomi insorgono all'improvviso e possono durare sia alcune ore, ma anche un giorno intero per dileguarsi poi completamente. Spesso la sindrome è preceduta da un senso di secchezza al naso e da prurito. I suddetti accessi possono ripetersi anche frequentemente nello stesso giorno o durare a lungo, specialmente tra primavera ed estate. Spesso si accompagnano a lacrimazione e ad arrossamento delle congiuntive oltre che a disturbi asmatici. In certi casi si manifestano anche d'inverno o in qualsiasi altra stagione. La f. è dovuta a una vasodilatazione accessionale della mucosa nasale sulla quale può influire anche uno squilibrio ormonale per alterata secrezione interna di qualche ghiandola endocrina oppure uno squilibrio neurovegetativo o vagosimpatico. Per stabilire la causa si ricorre alla "cutireazione", saggiando la sensibilità della pelle verso estratti di sostanze che possono essere ritenute responsabili (polvere di casa, polvere di materasso, polline di fiori, peli di animali domestici, ecc.). La cura che purtroppo non ottiene sempre risultati soddisfacenti a causa della difficoltà a individuare il vero responsabile degli accessi, consiste soprattutto nel cambiare clima (collina o viaggi per mare), nell'evitare ambienti polverosi (e specialmente quelli in cui si trovano pollini di graminacee, ecc.), il fumo del tabacco e l'inalazione di qualsiasi sostanza atta a provocare gli accessi. Consigliabile è anche di evitare gli ambienti umidi. Le terapie locali con gocce di sostanze astringenti non sono da tempo più usate; preferibile il ricorso a sostanze vasocostrittrici e antistaminiche somministrate per bocca.
Tipi di febbre